Ne abbiamo parlato già diverse volte, è vero. Ma quello che sta succedendo al pilota russo ha dell’assurdo. Un contratto a tempo determinato, valido per un weekend, per poi lasciare di nuovo il sedile. Quanti esperimenti in casa Toro Rosso.
Oggi è dura essere Daniil Kvyat. Una stagione così ti inietta adrenalina ogni volta che vieni chiamato in causa, ma la vita da precario ti logora l’anima. Provano a scalfire il cuore marmoreo del russo classe ’94 a colpi di switch al volante, ma lui preferisce abbassare la testa e continuare a pedalare.
Lo ha dimostrato negli Stati Uniti, dove il suo decimo posto ha un valore intrinseco insormontabile. Perchè dopotutto, è l’unico in casa Toro Rosso ad aver portato a casa punti oltre a Carlos Sainz, ormai in Renault. La top ten mancava da due gp, dove Pierre Gasly non ha raggiunto la prima metà di classifica. Una scossa d’orgoglio importante da parte di Daniil, che però non è servita a confermarlo alla guida della STR12. Spazio all’ultimo arrivato, Brendon Hartley, neozelandese e pilota di riserva RedBull già nel 2008, che però negli USA non ha portato a casa risultati degni di nota.
Non è bastato quindi il decimo posto di Austin per Kvyat: con Hartley in Messico ci sarà Gasly. Eppure il russo non ha ancora dato tutto quello che ha, visti i risultati, e la sua gavetta lo aveva portato anche in RedBull, al fianco di Daniel Ricciardo. Ma l’accanimento competitivo nei suoi confronti lo sta mettendo alle strette con uno sport che gli sta regalando più dolori che gioie. Che abbia una marcia in più dei suoi nuovi compagni, o sostituti, è chiaro. Ma che senso ha renderlo un pilota a tempo determinato, dove le volte in cui viene chiamato in causa regala soddisfazioni?
“La miglior gara della mia stagione” l’ha definita Daniil Kvyat. Ma non è bastato per riprendersi il suo posto tra i venti in griglia di partenza. In Messico sarà di nuovo spettatore, ma pronto a rispondere presente se dovesse venir chiamato in causa. Le sostituzioni, dopo quanto accaduto, è riuscito ad assorbirle e a trarne adrenalina. Ed è giunto il momento di dargli quanto merita.
Sempre al fianco di Daniil Kvyat e della sua vita da precario: questa la #F1aFavola degli USA.