Il Gran Premio d’Austria ha offerto tanti spunti interessanti, dalla grande gara di Valtteri Bottas all’allungo nel mondiale di Sebastian Vettel. Ciò di cui, invece, non si è parlato molto, è stata la gara di Kimi Raikkonen, bollata da molti come insoddisfacente senza neanche analizzare a fondo l’importanza che il pilota Ferrari ha avuto nella sfida mondiale.
Sicuramente un grande impatto sulla gara della Rossa numero 7 l’ha avuta la partenza, in cui Raikkonen nulla ha potuto contro l’attacco di Daniel Ricciardo che lo ha costretto ad andare fuori pista per ben due volte, perdendo la posizione proprio sul pilota della Red Bull e su Romain Grosjean. Una mossa, quella di Ricciardo, che ha messo in mostra una lacuna, e allo stesso tempo un pregio, del campione del mondo 2007: Kimi probabilmente è l’ultimo vero “galantuomo” del volante, sempre corretto in pista e ai microfoni, ma forse questo è un atteggiamento che non “funziona” più in Formula 1. Oggi i piloti sono molto aggressivi e sfruttano la minima occasione, anche al limite, proprio come fatto da Ricciardo in curva 3, spingendo Raikkonen fuori pista.
Sebbene, comunque, il pilota della Ferrari non avesse il passo dei primi nel primo stint, la sua gara è stata di vitale importanza per la Scuderia di Maranello, influenzando pesantemente la gara di Hamilton, costringendolo ad una strategia non ottimale. Nonostante l’evidente superiorità della Mercedes sui rettilinei, grazie ad un assetto più scarico e ad una leggero vantaggio di motore, il sorpasso per Hamilton sembrava impossibile, perdendo importanti e preziosi secondi, tanto che è stato costretto a cambiare strategia, perdendo il vantaggio della supersoft iniziale per provare l’undercut. Undercut ovviamente riuscito grazie alla performance della gomma ultrasoft e al miglior passo di Hamilton, ma che ha costretto l’inglese ad una seconda parte di gara dal punto interrogativo: come si sarebbero comportante le ultrasoft di Hamilton nei 40 giri restanti?
È proprio in questo momento che la Ferrari ha preso la decisione, una svolta importante nella gara del finlandese: recependo anche le prime difficoltà del rivale sulle ultrasoft, alle prese con problemi di grip e di oversteer, i meccanici di Maranello hanno pensato di allungare lo stint del proprio pilota, sperando in un decadimento verso fine corsa di Hamilton e della concretezza mostrata da Raikkonen sulla mescola supersoft durante il week end austriaco. Una strategia che sembrava funzionare, sia per il fatto che su ultrasoft usata Kimi stava facendo ottimi tempi, avvicinandosi tantissimo al passo di Bottas in testa alla corsa – anche se ovviamente non abbastanza per arginare Hamilton – sia per la concretezza mostrata con le gomme rosse nei primi giri dopo il pit stop. Una strategia che sembrava funzionare sino a quanto proprio Raikkonen è stato costretto da Palmer, in fase di doppiaggio, ad andare largo in curva 1, perdendo tutto il tempo recuperato sino a quel momento, circa 4 secondi. A quel punto il finlandese, considerato anche che i giri rimasti non sarebbero stati sufficienti a ridurre nuovamente il gap, ha deciso di non forzare e di risparmiare anche il motore, alzando notevolmente il proprio passo.
Vi è inoltre anche da considerare come questa mossa abbia influenzato anche la gara di Bottas, anche se in modo indiretto. Il finlandese della Mercedes è stato costretto a tardare il pit stop proprio per evitare di trovarsi dietro al connazionale della Ferrari, cosa che avrebbe potuto causargli qualche piccolo problema in fase di sorpasso. Questo, però, ha dato anche la possibilità a Vettel di recuperare parte dello svantaggio accumulato nella prima parte di gara, avvicinandosi pericolosamente al pilota in testa alla corsa.
Quella di Raikkonen, seppur non particolarmente entusiasmante dal punto di vista del risultato finale, è stata una gara importante che ha condizionato tutti i rivali in corsa e la corsa al titolo: ha offerto, indirettamente, la possibilità a Vettel di recuperare tempo su Bottas per tentare un attacco per la vittoria, ed ha influenzato pesantemente la gara di Hamilton, levando all’inglese la possibilità di lottare concretamente per il podio e 3 importantissimi punti in classifica.