Nell’albo d’oro del campionato mondiale costruttori di Formula 1, la scuderia che occupa la prima posizione in classifica è la Ferrari: il team di Maranello, con 16 titoli conquistati, è di gran lunga la squadra più vincente dell’intera storia di questo sport.
Al secondo posto, c’è però una squadra inglese che ha scritto pagine importanti di questa competizione, ma che da tempo non riesce più a vincere: la Williams.
Proprio così. Con 9 titoli costruttori vinti, il team inglese (fondato nel 1977 da Sir Frank Williams) rappresenta una delle realtà più gloriose che questo sport abbia mai conosciuto. Eppure, a vent’anni esatti di distanza dall’ultimo titolo marche e piloti conquistato, nella sede di Grove non sono più entrati trofei iridati da aggiungere in bacheca.
Dopo i trionfi collezionati negli anni ’80 e ’90, e dopo aver accolto le più grandi star della Formula 1 nel proprio abitacolo, la Williams è entrata in una spirale di crisi di risultati, talmente profonda che ancora oggi, dopo due decenni, si fa fatica anche solo ad intravedere la luce nel tunnel.
Un’po di storia: dal 1977 al 1997
Come già accennato in precedenza, tutto cominciò nel 1977. Frank Williams, ex pilota ormai deciso a lanciarsi nell’attività di costruttore, rileva la Wolf nel 1976, schierando la prima Williams della storia l’anno successivo, pur contando su un solo pilota (Patrick Nève) e sui motori March.
Dopo un primo anno di prova, già nel 1978 la Williams inizia a stupire gli addetti ai lavori. Innanzitutto, strappa un contratto di sponsorizzazione con un ricchissimo partner arabo, e successivamente si affida alle mani sapienti del progettista Patrick Head, uomo fondamentale nella storia del team.
I risultati sono imminenti: nel 1979 Clay Regazzoni porta in casa Williams la prima vittoria del team, ottenuta tra l’altro in Gran Bretagna, mentre nel 1980 arrivano le prime glorie iridate. E’ l’australiano Alan Jones a regalare il primo titolo mondiale piloti e costruttori nella storia della Williams, che da quel momento, e per i successivi 17 anni, vivrà altri momenti simili.
Il bis nel campionato costruttori arriva immediato nel 1981, mentre per quanto riguarda i piloti bisognerà “attendere” il 1982, anno in cui il finlandese Keke Rosberg trionfa al termine di una stagione combattuta.
Terminata la gloriosa parentesi con i motori Ford-Cosworth proprio al termine del 1982, la Williams accoglie la fornitura di motori Honda per la stagione successiva. Le difficoltà di adattamento con i nuovi propulsori giapponesi si fanno sentire, tanto che sarà necessario attendere il 1986 per assistere ad una nuova vittoria nel campionato costruttori. Il titolo piloti di quell’anno sfumò solo a causa della sfortuna: indicato come favorito per il titolo, Nigel Mansell fu vittima dell’esplosione di una gomma nel corso dell’ultima gara in Australia, fatto che regalò il mondiale ad Alain Prost.
Mansell dovette poi rinunciare al titolo, questa volta per infortunio, anche nel 1987. In quell’anno la Williams replicò il successo nel campionato riservato ai team, ma vinse anche quello piloti grazie a Nelson Piquet, rivale e compagno di squadra dell’inglese.
Nel 1988 la Williams passa ai motori Judd, proprio nel periodo che coincide con l’epoca d’oro della McLaren-Honda, che si protrarrà fino alla prima metà degli anni ’90.
Nel decennio successivo infatti, la Williams, grazie anche al supporto dei potentissimi motori Renault, diventa protagonista assoluta.
Nel 1992 Mansell domina il mondiale grazie ad una novità tecnologica elaborata dal suo team: le sospensioni attive. Grazie a questa soluzione tecnica di altissimo livello, il pilota inglese non conosce rivali, vincendo sia il titolo piloti che costruttori.
Lo stesso bis di vittorie si presenterà anche nel 1993, ma questa volta con il francese Alain Prost, proprio nell’anno in cui quest’ultimo annuncia il ritiro dalla Formula 1.
Nel 1994 la vittoria dovrebbe essere una formalità, soprattutto per il fatto che nel team occupa il sedile un pilota magistrale come Ayrton Senna. Il campione brasiliano però perderà tragicamente la vita ad Imola, lasciando tutto in eredità a Damon Hill. Nonostante la disgrazia, la squadra vince il campionato costruttori, ma perde quello piloti all’ultima gara in seguito ad un contestatissimo incidente con la Benetton di Michael Schumacher, che vincerà il titolo.
