In molti lo criticano e in tanti lo amano; Kimi Raikkonen è da sempre (ma soprattutto negli ultimi anni in rosso) uno dei protagonisti delle più accese discussioni inerenti al Circus della Formula 1. Tra i tifosi Ferrari c’è chi proprio non lo sopporta e chi invece non ne farebbe mai a meno. Insomma, una diatriba infinita come quella tra il tè alla pesca e quello al limone.
Per chi lo adora i motivi sono semplici: è un pilota veloce, corretto, freddo nelle dichiarazioni e non incline a impegnarsi molto, fatta eccezione per tutto ciò che implichi lo strappare un buon tempo a un cronometro. Un atleta ormai d’altri tempi. Chi non può più vederlo, invece, ne critica l’incostanza, la carenza di risultati e, perché no, anche la sua scarsa fortuna.
I tre punti negativi riferiti al pilota finlandese sono poco confutabili e, considerando che la sfortuna e la carenza di risultati vadano benissimo a braccetto, l’unico vero, grande, enorme problema per Kimi Raikkonen rimane, purtroppo, l’incostanza.
Durante il Gran Premio di Austin, in Texas, abbiamo avuto l’ennesima dimostrazione della velocità di Kimi. Il finlandese infatti ha mostrato un passo gara interessante, nella maggior parte delle occasioni addirittura più efficace rispetto al compagno di team. Oltre ciò, Raikkonen ha dimostrato ancora una volta la sua abilità nella gestione delle gomme, riuscendo a chiudere la gara compiendo una sola sosta senza particolari difficoltà, a differenza di Sebastian Vettel, il quale ha dovuto effettuare un secondo pit-stop dopo aver faticato sia con le Ultra-soft che con le Super-soft.
Anche il sorpasso su Valtteri Bottas merita una particolare menzione, perché la determinazione vista nella manovra compiuta da Raikkonen ai danni del connazionale non era cosa scontata. Negli ultimi anni, un Kimi così in palla lo si vede, purtroppo, due, massimo tre volte a stagione, e negli USA ci ha ricordato molto sia il ferrarista affamato di Montecarlo che il valoroso scudiero di Budapest visti in questo Campionato.
Se Kimi Raikkonen mantenesse il suo stato di forma costantemente durante l’intero arco di una stagione, probabilmente sarebbe il pilota più ambito da ogni team.
Il nostro augurio per il ferrarista è quello di vederlo più spesso in queste condizioni fisiche e mentali, in modo da poter ammirare ancora per un po’ un pilota fantastico, il quale all’età di 38 anni riesce ancora a far la differenza in pista e all’interno del box più difficile del Circus.
Scritto da: Rovida Mirko