Il Gran Premio di Gran Bretagna alla fine ci ha lasciato dubbi e certezze, infatti possiamo dire che quando Lewis Hamilton entra in modalità “Hammer” (martello in inglese) non ce n’è per nessuno e il terzo Gran Chelem stagionale ne è la conferma, mentre nasce l’incognita gomme visti li strani comportamenti manifestati dalle Pirelli Medium (fascia bianca), Soft (fascia gialla) e Supersoft (fascia rossa) durante la gara iniziano a far crescere alcuni dubbi.
Parleremo quindi di gomme, grazie ai dati fornitici dalla Pirelli, ma faremo anche una nostra analisi su quanto successo alle due Ferrari a due giri dalla fine cercando di dare una spiegazione logica.
Mescola Supersoft
La mescola “rossa” si è mostrata molto veloce sul giro secco, perfetta per le prime fasi di gara e ottima per portare gli attacchi alla fine del Gran Premio. Era la gomma più morbida portata dalla Pirelli e si è comportata in maniera perfetta in questo tracciato.
Poteva tranquillamente percorrere metà gara visto che la maggior parte dei piloti che l’avevano usata nella seconda sessione di qualifica si sono fermati tra il 18° e il 26° giro.
Tuttavia queste gomme erano usate, mentre Daniel Ricciardo che partiva dal fondo dello schieramento, a causa dei problemi meccanici, ha optato per montare questa gomma nuova ad inizio gara e per questo è riuscito a percorrere ben 32 giri iniziando una fantastica rimonta.
Il giro più veloce è stato fatto segnare da Max Verstappen al 51° giro perché due giri prima aveva deciso di non rischiare la foratura e ed era rientrato per togliere le gomme Soft. Il tempo è stato di 1:30.678 che è stato più lento di pochi millesimi rispetto a quello di Hamilton.
Mescola Soft
Ecco qui la sorpresa in negativo del week-end. Fino ad ora la gomma gialla si era mostrata un’ottima gomma da gara che regalava ottime performance e stint molto lunghi. In Inghilterra invece qualcosa non è andato per il verso giusto perché a fine gara tre piloti sono stati costretti a rientrare a causa di problemi con le forature e quelli rimasti in pista hanno fatto gli ultimi giri molto lenti per evitare problemi. Detto questo comunque con questa gomma si poteva tranquillamente fare 37 giri come ha fatto Kevin Magnussen, mentre come detto prima Lewis Hamilton ha ottenuto il miglior tempo della gara con 1:30.621.
Prima di riportare le parole di Mario Isola, responsabile del settore Motorsport della Pirelli vediamo di analizzare la situazione che si è verificata negli ultimi giri con le due Ferrari che hanno presentato forature anomale.
Partiamo da Sebastian Vettel, il tedesco della Ferrari è in piena corsa per il titolo mondiale e un week-end “nero” può sempre presentarsi, ma questa volta il tedesco ha commesso una serie piccoli di errori che sono culminati con la foratura a due giri dal termine.
Il primo lo si è visto in griglia quando ha scaldato troppo i freni e quel fumo che usciva dal suo retrotreno ha fatto trattenere il fiato a tutti i tifosi e ha riportato alla mente il disastro del Bahrain dello scorso anno quando la vettura non riuscì nemmeno a schierarsi per un problema al turbo.
La partenza non è stata ottima e anche se il duello con Verstappen è stato appassionante, il tedesco non è riuscito a passarlo pur avendo una vettura molto superiore.
Ecco qua il secondo errore, per non perdere il treno con i primi visto che Seb non riusciva a passarlo in pista, al muretto Ferrari si è optato per una sosta anticipata fatta al 18° giro. Il tedesco ha quindi montato le Soft per arrivare fino alla bandiera a scacchi, ma doveva gestire bene la gomma e invece ha iniziato lo stint con un 1:32 basso per poi fare tempi altalenanti al disotto del minuto e 33 secondi, ma culminati al 38° giro con 1:31.872.
Da qui in poi si è avuto un netto calo di prestazione, sinonimo di una gomma che aveva iniziato ad usurarsi seriamente. Vettel fa due giri al di sopra del 1:33, poi per quattro giri aumenta il proprio tempo di un altro secondo e dopo riscende sul minuto e 33 per poi fare 1:34.390 e 1:35.029 prima di vedere la propria gomma perdere consistenza.
In quei quattro giri su un primo e 34 secondi, Vettel ha anche subito il sorpasso di Valtteri Bottas che ha portato all’errore che gli condizionerà la gomma.
Dalla foto qua sotto si vede il bloccaggio alla chicane per difendersi dal finlandese della Mercedes e cinque giri dopo la stessa gomma va a perdere azoto afflosciandosi completamente.
La foratura di Vettel è quindi riconducibile ad un suo errore e ad una non perfetta gestione della gomma che con troppi giri alle spalle ha fatto quella fine.
La foratura di Kimi Raikkonen invece è leggermente più misteriosa. Il finlandese della Ferrari si è sempre mostrato un ottimo gestore della gomma e quindi un po’ stupisce, ma ciò che risulta strano è che la gomma della vettura numero 7 sembra essersi “sfilacciata” come se il battistrada era terminato e la tela all’interno dello pneumatico fosse stata portata all’aria aperta.
Il primo fenomeno a cui molti pensano è il blistering che durante il week-end si è manifestato su tutte le vetture, ma anche le temperature non proprio ottimali hanno forse portato la gomma Soft, che come ben sappiamo è High Working Range, ad un comportamento anomalo.
Tuttavia la risposta più scontata è da ricercare in altri fattori. Le forature si sono manifestate su due vetture appartenenti alla stessa scuderia e questo può far pensare che un set-up troppo aggressivo ha dato riscontri negativi, ma la Pirelli sta indagando su quanto accaduto, come ci ricordano le parole di Mario Isola: “Il Gran Premio di Gran Bretagna ha avuto un epilogo amaro per entrambi i piloti Ferrari, con Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen che hanno accusato un problema ad uno pneumatico in un finale di gara molto combattuto. È un vero peccato e ovviamente il problema sarà subito esaminato assieme al team per capirne le cause”.
Quindi attendiamo la risposta della Pirelli nei prossimi giorni per spiegare questo strano comportamento di una gomma che fino ad ora non aveva mostrato segni di debolezza.