Che il Gran Premio di Singapore fosse accreditato alla vigilia come portatore di sorprese era plausibile, ma nessuno si aspettava così tanto. Il week-end di Marina Bay, dalle novità del venerdì fino alle conclusioni dolorose in casa Ferrari della domenica, ci ha davvero regalato colpi di scena improbabili e quanto mai decisivi anche in prospettiva del titolo mondiale.
In un gran premio che passerà alla storia per il “suicidio ferrarista”, riviviamo gli attimi più intensi, emozionanti e sportivamente crudeli che ci lascia in eredità la 10° edizione del Gran Premio di Singapore, in una notte resa ancor più scura dagli incubi di Maranello sotto una pioggia traditrice.
VENERDI’: IL GIORNO DEGLI ANNUNCI
La tradizione della Formula 1 rispetta una legge non scritta: solitamente infatti, gli annunci ufficiali dei team e dei piloti vengono resi pubblici in concomitanza con il Gran Premio d’Italia. Almeno per il 2017, questo non è accaduto. Il fine settimana che segna la svolta per tante realtà nel 2018 coincide invece con Singapore, giunto quest’anno alla sua 10° edizione in Formula 1.
Ancor prima che il week-end di Marina Bay abbia ufficialmente inizio, il primo a dare in pasto comunicazioni ufficiali ai suoi tifosi è Valtteri Bottas. Il finlandese della Mercedes, chiamato quest’anno dalla casa tedesca per sostituire il campione del mondo in carica Nico Rosberg (lo stesso che ha annunciato di ritornare nell’ambiente delle corse in qualità di manager di Robert Kubica), ha infatti rinnovato con la regina dell’era ibrida per il 2018.
In un certo senso, Bottas è l’unico pilota ad aver annunciato un rinnovo contrattuale insieme a Sergio Perez, anche se il messicano ha felicemente annunciato il proseguo del matrimonio con la Force India solo dopo la bandiera a scacchi.
Per quanto riguarda i piloti, il terzo protagonista assoluto è stato Carlos Sainz: lo spagnolo della Toro Rosso ha infatti annunciato la firma del contratto per il 2018 con la Renault. La stessa casa francese non ha però comunicato chi tra Hulkenberg e Palmer lascerà il posto a Sainz, sul quale girano voci su un possibile approdo in Renault già a stagione 2017 in corso, spodestando così il sedile di Palmer. Curiosamente, sia Sainz che Palmer sono stati protagonisti, in gara, del loro miglior risultato in carriera.
In attesa di capire come si svolgeranno gli eventi, la sfida indiretta tra i due in chiave futura resta apertissima.
Chiuso il capitolo riservato ai piloti, anche il fronte dei team ha annunciato grosse novità per la stagione che verrà:
dopo tre anni di collaborazione segnata da enormi difficoltà e da continue delusioni, il matrimonio tra la McLaren e la Honda si è definitivamente consumato a Singapore. Il team inglese, desideroso di tornare prima possibile ai livelli che le spettano, ha infatti stretto un accordo con i motori Renault a partire dalla prossima stagione, divorziando con la casa giapponese.
Effetto contrario invece per la Toro Rosso: sempre dall’anno prossimo infatti, la scuderia di Faenza abbandonerà la motorizzazione Renault per accogliere proprio le power unit Honda. Un valzer di novità che renderà la F1 del 2018 ancor più ricca di curiosità e aspettative.
SABATO: LA POLE DI VETTEL
La gara di Marina Bay rappresenta il capitolo più nero e deludente per la Ferrari in questo 2017. Eppure, se si analizza quanto accaduto soltanto 24 ore prima, la prestazione della casa di Maranello aveva riacceso gli animi dopo la brutta prestazione di Monza. Data come una delle favorite per la vittoria, insieme ad una Red Bull in spolvero durante le prove, è stata proprio la Ferrari a conquistare la pole position del Gran Premio di Singapore, grazie ad un giro perfetto di Sebastian Vettel. Il tedesco, abile a respingere gli attacchi delle due Red Bull, ha così conquistato la 60° pole position in carriera, aggiudicandosi anche l’80° partenza dalla prima fila. Considerato anche il 5° posto in griglia di Lewis Hamilton, per una volta in difficoltà durante le qualifiche, la Ferrari poteva contare sul proprio pilota anche per il controsorpasso in classifica mondiale. Un altro motivo in più per stare allegri è anche un dato statistico non molto considerato dai media: con la pole di Marina Bay, i motori Ferrari hanno conquistato la 213° pole della loro storia, andando ad eguagliare il record assoluto che apparteneva ai motori Renault.