Il tedesco domina nel 1995, ma già nel biennio 1996-1997 la Williams si concede le sue ultime gioie mondiali. Nel primo anno è Damon Hill a portare il bis costruttori-piloti, mentre lo stesso risultato lo otterrà Jacques Villeneuve l’anno dopo, anche qui a seguito di un incidente con Schumacher che suscita roventi polemiche e la squalifica del tedesco. Da quel fatto, e da quell’ultima vittoria iridata, sono passati esattamente vent’anni.
1997-2017: il buio
Nel 1998, pur presentandosi in griglia da campioni del mondo, la stagione della Williams e di Villeneuve sarà un disastro. Complice anche la deludente fornitura di motori Mecachrome, il team ottiene qualche podio, ma nemmeno una vittoria. Questa crisi clamorosa andrà avanti ininterrottamente fino al 2001. Solo grazie alla spinta dei nuovi ed affadabili motori BMW, il team riesce a tornare alla vittoria con i suoi due piloti: Ralf Schumacher ed il colombiano Juan Pablo Montoya.
Nel 2002 e nel 2003, grazie ai successi dei suoi due piloti, la Williams conquista il 2° posto nella classifica costruttori, e Montoya riuscì ad insidiare fino all’ultimo, nel 2003, il mondiale di Michael Schumacher.
Il colombiano vincerà per l’ultima volta con la Williams al termine del 2004. Quello sarà anche l’ultima vittoria del team fino al 2012.
Prima i motori Cosworth, e successivamente quelli Toyota, fanno letteralmente precipitare i risultati della squadra, che tocca il fondo nel 2011 e nel 2013. In questi due campionati, giunge addirittura al 9° posto in classifica costruttori, stabilendo il peggior risultato della storia di questa squadra dal 1978.
Ad oggi, l’ultimo pilota ad aver vinto un gran premio con la scuderia inglese è il venezuelano Pastor Maldonado. Nel Gran Premio di Spagna 2012, al termine di una prestazione più che sorprendente, il sudamericano conquista pole position e vittoria, le uniche della sua carriera in F1.
Dal 2014 ad oggi, grazie anche alla fornitura delle power unit Mercedes, la Williams è tornata più volte sul podio grazie ad una ritrovata, seppur contenuta, competitività. Ad oggi però, dopo l’exploit di Maldonado, parlare di vittoria sembra ancora utopistico, figuriamoci per conquistare un mondiale.
Riusciremo ad assistere alla rinascita di un team che ha scritto pagine indelebili nella storia di questo sport? In seguito, ecco alcune curiosità e statistiche legate a questa “nobile decaduta”.
Titoli costruttori: 9
(1980, 1981, 1986, 1987, 1992, 1993, 1994, 1996, 1997)
Titoli piloti: 7
(1980, 1982, 1987, 1992, 1993, 1996, 1997)
GP disputati: 682
Vittorie: 114
Pole position: 128
Giri più veloci: 133
Podi: 312
Doppiette: 33
Punti conquistati: 3.538
Piloti campioni del mondo in Williams
Alan Jones (1980), Keke Rosberg (1982), Nelson Piquet (1986), Nigel Mansell (1992), Alain Prost (1993), Damon Hill (1996), Jacques Villeneuve (1997)
Piloti vincitori di GP in Williams
Nigel Mansell (28), Damon Hill (21), Alan Jones e Jacques Villeneuve (11), Nelson Piquet ed Alain Prost (7), Ralf Schumacher (6), Keke Rosberg (5), Riccardo Patrese e Juan Pablo Montoya (4), Thierry Boutsen e Carlos Reutemann (3), Clay Regazzoni, David Coulthard, Heinz-Harald Frentzen e Pastor Maldonado (1)
Piloti in pole in Williams
Nigel Mansell (28), Damon Hill (20), Alain Prost e Jacques Villeneuve (13), Juan Pablo Montoya (11), Alan Jones, Nelson Piquet e Riccardo Patrese (6), David Coulthard e Ralf Schumacher (5), Keke Rosberg (4), Ayrton Senna (3), Carlos Reutemann (2), Heinz-Harald Frentzen, Thierry Boutsen, Nick Heidfeld, Nico Hulkenberg, Pastor Maldonado e Felipe Massa (1)