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    GP Malesia F1 2017: la thriller Top 5 di Sepang

    Alessandro PradaBy Alessandro Prada1 Ottobre 2017
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    Sfortuna, polemiche, assurdità. Quanti elementi potremmo davvero inserire in questo Gran Premio della Malesia? Forse tanti, anzi, tantissimi altri ancora. Trovare solo cinque tra i momenti più importanti di questo weekend è davvero complicato, visto l’incredibile numero di avvenimenti dentro e fuori dalla pista che hanno condizionato la tappa di Sepang. Proviamo comunque ad analizzarli e ad estraporarli nella consueta top 5, in un gran premio ricco di colpi di scena fino alla bandiera a scacchi. Ops.. in questo caso anche dopo il traguardo.

    1 – Cambio in casa Toro Rosso. Hamilton fa scoppiare un caso politico

    Andiamo con ordine. Ancor prima che la Formula 1 tocchi il suolo di Sepang, il mercato piloti del circus è protagonista di una novità ad effetto immediato. Già a partire dal GP malese, la Toro Rosso appieda il proprio pilota Daniil Kvyat, reo di aver trascorso una stagione al di sotto delle aspettative del team. Al posto del russo, che comunque non risulta escluso dalla squadra faentina, debutta così il giovane francese Pierre Gasly, già campione del mondo GP2 nel 2016 ed inserito nel programma Junior Academy della Red Bull. Inoltre, Gasly proseguirà al volante della sorella minore della Red Bull fino al termine della stagione corrente, con il team che si riserverà di annunciare la nuova coppia di piloti per il 2018 solo successivamente alla conclusione del campionato.
    Questo è il primo elemento degno di nota che arriva fuori dall’attività in pista, ma il secondo fatto, che fa scoppiare una polemica internazionale, è quello che colpisce Lewis Hamilton. Il pilota della Mercedes, poco prima dell’inizio della prima sessione di libere, pubblica un filmato sul proprio profilo Instagram di “protesta” nei confronti del Presidente degli USA Donald Trump. Hamilton, volendosi unire alla causa degli atleti afro-americani, che in queste ultime settimane si inginocchiano di fronte alla bandiera americana durante l’esecuzione dell’inno (mettendo così in atto una sorta di protesta civile nei confronti del presidente), ha però superato il limite. Nel video si vede infatti un cane intento a “divertirsi” con un pupazzo raffigurante proprio Donald Trump. Lo stesso filmato, presente sul web per diversi minuto, è stato successivamente rimosso dalla rete. Nonostante la pubblicazione decisamente sopra le righe, Hamilton non si è apertamente scusato per l’accaduto, sottolineando anzi la sua azione di protesta con una frase: “Io non lo avrei cancellato”.
    La scena, che ha fatto il giro del mondo e che ha imbarazzato non poco la Mercedes, potrebbe anche avere delle pesanti conseguenze sul futuro del pilota in questo campionato. Tra meno di un mese la Formula 1 farà tappa proprio negli Stati Uniti, dove potrebbero anche verificarsi delle sanzioni ai danni di Hamilton nel caso in cui la questione non dovesse sgonfiarsi.
    Ad ogni modo, politica e sport sono due realtà che dovrebbero rimanere separate, a meno che la seconda non possa essere uno strumento efficiente di riscatto in alcune condizioni se manifestato in modo civile. Cosa che Hamilton, invece, non ha fatto.

    2 – Hamilton strappa la pole a Raikkonen per un soffio

    Nonostante le polemiche e le accuse rivolte all’indirizzo del campione inglese, lo stesso Hamilton non sembra risentire dell’accaduto in pista. Il pilota della Mercedes conquista infatti la 70° pole position della sua carriera, distaccando il ferrarista Raikkonen di soli 45 centesimi di secondo. Una qualifica che premia il campione inglese da un lato, ma che lo grazia dall’altro. E infatti…

    3 – L’immensa sfortuna della Ferrari

    Dopo la fortuna capitatagli a Singapore, con entrambe le Ferrari fuori dalla lotta per la vittoria già alla partenza, l’inglese si è concesso un gradito “bis” in Malesia. Su un circuito dove la Mercedes non ha mai espresso una netta superiorità sugli avversari, la Ferrari poteva iniziare la rimonta mondiale sull’inglese sfruttando una ghiotta occasione. E invece, clamorosamente, Vettel non si qualifica nemmeno. Il tedesco, determinato a recuperare terreno su Hamilton, accusa un problema tecnico nel corso del suo giro di lancio, costringendo ad un rientro immediato ai box, dai quali non uscirà più. Così, mentre l’inglese fa la pole, Vettel è costretto a partire dall’ultima posizione. La reazione del tedesco è però esemplare, molto simile nei modi e nello stile a quella che fece Schumacher nel 2006 a Suzuka, in circostanze molto simili. Vettel, dopo esser sceso dalla macchina, ringrazia tutti i suoi meccanici e gli uomini del team Ferrari, promettendo una gara tutta all’attacco per domenica.
    D’altro canto, Raikkonen si qualifica invece al 2° posto, sfiorando letteralmente la pole. Le speranze del “Cavallino Rampante” per marcare Hamilton sono tutte riposte sul finlandese, ma anche qui accade il colpo di scena. “Iceman”, nel corso del giro di schieramento, accusa un problema meccanico decisamente serio. In griglia di partenza i meccanici le provano tutte per riparare il danno, ma non c’è nulla da fare. La Ferrari viene spinta mestamente ai box, e la casella della 2° posizione rimane miseramente vuota: la gara di Raikkonen finisce ancor prima di iniziare.
    Due colpi tremendi per la lotta al titolo mondiale, proprio in un momento del mondiale in cui l’inaffidabilità delle monoposto rappresenta l’incubo peggiore per ogni team, specialmente per la Ferrari e per Vettel.

