L’ultima volta che la mia vita è stata così dura è stata la domenica del GP di Baku, in cui Hamilton dietro la SC fa quello che fa (o quello che non fa, ovvero accelerare), Vettel lo tampona e il tutto finisce a ruotate in pista, a lettere di scuse a Parigi e a schiaffi virtuali su Twitter.
In quel periodo mi capitò di essere appioppato automaticamente all’interno di gruppi non ben definiti di simpatizzanti Mercedes. Venni visto peggio dei gruppi fandom di Lewis Hamilton. E venni additato di essere un complottista contro la Ferrari.
Si insinuò persino che io fossi pagato da Mercedes Benz italia (Che saluto calorosamente, e che se volesse pagarmi davvero io sono qui). Tutto per un solo motivo: aver sospettosamente pensato che forse vi era la remota possibilità che tutta la colpa di quella situazione non fosse solo di Lewis Hamilton.
Apriti cielo.
Una giornata d’inferno che però scatenò uno dei più bei tormentoni del mio profilo, ormai privo del “saluto all’ingegnere”, ovvero l’hashtag #TifosoMercedes.
Sì perché alla fine, grazie anche al fatto che qualcuno ammise le proprie colpe per evitare di finire penalizzato peggio che la McLaren nella SpyStory, tutti capirono che il mio ragionamento UN MINIMO stava in piedi, e che non devi essere per forza tifoso Mercedes per arrivare a criticare un’azione fatta da qualcuno in Ferrari. Anche se quel qualcuno è il pilota più amato in questo momento della Rossa (non era così quando era alla RedBull, ma tanto quando arrivi in Ferrari pare che a tutti venga fatta TABULA RASA dei ricordi) ovvero Sebastian Vettel.
Speravo di aver scampato la situazione, speravo di aver evitato il linciaggio mediatico, ma soprattutto in cuor mio speravo di aver capito che alla fin fine esistono due rami perseguibili in queste situazioni.
Uno
Se succede una cosa del genere, fregatene delle immagini, fregatene dei dati, di chi è coinvolto, di chi ha fatto cosa. La Ferrari ha ragione sempre e comunque. E se coinvolge sia Seb che Kimi, attacca Kimi, che lo ama meno gente, è più criticato e nessuno ti dirà niente.
Vi sembrerà una cavolata, ma è una cosa che viene fatta anche a livello giornalistico.
Perché? Perché siamo alla fin fine tifosi. Siamo appassionati. E siccome siamo emotivi, e in Italia praticamente tutti tifano Italia, la Ferrari e Valentino Rossi, se tu ti schieri a prescindere da questa parte, ottieni consenso, eviti problemi, e prendendo il mio esempio, sarei in questo momento spaparanzato stile “Alonso prima della sosta” sulla mia poltroncina, ridendo tra me e me, avendo fregato tutti, amato da tutti, con molto più seguito, e un domani al magari posto di Vanzini.
Che tanto a dire “Fucsiah” siamo un po’ capaci tutti.
Due
Se succede una cosa del genere, commenta in base alle immagini che vedi, e dai il tuo giudizio personale indipendentemente da chi commette il fatto e contro chi è commessa l’azione, giacché tutti possono sbagliare e quindi tutti possono avere un minimo di colpa.
Ora, la seconda sembrerebbe la più carina, la più giusta, e soprattutto quella che ti evita di fare la fine di Vanzini che deve poi urlare “Fucsiah” ad ogni settore veloce di qualche pilota.
Ma la seconda non tiene conto di una cosa molto importante.
Il tifo
Il tifo è subdolo, è ovunque, è sempre in attesa. Il tifo aspetta solo che qualcuno crei un pensiero contrario a QUELLO CHE NORMALMENTE BISOGNEREBBE PENSARE. E con la roba scritta in maiuscolo intendo ovviamente “quello che il tifoso effettivamente pensa”.
