“Che tu sia un angelo od un diavolo, ho 3 domande per te. Chi prende l’Inter? Dove mi porti? E poi dì, soprattutto, perché?”
Luciano Ligabue – Hai un momento Dio?
Che Fernando Alonso fosse nel posto sbagliato al momento sbagliato lo si era capito già qualche anno fa, ai primi giri con il team di Woking. Poi, quando il peggio sembra alle spalle, arriva la sfortuna. E li puoi solo alzare gli occhi al cielo e chiederti perché.
Quando è tornato in McLaren, nel 2015, qualche promessa di troppo gli è stata fatta. GP2 engine, come ama dire l’asturiano. Una frase che sintetizza power unit, differenze e si, anche le batoste prese sul dritto. Ma soprattutto fa ombra a quella luce sempre più fioca che muove l’adrenalina, che ti da la forza per stare al passo coi tempi – perchè capita di dover lottare con gente che ha la metà dei suoi anni – e con le prestazioni. Non le monstre, quelle dei primi della classe. Ma quelle degli altri, che riesci a tenerti dietro nonostante il disagio.
Tra sportellate e ritiri altrui, il primo annus horribilis in McLaren-Honda gli ha regalato un quinto posto in Ungheria, che sa tanto di contentino per i cinque zeri collezionati in campionato sino ad allora. Un fulmine a ciel sereno purtroppo, perché per quell’anno sarà la sua seconda ed ultima volta a punti. Col passare dei mesi ed alla sua seconda stagione con la nuova monoposto i risultati crescono, per meriti della squadra – pochi – e per demeriti altrui, questi molti di più.
Quest’anno gli appuntamenti con la top ten sono già due. Potevano essere tre, se solo non si fosse trovato di nuovo nel posto sbagliato e soprattutto nel momento sbagliato. Stavolta sa davvero di beffa. Già, perchè una partenza così e una lotta con i migliori la sognava da anni, ma sembra essere sempre più un tabù.
Messo nel mirino, puntato e centrato in pieno dai protagonisti del botto iniziale. E mentre il mondo si interroga sulle colpe dell’incidente allo start, lui è tornato mestamente al box, quando – strano ma vero – il podio era a portata di mano. Era lì davanti, dove voleva essere da un po’, ma qualcuno ha deciso che fosse troppo. Che stare sotto le stesse gocce di pioggia di chi ti ha rubato vette e palcoscenico non fosse giusto. Troppo presto per tornare grande. Troppo tardi per volersi di nuovo accodare.
La #F1aFavola di Singapore ha Fernando Alonso come protagonista. Senza lieto fine, ma non senza emozioni. Chiunque, anche lui, vorrebbe cancellare i primi 200m di quel GP. Ma il loro mestiere è correre, comunque vada. Quindi animo, Nando!