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    Gp Spagna F1 2017 | @FormulaHumor: Gina 2, Gino 2 e palla al centro!

    FormulaHumorBy FormulaHumor14 Maggio 2017
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    Formula Humor | @FormulaHumor
    Formula Humor | @FormulaHumor

    FormulaHumor ha chiuso?

    Per un giorno, per un GP, per una settimana, fino a che il Trio della Rai non farà un saluto, chi lo sa.

    Immagino la felicità di alcuni e l’indifferenza di altri, che tanto ci si divertiva senza FormulaHumor prima, e (duello Ferrari-Mercedes permettendo) si continuerà a farlo anche adesso.

    Immagino anche l’ENORME SCONCERTO di altri, per questa assenza.

    MA.

    Mancanza del commento live del GP di Spagna può significare ANCHE un’altra cosa.

    Tutto ciò che non ho detto “in diretta”… è qui!

    LA PARTENZA

    Lo scorso GP, un COSO qualunque era incredibilmente riuscito a scattare meglio di gente ben più esperta, come Hamilton, Vettel e l’uomo di ghiaccio. GIUSTAMENTE gli erano stati fatti i complimenti, mentre a quelli vestiti in rosso era stata data la bacchettata sulle manine. OGGI è doveroso fare il contrario.

    Ho passato il sabato pomeriggio a leggere (altrettanto giustamente) gente che ben esperta e navigata nel mondo delle automobili da competizione suggeriva come le silver arrows partissero dal cosiddetto lato pulito della pista mentre le povere disgraziate Ferrari da quello che viene maledetto da tutti, IN OGNI GP, di OGNI EDIZIONE, di OGNI MONDIALE.

    Ebbene, i polli lo scorso GP in casa Putin lo sono stati i ferraristi, e BROCCHI lo sono stati in questo di GP i due pittati di grigio.

    Hamilton e le sue partenze solite, e fin lì niente di strano. Buona partenza Ferrari (con buona pace degli amanti del lato disgraziato della pista). Tornata nella normalità la partenza del finlandese col sorriso spiccato. Non di quello a cui piace il gelato e che finisce per essere disgraziato ogni volta dal 2008 a questa parte. L’altro.

    Poi certo, la prima curva va fatta, in qualche modo.
    E a Bottas, che nella sua carriera ha sempre e solo colpito Raikkonen, che manco gli avesse toccato la famiglia, torna in mente questo fatto che di finlandesi, in pista, due sono di troppo.

    Abituato com’è a lottare a centro gruppo (e come non potrebbe, dato che è scuola Williams, e del buon Massa parleremo dopo), appena si accorge che quello in rosso è Kimi, SBAM!
    A tal proposito, ci tenevo a ringraziare questa bella idea di mettere i numeri grossi, un po’ in giro per la macchina, senza che venga deciso dove e come.

    In modo che se vedi una Ferrari, vedi il numero, ma non il nome, sulla pinna.
    Se vedi una Mercedes, prima vedevi nome e numero, ora solo il numero, sempre sulla pinna.
    Se vedi una McLaren vedi nome e numero, ma tanto quelle o vanno lente o sono proprio ferme e il pilota lo capisci dal casco anche in pieno rettilineo.

    Se vedi una Force India vedi un numero solo se sei sugli spalti. Poi ti ricordi che a malapena conosci chi sono i due piloti, e quindi del numero te ne freghi e pensi ad altro. Tipo al perché sai i nomi dei due piloti Force India.

    Comunque, si diceva, Tappo, Coso, Bottas, vede Kimi a lato, gli passa per l’anticamera del cervello l’idea malsana di sterzare verso sinistra, e PATATRAK. Leggera toccatina al posteriore.
    Che sarebbe anche niente, se Kimi accanto non avesse l’erede di Senna (secondo alcuni), MAX “Menomale che Kvyat ha tamponato due volte Vettel” Verstappen.

