Ho rischiato il linciaggio pensando di parlare di Kimi, nell’ultimo articolo. Ma ne sono uscito incredibilmente molto bene. Direi un grazie a voi, e un applauso a me, per non aver scatenato l’ira di nessuno.
Sono rimasto però con una strana sensazione in bocca, perché per me è stato come mangiare delle gallette di riso, che sai che dovrebbero avere un gusto, magari di riso, ma in realtà quando le assaggi, è come aver mangiato l’aria.
Questo perché, quello che mi è mancato più di tutto il resto, anche a causa dello stop della F1, è il poter CRITICARE qualcosa o qualcuno. Il prendere in giro un personaggio (e si faccia molta attenzione a “personaggio” e non “persona”) per i suoi comportamenti o per le sue azioni.
Quindi, oltre al fatto che me l’ero promesso da tempo, e che questo articolo spingerà sicuramente i più “paraocchiati” di voi a ribadire incomprensibilmente la mia appartenenza al gruppo dei grigi (non gli alieni, ma i Mercedessiani), ho deciso di recuperare il mio senso critico con il personaggio più amatodiato del paddock, con colui che è riuscito a splittare i fan della F1 in due linee di pensiero: “sono un suo grande fan” o “è solo un lamentoso ipocrita che si veste buttandosi nell’armadio”.
Sto ovviamente parlando di Luigi “sento le vibrazioni solo quando sono secondo” Hamilton.
Lasciando perdere il discorso fatto “alla Kimi”, di cui già non ricordate più nulla, ed evitando di partire da quando Lewis era solo un bimbo che amava correre coi kart, direi che è sufficiente soffermarci sulle ultime stagioni.
Prima di fare questo, però, rispondiamo oggettivamente ad alcune semplici domande:
– È un fenomeno? Sì. O sarebbe al posto di Ma….gnussen. O peggio, di Massa 😉
– È un campione del mondo? A voja. E battendo grandissimi piloti.
– È lamentoso? Certo. O non si lamenterebbe anche della fame nel mondo, ma solo quando è 2°.
– È ipocrita? Uccidetemi tutti, fan di Hamilton, ma YES. O, non sarebbe “amicone di Vettel”.
Basterebbe questo per classificare Luigino e per chiudere il discorso.
Ma avete capito che sono in fase ispirata, che sono in fase critica, e quindi sia per potermi uccidere, che per potermi dire “grande! Adoroh quello che hai detto!” vi tocca leggere fino in fondo.
Prima di tutto, però, c’è una cosa fondamentale da dire del “personaggio” Lewis Hamilton.
Lewis è DIVERSO da tutti gli altri piloti. Lewis è social, è “interattivo”, è (volente o nolente) l’immagine della F1, da fuori, per chi oggi la formula 1 non la guarda.
E il motivo è semplice. Siccome direi di non andare a parlare degli altri, che tanto a parte i due RB e Alonso, il resto non se li fila nessuno, se pensiamo ai soli piloti Ferrari, beh, a livello di interazione mediatica, siamo messi maluccio eh.
Forse ci dimentichiamo che i piloti, oggi, sono visti ANCHE come uomini di spettacolo, che dovrebbero rappresentare di facciata la F1 in generale. Non possiamo mica sperare che un Carey coi suoi baffoni, o un Brawn con il suo faccione quadrato, o peggio un Jean “Alvaro Vitali” Todt, siano il “poster” dell’automobilismo di un certo livello! Se vogliamo puntare a riportare un bel po’ di fans a guardare la F1, oltre a dover far diventare questo sport di nuovo intrattenente e spettacolare (e siamo moooolto lontani a livello tecnico da questo), occorrerà che da fuori, chi non si è mai appassionato a questo mondo veda delle facce note che lo convincano a “perdere del tempo” davanti ad uno SkyGO che non funziona, o davanti a una differita Rai.
Il paragone ce l’abbiamo sotto agli occhi. Abbiamo appena assistito ad un evento mediatico MONDIALE: l’incontro Mayweather McGregor. Un incontro che avrebbe attirato FORSE il 30% della totalità di persone che poi hanno effettivamente fatto saltare i server della diretta per le troppe connessioni avvenute per seguire questo evento. Ma grazie alla PROMOZIONE fatta da questi due “perfetti sconosciuti” sono stati fatti registrare record mai visti.
E allo stesso modo, uccidetemi tutti, ma immaginate per un attimo di non seguire PER NULLA la F1.
Se vi chiedessi di fornirmi le poche conoscenze che vi ritrovereste ad avere di questo sport, mi dareste il nome dei piloti Ferrari (perché li nomina il TG quando vincono qualcosa) e il nome di Hamilton.
Questo perché è praticamente DAPPERTUTTO, ha amici cantanti, attori, atleti, e perché onestamente, vuoi per ego, vuoi per carattere, vivrebbe MOLTO bene una situazione coi fan e media stile Nascar. Cosa che non farebbero molti degli altri piloti e cosa che è pesata ad Alonso, anche se solo per una gara.