Un dato curioso che poteva fare da apripista a sentimenti e previsioni positive, e invece…
DOMENICA: L’INCUBO NELLA NOTTE PIOVOSA
100 metri. Sarà stata questa, più o meno, la durata del Gran Premio per entrambe le Ferrari, coinvolte in una carambola al via con la Red Bull di Max Verstappen. Un incidente assurdo e per certi versi sfortunato, capace di mettere fine alla gara dei tre piloti (e dell’incolpevole Fernando Alonso) ancor prima della prima curva. In tutto questo caos ne approfitta proprio Lewis Hamilton, che dalla 5° posizione di partenza si ritrova clamorosamente in testa alla classifica, e ci rimarrà fino alla fine. In questo articolo non esamineremo quali siano state le colpe dei piloti coinvolti, e non cercheremo di trarre conclusioni, anche se la direzione gara ha già archiviato i contatti come “incidente di gara”, senza penalizzare nessun pilota. Ognuno, tra esperti del settore e semplici appassionati, si è fatto una propria idea sull’accaduto, con opinioni diverse e discordanti, dai toni polemici ed aggressivi fino a quelli più pacati che tendono all’assoluzione, e che si aggrappano alla sfortuna.
Ognuno ha la sua idea, e la rispettiamo. Piuttosto, al termine di questa gara è lecito affrontare un dubbio tanto preoccupante quanto realista: quanto questo incidente avrà ripercussioni sul titolo mondiale?
E’ pur vero che Vettel ha tutte le carte in regola per poter tentare una rimonta su Hamilton. Ma con 6 gare a disposizione, e 28 punti da recuperare, il mondiale si può già dichiarare chiuso?
Ai posteri l’ardua sentenza.
RED BULL E MERCEDES: ILLUSIONE E SORPRESA
Sin dalle prime sessioni di prove libere è emerso un dato insindacabile: la Red Bull, sul circuito di Marina Bay, aveva una marcia in più sulla concorrenza. Si sapeva che su questo tracciato la Mercedes sarebbe andata in leggera crisi rispetto al team austriaco ed alla Ferrari, ma nessuno si aspettava che il divario sarebbe stato più ampio. Se una tra le monoposto di Ricciardo e Verstappen non è riuscita a conquistare la pole, il merito lo si deve a Vettel, autore di un giro perfetto che gli è valso il miglior tempo assoluto.
E invece, come d’incanto, le carte si sono mischiate clamorosamente in gara. Tralasciando i ritiri di entrambe le Ferrari e di Verstappen, che hanno favorito la fuga della Mercedes, la Red Bull di Ricciardo non si è mai dimostrata minacciosa nei confronti di Hamilton. E’ pur vero che il ritmo dell’australiano era superiore a quello di tutte gli altri (compresa la Mercedes di Bottas, che si è fatta vedere solo nel finale), ma il divario di performance tra la Red Bull ed Hamilton è stato ampio, troppo ampio. Nessuno si aspettava un’inferiorità del team austriaco in gara, così come nessuno si sarebbe atteso un’improvvisa rinascita della Mercedes.
HAMILTON VOLA IN CLASSIFICA E COGLIE L’OCCASIONE PER IL MONDIALE
Lewis Hamilton accetta e ringrazia, quasi incredulo, l’incredibile regalo impacchettato dalla Ferrari, aggiudicandosi così il Gran Premio di Singapore. Per il pilota inglese, dato come totale sfavorito per la vittoria finale, si è trattato del 60° successo in carriera, ed è forse uno dei più importanti di sempre. Grazie a questo 1° posto, il pilota della Mercedes aumenta il distacco da Vettel, portandosi a 28 punti di vantaggio sul ferrarista a 6 gare dalla fine.
Malesia, Giappone, USA, Messico, Brasile ed Abu Dhabi. Il mondiale si giocherà in queste sei restanti tappe, tra ottobre e novembre.
Riuscirà Lewis Hamilton a conservare intelligentemente il vantaggio, o prevarrà la forza e la determinazione di Sebastian Vettel?
E’ incredibilmente difficile stabilirlo, se non addirittura impossibile. Ma se si dovesse verificare il primo caso, una voce importante in questo capitolo sarà collegata a quanto accaduto a Singapore.