Gp Russia F1 2017: grande performance per le gomme Pirelli
Il quarto appuntamento del mondiale di Formula 1 ha visto una gara con pochissimi sorpassi, anzi si può dire che dopo la partenza non se ne sono proprio visti, ma il risultato è stato incerto fino alla fine visto che Sebastian Vettel e Valtteri Bottas hanno percorso gli ultimi giri come se fossero in qualifica portando le proprie vetture al limite.
I complimenti a Bottas per la sua prima vittoria in carriera sono obbligatori, soprattutto dopo un inizio di campionato non proprio al massimo; il finnico della Mercedes ha però mostrato che una volta prese le giuste misure con la sua nuova monoposto può davvero diventare un avversario pericoloso.
La domenica per la Ferrari invece è stata un po’ amara. Quell’allungo in partenza è stato cruciale e viene da pensare che il “bottone magico” della Mercedes, che regala ai due piloti più potenza in rettilineo, sia davvero “magico”. Comunque sia un secondo e terzo posto non sono da buttare via, anzi è stato importante aver sfruttato la “giornata no” di Lewis Hamilton per allungare leggermente in classifica.
Lewis Hamilton invece ha avuto un week-end “nero”, uno di quelli in cui arrivi il venerdì e capisci che nulla andrà per il verso giusto, complice anche una W08 Hybrid che sembrava essersi svegliata ancora frastornata dopo essere stata spremuta completamente dal pilota inglese in quei giri mostruosi del Bahrain e che non si è mai mostrata competitiva sulla pista di Sochi.
Inutile parlare del resto del gruppo, sorprendono i distacchi, anche soltanto dopo i primi giri, quando i primi 4 giravano attorno al 1:39 basso/1:38 alto, mentre Max Verstappen, il primo degli inseguitori non andava oltre l’1:40 alto.
Parlando invece di gomme, grazie ai dati fornitici dai tecnici della Pirelli, si può dire qualcosa di più su questa gara.
Per prima cosa le strategie al muretto non sono state importantissime visto che quasi tutti i piloti hanno fatto una sola sosta tranne le due Sauber e la Mclaren di Stoffel Vandoorne che, dopo l’ingresso della Safety Car, sono rientrate ai box per togliere le Supersoft e montare le Ultrasoft, per poi rifermarsi poco prima di metà gara e montare di nuovo la gomma con la fascia viola. Un’altra strategia a due soste si può notare nella Williams numero 19 che con Felipe Massa ha percorso 21 giri con le gomme Ultrasoft, ha montato le Supersoft per 20 giri e poi ha rimontato le Ultrasoft.
Analizziamo adesso i tempi con le gomme per capire chi è stato il più veloce.
Prima cosa da dire è che delle tre mescole portate dalla Pirelli soltanto le due più morbide sono state usate per la gara, mentre la mescola Soft è stata usata soltanto nelle prime prove libere per definire gli assetti.
Mescola Ultrasoft
La mescola più morbida ha sorpreso tutti per la quantità di giri percorsi e per la costanza con cui ha lavorato. Bisogna dire che non ha mostrato un decadimento improvviso, ma ha perso prestazione in modo graduale e molto lentamente visto che Vettel dopo 30 giri faceva gli stessi tempi di Bottas che aveva gomme nuove.
Il miglior tempo con questa mescola è stato fatto realizzare proprio dal tedesco della Ferrari con il tempo di 1:38.197, mentre per il maggior numero di giri percorsi fa impressione il dato di Nico Hulkenberg che ha percorso ¾ di gara con questa mescola per un totale di ben 40 giri.
Mescola Supersoft
Questa mescola era quella designata per la seconda parte di gara e si è mostrata molto performante e con un usura praticamente nulla perché i piloti hanno spinto al limite fino alla bandiera a scacchi. Il giro più veloce è stato realizzato da Kimi Raikkonen con 1:36.844 che gli è valso anche il giro più veloce in gara abbassando di circa 3 secondi il giro veloce dello scorso anno. Per quanto riguarda i giri percorsi da questa mescola, il massimo è stato fatto segnare da Kevin Magnussen e Daniil Kvyat che hanno realizzato ben 30 giri, ma 10 giri meno di Hulkenberg che con gomma più morbida ne aveva fatti 40.
L’unica differenza a livello strategico da segnalare è quella che riguarda la tempistica del pit-stop. La Safety car iniziale ha allungato leggermente a vita dello pneumatico poiché la sosta prevista era per il 26° giro e nei primi 7 soltanto Esteban Ocon ha rispettato le aspettative.
Molto importante da notare sulle gomme la presenza del blistering, ovvero bolle d’aria che si formano sotto la superficie della gomma e che esplodendo creano dei veri e propri buchi.
In alcuni pneumatici anteriori si vedeva una linea nera più scura che appunto stava ad indicare la presenza di questo fenomeno con cui i piloti hanno avuto a che fare, ma che non ha influenzato troppo le prestazioni.
Concludiamo come sempre con le parole di Mario Isola, responsabile del settore Motorsport della Pirelli, che ci fa un riassunto del Gran Premio di Russia visto dalla casa di pneumatici milanese: “Il Gran Premio di Russia si è giocato sulla strategia che avevamo previsto, nonostante l’ingresso della Safety car all’inizio e le temperature più elevate di tutto il week-end. Si è formato un minimo blistering sul pneumatico anteriore sinistro di alcuni piloti, a causa della lunga curva 3, ma questo non ha influenzato le prestazioni. […] Abbiamo visto diverse strategie relative alla tempistica dei pit-stop, in particolare da parte di Bottas e Vettel”.
Il week-end di Russia conferma la lotta Ferrari-Mercedes, mentre gli altri sembrano avere un abisso, aspettando anche la RedBull che dovrebbe avere una versione “B” della RB13 in Spagna, che secondo molte voci dovrebbe farla tornare nella lotta con i migliori.
“Un’altra strategia a due soste si può notare nella Williams numero 19 che con Felipe Massa ha percorso 21 giri con le gomme Ultrasoft, ha montato le Supersoft per 20 giri e poi ha rimontato le Ultrasoft.”
Massa ha solo forato, con le gomme di quest’anno le ultrasoft bastano per tutta la gara.