Quindi, se succede qualcosa che coinvolge Ferrari e Verstappen, con la prima amata in tutta italia, Molise compreso, e il secondo odiato persino dal padre, e tu SOLO PER UN ISTANTE PENSI LONTANAMENTE DI NON DARE A PRESCINDERE RAGIONE A QUELLI VESTITI IN ROSSO E DAR CONTRO AL BAMBINO PRODIGIO (che ovviamente non dovrebbe essere in F1, che noi siamo meglio e lui è un incapace e lo dimostra il fatto che non finisce mai una gara), MA, DECIDI DI OSSERVARE LE IMMAGINI PRIMA DI DARE UN GIUDIZIO RAGIONATO, beeeeh ragazzo mio, te la vai a cercare e meriti tutti i commenti cattivelli che ti faranno.
E io non imparo mai.
Io dopo aver scampato la situazione di Baku dovrei essere a scorrere i profili delle mie bellissime follower, incurante di quello che succede in gara, con una birra in una mano e lo smartphone coi tweet preimpostati nell’altra.
Ma siccome io non imparo mai e in questo Gp a Vettel viene la malsana idea a 100m dalla partenza di scartare alla sua sinistra (manovra che può davvero fare essendo davanti) chiudendo (a sua insaputa) a sandwich (che una RedBull con un tramezzino comunque ci sta bene) il disgraziato Verstappen, ecco che mi trovo a dover scrivere pure come è andato secondo il mio punto di vista questo incidente clamorosissimo, che ha reso emozionanti (suo malgrado) i primi 100m del Gp di Singapore, e terribilmente inutili e noiose le 2 ore successive.
Ora, premetto che il mio parere, per cui verrò fucilato in pubblica piazza, è che si tratti di un normale incidente di corsa, che ha avuto un terribile impatto sul mondiale di Vettel, che si poteva evitare facendo 1000 manovre diverse, che nessuno di noi alla playstation sarebbe davvero andato a sbattere in una maniera così stupida e che ovviamente dovrebbe risolversi con un buffetto sulla guancia di tutti e 3 (lo sto scrivendo prima della decisione, spero di essere stato profetico)
Ecco, premesso questo, più che vedere come oggettivamente si sia svolto questo evento memorabile della storia dell’uomo, direi di vederlo in maniera umoristica.
Con tutti i replay che ci sono stati, con le analisi di ogni fotogramma della partenza, con gente che vi millanterà di avere le telemetrie di chi ha ruotato il volante e di quanto, direi che siete pieni di articoli tecnici che vi spieghino cosa è successo, quindi direi che la via umoristica è la migliore.
Quindi, si inizia il GP venendo da delle qualifiche in cui Vettel si riscopre campione di nascondino, che ha fregato tutti, spiazzando pure i tifosi che davano ormai per imbattibili le RedBull, salvo poi mettere in pista un tempo che la playstation “poteva accompagnare solo”.
Dietro, o meglio accanto, il temutissimo Verstappen. Non tanto per la sua enorme bravura o il suo talento, ma perché te lo aspetti che uno come lui, che non finisce mai una gara, alla prima curva non ci arrivi.
In terza posizione un Ricciardo fiducioso, tant’è che il suo pensiero, prima della partenza, ai microfoni è “ci pensa Verstappen, mi fido di lui”.
Un segnale confortante, se non altro per Hamilton. Fermato pure da Kimi Raikkonen che da quando ha firmato il nuovo contratto per il 2018 non è più lui, non sappiamo che fine abbia fatto, c’è un clone che sorride, parla e ha anche voglia di stare in mezzo alla gente.
Ecco forse per fare il bravo gregario a Kimi sarebbe servito o partire male, come fa di solito, o partire 3°, al posto di Ricciardo, da lato di Seb, pronto a bloccare l’avanzata dell’inglese.
Purtroppo si parte con della pioggerellina fine fine. Quella che è troppo fighetta per dire che piove davvero tanto e quindi toccherebbe montare le Wet, ma è sufficiente per dire “lasciamo perdere le Ultramegasoft, mettiamo delle cose che vadano bene per sta patina inutile che si è depositata e che causerà solo problemi”.
Si montano le intermedie, si alza dell’acqua durante il giro di posizionamento, giusto per creare altre due scusanti all’ormai certo danno che farà Verstappen alla partenza.
Si accendono le luci, e poi si spengono.