    4 – La rimonta infuriata di Vettel

    Il tedesco lo aveva promesso al proprio team: in gara ce la metterò tutta per rimontare.
    Con la gara ormai in archivio, si può dire che Vettel ha mantenuto davvero fede alla sua promessa. Partito dall’ultima posizione, il ferrarista è giunto 4° al traguardo, arrivando addirittura negli scarichi di Ricciardo e sfiorando il podio. Grazie anche ad una strategia perfetta attuata in casa Ferrari, il tedesco ha portato a termine ben 16 sorpassi, guadagnandosi di diritto ed all’unanimità il titolo di “pilota del giorno”. Hamilton, giunto invece 2°, riesce comunque ad aumentare il distacco sul suo diretto rivale, portando il vantaggio a 34 punti. Per quelle che erano le premesse della vigilia, Vettel ha compiuto un autentico capolavoro.

    5 – Verstappen vince e festeggia il compleanno

    Con la Ferrari alle prese con la sfortuna, e con la Mercedes dimostratasi non particolarmente brillante, la Red Bull approfitta della situazione nel migliore dei modi. Dopo una partenza arrembante, Max Verstappen supera Hamilton e si porta in testa alla gara. Il pilota olandese gestirà al meglio la sua leadership, restando al comando della corsa fino alla bandiera a scacchi. Con questo successo, Verstappen si assicura così la seconda vittoria della sua carriera, la prima in questa stagione e la 54° nella storia della Red Bull.
    Un trionfo reso ancora più significativo dal 20° compleanno dell’olandese, celebratosi ieri.

    Contenuti extra: di nuovo Vettel ed un omaggio alla Malesia

    Ve lo avevamo detto in apertura: era difficilissimo trovare cinque punti che potessero sintetizzare al meglio il Gran Premio della Malesia. Ci siamo dunque permessi di aggiungere altri due punti, di cui uno davvero clamoroso.
    Al termine della gara, con l’esposizione della bandiera a scacchi, i piloti compiono un ultimo giro celebrativo per festeggiare i rispettivi risultati e congedarsi dal pubblico. In questo giro nessuno si aspetterebbe un colpo di scena, e invece è proprio quello che accade a Sepang. A farne le spese, ancora una volta, è proprio Sebastian Vettel. Il ferrarista è vittima di un misunderstanding con Lance Stroll, e i due vengono clamorosamente a contatto. Chi ci rimette è la Ferrari del tedesco, costretta a fermarsi a bordo pista con la parte posteriore completamente danneggiata. Un incidente davvero incredibile, specie per la situazione e per la sfortuna che si abbatte nuovamente sulla Ferrari. Ad ogni modo, Vettel riceve comunque un passaggio ai box dalla Sauber di Wehrlein, con un rientro in pit lane “vecchia scuola”. Lo stesso contatto viene messo infine sotto la lente d’ingrandimento della Federazione, che però non prende provvedimenti.

    Un ultimo capitolo lo dedichiamo invece a Sepang ed alla Malesia. A partire dal prossimo anno infatti, questa nazione non ospiterà più un gran premio valido per il mondiale di Formula 1. Si chiude così una storia che durava ininterrottamente dal 1999, e che ha regalato agli spettatori gare emozionanti e spesso decisive per il mondiale. Per onorare la storia di questo appuntamento, pubblichiamo in seguito l’albo d’oro della gara malese. Chissà se un giorno la rivedremo in calendario.

    ANNO   VINCITORE               TEAM
    1999 - Eddie Irvine            Ferrari
    2000 - Michael Schumacher      Ferrari
    2001 - Michael Schumacher      Ferrari
    2002 - Ralf Schumacher         Williams
    2003 - Kimi Raikkonen          McLaren
    2004 - Michael Schumacher      Ferrari
    2005 - Fernando Alonso         Renault
    2006 - Giancarlo Fisichella    Renault
    2007 - Fernando Alonso         McLaren
    2008 - Kimi Raikkonen          Ferrari
    2009 - Jenson Button           Brawn GP
    2010 - Sebastian Vettel        Red Bull
    2011 - Sebastian Vettel        Red Bull
    2012 - Fernando Alonso         Ferrari
    2013 - Sebastian Vettel        Red Bull
    2014 - Lewis Hamilton          Mercedes
    2015 - Sebastian Vettel        Ferrari
    2016 - Daniel Ricciardo        Red Bull
    2017 - Max Verstappen          Red Bull
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    Alessandro Prada
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    Alessandro Prada | Appassionato da una vita di sport e di F1 in particolare. Cresciuto tra le vittorie di Schumacher e la leggenda di Senna con la Ferrari sempre nel cuore.

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