    Lui povero ciciolo stava lì, esterno, a lato di Kimi, puntando a recuperare quante più posizioni possibili, dato che grazie all’incredibile pacchetto di migliorie portate lì in Spagna il suo gap con quelli davanti si è ridotto a TIPO UN SECONDO sul giro secco.
    Siccome semi-citando il buon Sebastian, “it is NOT racing BUT ping-pong”, il contatto Bottas-Kimi si traduce in una carambola Kimi-Verstappen.
    Sospensioni del finlandese, e del predestinato a diventare il nuovo Senna (sempre secondo gli stessi di prima), andate.

    Restano una Mercedes e mezzo, Hamilton e il gregario Bottas, e una Ferrari, quella di Sebastian, che con lo spunto di cui sopra, è davanti.
    Dietro, il nulla. Un vuoto incolmabile.

    Persino Alonso, partito (si fa per dire) scandalosamente SETTIMO, posizione ottenuta unendo abilità di guida ECCELSA, fortuna a palate, congiunzioni astrali e pietà degli dei, capisce praticamente dopo la prima curva che quella zona non è campo suo, che con certa gente è meglio non avere a che fare, e decide tranquillo di fare escursione sull’erba e tornare in zona di più mite classifica.

    Escursione sull’erba causata anche da un leggero contattino con l’amico di sempre Felipe Massa, che toccatosi con una McLaren viene contagiato e si ritrova subito con una leggera foratura, che gli costa i box e il rientro in 18esima e ultima posizione.
    Massa che oggi è in versione Stroll, ma più anziano, e darà non pochi problemi.
    Quindi, ricapitolando, per il momento Vettel-Hamilton-Bottas-Ricciardo-Perez-Ocon
    E sì, gli ultimi due sono quelli del Force India. Lo so, lo so. Potevo fermarmi a Ricciardo.

    PRIMO PIT STOP

    La gara si gioca sulle due soste, stranamente.
    Lotta all’ultimo sangue tra Magnussen e Sainz, che prosegue ai box, e che per la posizione in cui si trovano evidentemente uno dei due ha insultato la famiglia dell’altro. Resta una bella escursione sul verde durante l’uscita dei due dai box, appunto, che non fa altro che rovinare le gomme nuove appena messe.

    A riguardo, la scelta dei commissari è di “Non luogo a procedere”, che è un modo carino per dire “ce ne laviamo le mani”, e probabilmente è anche un modo per evitare di passare la serata con due bambini che si urlano in faccia “ha incominciato lui”.
    Anche Ferrari pitta, con Vettel, ovviamente, dato che è l’unico rimasto. Montate gomme SOFT. Ri-esce poco dietro Ricciardo, che però ha una Panda a metano, al primo momento buono Sebastian lo rispedisce nel nulla.

    Prima del pit di Hamilton, che monterà le medie, e alla fine (SPOILERONE) l’avrà vinta, c’è da segnalare solo la lotta (molto più normale) Alonso-Kvyat, per la 13esima posizione, e la risalita di Wehrlein, che tutti alla fine celebreranno come fenomeno, ma lui si era solo dimenticato che quelle 4 cose nere a lato della macchina si consumano e ogni tanto vanno cambiate.

    MID-RACE E SECONDO PIT

    Seb si ritrova dietro ad un Bottas che sa di tappo, e che lo rallenta quanto basta per fare il Milhouse della situazione, con Hamilton che ringrazia e recupera, proprio nel momento in cui le SOFT di Seb dovrebbero fornire la miglior prestazione e garantire quel vantaggio necessario per stare davanti successivamente a gomme invertite.
    Serve un supersorpasso Manselliano sull’erba da parte del tedesco della Ferrari per superare il finlandese della Mercedes.