CERTO. Non ci sono solo pregi in questo. Bisogna anche vedere CHE TIPO di immagine si dà di se stessi, e quindi della F1. E direi che i calzini sopra i pantaloni, assieme a treccine e tuta da meccanico leggermente strappata a lato, FORSE non sono il massimo della professionalità.
Ma detto tutto questo, arriviamo al dunque. Alla rappresentazione di come Luigino davvero è, in funzione del tipo di situazione in cui si trova.
A questo punto, con grande piacere, vi presento le FASI DI LUIGINO.
LEWIS DA PRIMO IN CLASSIFICA
Ci è capitato di vederlo parecchio negli anni passati, e in alcune gare, della prima fase di questo mondiale, quando Bottas ancora non aveva capito quale dei due pedali fosse l’acceleratore. Oltre che nella gara di ieri.
Allegro, sorridente, disponibile con fotografi e fan, sempre pronto con “mi amano tutti e io amo loro” anche quando è sommerso dai fischi. Della serie “amo infinitamente tutti i miei tifosi” anche se l’unica bandiera inglese presente sul circuito è quella tenuta dalla signorina davanti alla posizione in griglia di partenza.
Superiore a tutto e tutti, come in quest’ultimo GP, è capace di finire la gara e di tirare fuori, a colloquio con Vettel, uno spavaldo “mi eri vicino, perché IO ti ho tenuto vicino”.
Quando è in questa fase, poi, è in grado addirittura di elogiare gli avversari, e soprattutto, essere il suo ingegnere di pista deve essere la cosa più bella del mondo. Zero lamentele, zero fastidi, nessun problema, gli metti Jay-Z nella radio e lui si fa 60-70-80 giri senza manco chiedere quando entrare per la sosta ai box.
IMBATTIBILE mentalmente e in pista.
Immagine rappresentativa:
LEWIS DA SECONDO IN CLASSIFICA: col compagno davanti
Ecco, questa è una situazione particolare che richiede una differenziazione. Per la prima parte del mondiale 2017, si ritrova con Bottas nuovo compagno incapace di picchiare i pugni sul tavolo per far valere i propri diritti e potenzialmente all’oscuro della famosa “manetta” per l’aumento della potenza. In questo caso, anche se dietro, un Ginetto sempre sereno si vedeva già dal giovedì, consapevole del fatto che avrebbe avuto vita estremamente facile. Un Lewis rilassato, calmo, dal “domani faremo sicuramente meglio”. Consapevole di avere il coltello dalla parte del manico, una delle scene più emblematiche è quella delle interviste per la pole del GP d’Austria, in cui invita caldamente Bottas, con un gesto da “gang del bosco” a seguirlo nel box, lasciando Vettel da solo.
L’ingegnere di pista, poi, ancora con vita facile. Con un solo compito: “Lewis, sei più veloce di Valtteri. Raggiungilo e poi NON ESISTONO ORDINI DI SCUDERIA”.
In questo caso, una immagine rappresentativa la vedrei così:
#IMG 3 – HAMILTON CON CANE IN B&W
L’Hamilton invece del penultimo GP è sicuramente diverso. È un Hamilton che si avvicina sicuramente di più alla prossima fase. Lamentoso sin dall’inizio del weekend, ma che per la gioia del suo ingegnere ha “problemi” con la radio durante tutta la gara, tanto da non poter comunicare coi box e da non poter ripetere sempre le stesse cose. Problemi a gomme, motore, cambio, sospensioni e qualsiasi altra cosa abbia di funzionante in macchina. Soprattutto, nello scorso GP, situazione al limite dell’inverosimile, pareva addirittura aver perso la predominanza nel team, il suo ruolo di comandante in pista, che ha il diritto di essere trattato meglio dell’altro.
Ridare la posizione ad un compagno di squadra, non gliel’avevo mai visto fare. IMPENSABILE, per uno come Lui.
MA, per aver accettato di fare quella manovra, ovvero di ridare posizione al compagno all’ultima curva come pattuito, praticamente dando l’immagine di sé come di un pilota estremamente rispettoso, e allo stesso tempo rischiando di affondare da solo la sua predominanza nel team, da parte mia ha tutto il rispetto che merita. Nonostante sia stata un’azione stupida e io sia totalmente d’accordo con Lauda.
Direi che l’immagine che rappresenta di più l’evoluzione dell’allievo Bottas, e del loro rapporto, sia:
Anche se tranquilli, Lewis è primo pilota, Bottas è destinato a stare dietro, e come si è visto nell’ultimo GP, mi aspetto un…
LEWIS DA SECONDO IN CLASSIFICA: con una Ferrari davanti
Questo è il Luigino che inizia a vedere il baratro. Entra nel tunnel, e non è quello di Monaco. La macchina diventa terribile, lui si deprime. Le gomme hanno le vibrazioni, le sospensioni troppo rigide, il cambio inizia a dare problemi, il motore non eroga la potenza adatta, nel mondo ci sono troppe guerre, il buco dell’ozono si allarga e prima o poi moriremo tutti.
