Chissà cosa deve aver provato durante quei giri al comando, con Kimi Raikkonen perennemente alle calcagna e nessuna arma per difendersi se non il suo talento e l’uscita dall’ultima curva.
“It was like driving on ice” (E’ stato come guidare sul ghiaccio) ha confidato Max Verstappen durante la conferenza stampa che ha seguito la cerimonia; lui, che sul ghiaccio in Svezia e sulla neve in Austria ci ha guidato per davvero.
Nessuno si aspettava niente, probabilmente neppure lui. Insomma, in Toro Rosso aveva fatto divertire e mormorare di stupore, ma la vita in un top team era totalmente diversa e il quarto posto in qualifica era già stato abbastanza impressionante. Poi però è successa la cosa più impossibile – e forse anche più desiderata – che potesse accadere: l’harakiri Mercedes.
E il quel momento la gara era come tornata ad uno stadio staminale: poteva prendere qualunque strada. Quella che poi ha preso, sarebbe stata impensabile per tutti, almeno fino al quarantesimo giro, quando ci si è accorti che, sì, la strategia giusta era proprio quella di Max e Kimi e che, sì, quel set di medie poteva arrivare fino in fondo alla gara.
E oggi, a un anno dall’aggiunta del suo nome all’albo d’oro dei vincitori di un Gran Premio di Formula Uno, nonostante le migliaia di speculazioni, il giovane olandese appare ancora blindato dalla Red Bull. Infatti nonostante i rumors secondo cui il contratto che lega Verstappen alla casa austriaca per il 2018 (e anche per il 2019) avrebbe una clausula legata alle prestazioni della macchina e che lo vedrebbero come candidato ad un posto in Ferrari.
“Contrariamente a tutte le voci, non c’è nessuna clausula legata alle prestazioni nel contratto di Verstappen.” ha dichiarato Helmut Marko a Auto Bild. “Dunque, se non lo liberiamo non può passare alla Ferrari”. Lo stesso Verstappen ha smentito tutte le voci, ma si è comunque detto felice dei rumors, dal momento che provano una buona performance.
Chissà cosa deve aver provato quando ha sentito la voce di Christian Horner dopo la bandiera a scacchi. Una semplice frase: soggetto, predicato nominale. Una constatazione che racchiudeva il senso di una vita: “Max Verstappen, you are a race winner”.