    Serve invece schioccare le dita ad Hamilton per fare la stessa cosa.
    Tanto che di nuovo a Bottas cade la dignità e deve fermarsi a raccoglierla. Dapprima ciò gli costerà un bel po’ di secondi, e poi una grossa bruciatura al posteriore. Di motore eh.
    Alonso perde anche la posizione su Ericsson. E se la speranza è l’ultima a morire, l’unica speranza rimastagli è che la macchina si rompa, per evitare figure peggiori e per raggiungere Andretti il prima possibile.
    Magari non tra i pensionati. (Fernà, lotta e non mollare. Ci saranno giorni migliori. Solo, non quest’anno.)

    Vettel primo, che non guadagna più. Hamilton secondo, che quindi comincia a lamentarsi tantissimo di doppiaggi, di gomme, di crisi economica e qualsiasi altra cosa gli passi per la testa, MA con un unico comun denominatore: ANSIMANDO manco fosse al telefono con Roscoe, durante la maratona di NewYork.

    Massa si tocca con Vandoorne, a controprova che i nomi e i numeri non servono a nulla, dato che il suo era un tentativo di buttare fuori Alonso. Risultato: Vandoorne nella ghiaia, virtual safety car, pit stop per quasi tutti e quindi Hamilton che torna su SOFT, Vettel che monterà le MEDIE, e Wehrlein che si riscopre il FENOMENO che è, montando quello che deve montare, ma solo dopo essersi dimenticato di passare accanto al paletto di ingresso pitlane ricevendo 5 secondi di penalità.

    FINALE DI GARA

    Bottas, come spoilerato prima, è fermo. Avaria al motore, o comunque qualcosa di strano, dato che si è sentito come un grosso SQUITTIO prima della rottura.
    Hamilton ha ovviamente più spunto, con le gomme più morbide, e passa come un treno Sebastian sul rettilineo. Resterà praticamente imprendibile fino a fine gara, vincendo, e soprattutto dimostrando che gli aggiornamenti portati per migliorare la tenuta delle gomme funzionano. Eccome.

    Gara che non avrà altre emozioni, se non per un bambino, inizialmente disperato sulle tribune per il ritiro di Kimi, che viene portato in Ferrari per incontrare l’uomo di ghiaccio. Tutto Power by Liberty Media, ovviamente, visto che, se ci fosse stato Ecclestone al comando, quel bambino non lo avrebbero nemmeno inquadrato e figuriamoci “regalargli” un pass.

    CONCLUSIONI (in ordine a caso, così, perché mi va)

    ALONSO: Fenomeno di pazienza e di grinta. Lo dimostrano qualifica e il fatto che il predestinato Vandoorne, a confronto, si è già giocato la carriera. FESTEGGIA IL 12ESIMO POSTO. Ed è tutto dire.
    VANDOORNE: CHI?
    MASSA: Oggi toglie i panni del pensionato, ma lo fa per vestire quelli di Stroll. Ogni volta che Vettel deve doppiarlo, si inventa modi assurdi per farci salire l’ansia. WHY ALWAYS ME?
    PALMER: A Joylon (che di Joy ne vede ben poche) hanno messo come compagno Hulkenberg. Mentre lui annega in fondo alla classifica, Nico cammina sulle acque.
    MAGNUSSEN E SAINZ: Litigano come bambini solo per farsi vedere dalla mamma dai grandi baffi, rischiano il disastro, ma hanno anche dei difetti. SOON AT WRESTLEMANIA 34
    WEHRLEIN: Si dimentica che deve cambiare le gomme, come si entra nei box, come si fa a guidare, e forse questa è la sua salvezza. COME OTTAVO?!
    OCON E PEREZ: Hanno saputo dei molteplici arresti di Mallya, nessuno sa esattamente in che organizzazioni sia invischiato e grazie alle catastrofi davanti lo fanno contento anche oggi. QUEI (DUE) BRAVI RAGAZZI
    RICCIARDO: fa il suo, la RB è meglio di quelli dietro, ma troppo lontana da quelli davanti. FORSE SE MI TRAVESTO DA KIMI…
    VETTEL E HAMILTON: GRAZIE DI ESISTERE.

    Ah, con questa gara, Gina 2 – Gino 2. Palla al centro.

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