Inizia a fare comunicazioni radio ogni 3 curve, a chiedere info sugli altri, sul compagno, su Magnussen, persino su quelli usciti alla prima curva, se necessario. Si irrigidisce, e soprattutto, inizia a commettere errori.
Probabilmente non abituato a perdere, non abituato a vedere la Mercedes migliore di tutte le altre, nel momento in cui non ha tutto sotto controllo piuttosto che spingere inizia a pensare a cosa dire ai microfoni a fine gara. Una situazione che per anni aveva tranquillamente evitato, ma che quando si ripresenta gli fa venire la pelle d’oca.
Cosa di cui si lamenta comunque con l’ingegnere.
LEWIS CON MERCEDES CHE PARTE SFAVORITA
Dopo delle stagioni in cui la Ferrari non andava bene manco sul circuito di Fiorano, e a mala pena sul banco prova o al CFD qualche componente poteva dare segnali positivi, quest’anno, incredibilmente, può capitare anche questo. Che la Mercedes in qualche GP NON sia la macchina da battere. A parte il fatto che a quel punto nella sua testa sono sicuro gli passi l’idea di voler essere in rosso anche solo per quella gara, anche solo per quei pochi giri, due sono le cose che succedono OGNI volta in questa situazione: 1) lui sa che è sfavorito e parte con le mani avanti, della serie “cercheremo di contenere i danni”, già dal giovedì mattina, che ancora non gli hanno scaricato la macchina dal camion, e 2) sa che quella si può tranquillamente usare come scusa per giustificare una prestazione grigina, da Mercedes spenta.
LEWIS CON COMPAGNO VINCENTE
Questa situazione è mooolto strana! Un po’ perché le uniche volte che ha dovuto lottare con un compagno combattivo è stato tempo fa con Alonso, e l’anno scorso con Rosberg. Il primo duello con tutti i casini successi che spiegano anche perché l’asturiano sia ancora costretto a rodersi il fegato in casa McLaren con un motore che non dura 4 curve e che si blocca se va troppo veloce spinto dalla scia del compagno in qualifica, e quello con Nico finito come quello con Nando. Toccatine, screzi, cambi di meccanici in corsa, pareti alzate per evitare spionaggi da traditori, libri sulla vita di Hamilton, niente scambio di telemetrie, e nemmeno saluti per Natale e feste varie. Situazione che ora è riuscito ad evitare mooolto saggiamente chiedendo, e anzi, probabilmente ponendo un veto sulla nuova figura di “fido” compagno che gli doveva essere affiancato dopo l’addio di Nico, riuscendo ad ottenere Bottas, il migliore amico dell’Hamilton. Uno che di problemi, comunque, non gliene dà, e non gliene darà, dato che tanto è bloccato da una “clausola non scritta”, ma sottintesa, dal fatto che il contratto fattogli è stato di un solo anno. Della serie “se sgarri, ciaone. E prendiamo Vehrl…no beh poi pensiamo bene a chi prendere ma tu intanto ciaone.”
L’Hamilton con il compagno vittorioso comunque è fortemente instabile e volubile. Oscilla tra momenti di estrema falsa tranquillità davanti ai giornalisti e teamradio folli e sopra le righe con il suo ingegnere. Non vorrei essere uno dei suoi meccanici in quelle occasioni, sempre sotto pressione per possibili accuse insensate che manco fossi una strega ai tempi dell’inquisizione. Si dimostra forte e deciso davanti ai tifosi, dopo una vittoria, ma sotto sotto è turbato dall’ansia di fallire e se la paura di perdere lo assale, le sue prestazioni si appannano. Più che un mental coach, gli servirebbe uno psicologo.
LEWIS CON COMPAGNO FUTURO CAMPIONE DEL MONDO
Qui dovremmo suonare la marcia funebre. Famosissimo il suo comportamento ad Abu 2016 (con Nico dietro di lui) in cui Luigino smette anche di “correre” pur di riuscire a compattare il gruppo, in un tentativo disperato di riconquistare un mondiale non più dipendente da lui. La voce depressa, il sottofondo di una canzone triste di Adele, il ricordo dell’amore di Nicole andato per sempre e la disperazione della friendzone in cui l’ha recluso Rihanna.
Per fortuna però, con due rinnovi stile Ferrari anche in casa Mercedes, un triennale a lui e uno a tempo determinato con pagamento in voucher a Bottas, almeno per un po’ avremo ancora vestiti pacchiani, treccine colorate e tante vibrazioni, ma niente eclissi di Luna.