Marina Bay indigesta ai mondiali Ferrari. Il 2017 come il 2008?
Il Gran Premio di Singapore 2017 è appena passato alla storia con un risultato clamoroso. Non tanto per la classifica finale, quanto per l’incidente che ha messo fuorigioco entrambe le Ferrari alla partenza, proprio in una gara dove avrebbero potuto riaprire la lotta al mondiale, con Vettel chiaramente favorito per sorpassare il rivale Hamilton in classifica pilota. E invece, proprio a causa di questo clamoroso quanto sgradevole incidente, la situazione si complica terribilmente. Hamilton, che si è anche portato a casa la vittoria, ha allungato la leadership del mondiale, portandosi a 28 punti di vantaggio su Vettel a sei gare dalla conclusione del campionato.
Se la lotta al titolo dovesse sorridere al pilota inglese della Mercedes, un grosso contributo su questa ipotetica vittoria sarebbe da attribuire senza dubbio al doppio-KO Ferrari di Marina Bay.
In un certo senso, dopo questo fatto, si può anche etichettare il tracciato “by night” di Singapore come “indigesto” per la storia ferrarista, specialmente se lo stesso “Cavallino rampante” si trova in piena lotta per il mondiale.
A Singapore si corre “solamente” da dieci anni, ma già in passato questo luogo è stato teatro di disfatte ferrariste, rovinando alla rossa tutti i progetti mondiali. Un caso simile a quello del 2017 si verificò infatti nel 2008, in occasione della prima edizione di questo gran premio: anche in quella circostanza ci fu un incidente assurdo, che compromise il mondiale (anche se questo non si risolse fino agli ultimi metri dell’ultima gara in calendario). In quel caso la pista fu la stessa, ed il rivale per il titolo era ancora una volta Lewis Hamilton, anche se quest’ultimo correva ancora per la McLaren. L’unico personaggio diverso da oggi era il pilota che sedeva sulla Ferrari: Felipe Massa.
Rivivendo quanto accaduto nel 2008, l’augurio per la Ferrari e per Vettel è solo uno: che il verdetto del mondiale non sia lo stesso di nove anni fa.
IL PRECEDENTE
Il calendario di Formula 1 2008 prevede, per la prima volta in assoluto, anche la tappa in Singapore. Il circus si prepara all’appuntamento asiatico con Lewis Hamilton in testa alla classifica, in vantaggio di un solo punto sul ferrarista Felipe Massa. La Formula 1 si prepara ad ospitare il primo gran premio in notturna della storia ancora sbalordita da quanto accaduto nella gara precedente: a Monza, contrariamente alle aspettative generali, la pioggia tormenta i piloti sia in qualifica che in gara. Ci si aspetterebbe dunque la zampata del campione, ma a conquistare ed a vincere la corsa è invece un outsider: Sebastian Vettel. Il tedesco, quasi inconsiderato fino a quel giorno, conquista così la sua prima pole e vittoria della carriera guidando come un campione affermato, regalando alla sua Toro Rosso il suo unico successo della sua storia.
Ma l’800° gran premio della storia della F1, quello che si deve svolgere a Singapore sull’isola di Marina Bay, deve essere per forza favorevole ai protagonisti del momento, con Vettel che si deve “accomodare” in mezzo al gruppo.
Curiosamente, proprio come accaduto sabato scorso, la pole position del 2008 va a finire proprio nelle mani della Ferrari, con Massa che conquista la pole davanti al suo avversario diretto.
La situazione non cambia nemmeno nella prima parte di gara, con il brasiliano che scatta alla perfezione al via tenendo a debita distanza la McLaren del rivale. Già si prospetta il tanto desiderato sorpasso in classifica piloti di Massa su Hamilton, e più si completano i giri più questa sensazione sembra realmente alla portata.
E invece, ecco il primo colpo di scena. La Renault di Nelson Piquet Jr., dopo 15 giri dalla partenza, finisce in testacoda andando a sbattere contro il muro. L’incidente non è grave, ma data la posizione pericolosa della monoposto in mezzo alla pista viene decretato l’ingresso della safety car. Quello che in un primo momento appare come un incidente normale di gara, verrà poi smentito da un’inchiesta clamorosa: il crash gate.
Piquet infatti andò infatti volontariamente a sbattere per favorire l’ingresso della safety car, dietro indicazioni dell’allora team principal Flavio Briatore. Con l’entrata della vettura di sicurezza, il compagno di squadra Fernando Alonso ha così l’occasione di fermarsi ai box immediatamente, vincendo poi la gara proprio grazie alla comparsa della safety car e dello stravolgimento delle strategie. L’inchiesta della FIA porta alla radiazione dalla F1 di Briatore e Pat Symonds (sentenza che modificherà le radiazioni solo nel 2010), con la fine della carriera in F1 per il manager piemontese. Ad ogni modo quella che resta una delle pagine più brutte dell’intera storia di questa categoria, non fu l’unico colpo di scena di quella corsa.
Massa, rientrato ai box con la safety car in pista, è infatti protagonista di un incidente che, a detta di molti, gli costerà il mondiale.
Durante il rifornimento qualcosa va storto. Il bocchettone della benzina rimane infatti bloccato nel serbatoio della Ferrari, ma al pilota brasiliano viene dato erroneamente l’ok per ripartire. Il risultato è tanto rischioso quanto incredibile: Massa infatti riparte con ancora il bocchettone attaccato alla monoposto, ferendo un meccanico in modo lieve. In piena pit lane il bocchettone si stacca completamente dalla base, con la benzina che fuoriesce pericolosamente in pit lane. Massa è dunque costretto a fermarsi ed attendere i meccanici, i quali giungono a piedi verso la Ferrari del brasiliano, staccandogli il bocchettone e riammettendolo in pista. Quando però la Ferrari torna regolarmente sul tracciato, Massa è ultimo, ed il suo compagno di squadra Raikkonen, che doveva fermarsi ai box dopo il brasiliano, perde tempo prezioso e scivola anch’egli in fondo al gruppo.
La gara si conclude quindi con la vittoria di Alonso, seguito dall’ottimo Nico Rosberg su Williams e da Hamilton, 3° al traguardo. Grazie al podio ottenuto, Hamilton balza in testa al mondiale ad 84 punti, contro i 77 di Massa, rimasto fuori dalla zona punti (all’epoca il sistema di attribuzione dei punti era diverso da quello attuale).
Al termine del mondiale, in molti puntarono il dito su Singapore come tappa responsabile della sconfitta di Massa nella lotta al titolo.
Oggi, a nove anni di distanza da quei fatti, l’augurio è che la pista di Marina Bay non sia ancora il teatro della condanna ai sogni mondiali ferraristi.