0m
Vettel non parte benissimissimo.
O meglio, partono meglio degli altri piloti. Uno, che ti aspetti, è Verstappen, che è bravo solo in quello, dato che poi in qualche modo non deve arrivare a traguardo. L’altro, che avresti avuto più chance scommettendo in una buona partenza di Massa, è Kimi Raikkonen, che (ormai non sappiamo chi sia veramente) fa una partenza che manco Bolt sotto steroidi.
Hamilton parte con la 2° marcia. Un genio direste. Tutti siamo partiti almeno una volta con la marcia sbagliata e rideremmo nel vedere un pilota partire con la seconda. E invece non capiamo niente. E lui fa la mossa della vita.
Ora, se voi foste in Vettel, sapendo che vi giocate un mondiale, contro Hamilton direttamente, e contro Verstappen che vi è a lato, cosa fareste, dopo una partenza non brillante?!
Se a sinistra di Verstappen c’è un muro, e sapete che Verstappen non frena manco ai semafori rossi, c’è una sola cosa da fare: spingere MadMax contro quel muro.
50m
Vettel inizia una LEGGERISSIMA deviazione verso sinistra. Verso Verstappen. È pericoloso. Anche troppo. È letteralmente una pazzia cercare di andare verso quello che per giorni si è sospettosamente pensato fosse pronto a fare il disastro. Ma per un mondiale questo ed altro.
Max va dritto per la sua strada. Sta pensando alla migliore amica della sorella, probabilmente. E dopo aver visto di chi si tratta, su Instagram, non lo biasimo. Vede un Sebastian spostarsi leggermente verso di lui, ma cascasse un asteroide sulla sua testa stile Buondì se sposta il volante di mezzo grado verso sinistra. Chi la dura la vince. E lui modestamente quest’anno non ha ancora vinto niente.
75m
Chi non ti aspetti in tutto questo è Kimi Raikkonen. Che tecnicamente dovrebbe rimanere piantato al via, al massimo andare a difendere la posizione su Hamilton chiudendo anche lui la traiettoria. E invece, dopo aver fatto la partenza della storia della F1, non sapendo minimamente né cosa stia facendo, né come lo stia facendo, né tantomeno dove stia andando, vede un Max Verstappen con 10m di troppo tra lui e il muro. Sa benissimo che lì ci passa 1 sola macchina, forse, e quella macchina deve essere la sua.
Ora. Il motivo esatto del perchè abbia voluto tentare un sorpasso sulla patina di bagnato, tra Verstappen e un muro, resta un mistero.
Resta ancora da decidere se sia stato più pazzo lui, o Vettel. Ma come si dice, se Maometto non va alla montagna…
100m
Vettel continua a scartare a sinistra, Verstappen realizza pian piano che manco questa gara vedrà la bandiera a scacchi, e Kimi si ritrova LEGGERISSIMAMENTE chiuso dalla mossa di Vettel. È una carambola. Che può finire in un solo modo. Fuori Kimi, fuori Max, e fuori Seb.
…da lontano, intanto, un inconsapevole Fernando Alonso, contento come una Pasqua della pioggerellina, della sua partenza, e della gara radiosa che lo aspetta, si trova in una posizione che non ha NULLA a che fare con quella del trio di testa. A lato, esterno, in prima curva, sereno. Ma se qualcosa nella sua gara può andare male, state sicuri che a lui andrà anche peggio. Per una volta che il motore può reggere dovendo andare pian piano per la pioggia, ti pare che un cumulo di auto accartocciate l’una sull’altra non debba prendere l’ultimo baluardo di difesa davanti ad Hamilton?! E gara catastroficamente finita anche per lui.
Restano le uniche due soddisfazioni di tutto il GP.
Il non dover sentire Fisichella intervenire ogni 5 minuti per dire ovvietà o per spoilerare le strategie Ferrari a tutto il mondo, e Palmer a punti.
L’ultima è poi l’emblema dell’inutilità di questa gara.
Ma ora arriva la Malesia.
E come disse qualcuno a Monza, “Tranquilli, arriviamo.”
Speriamo al traguardo, stavolta.