Gp Messico F1: Force India chiude i discorsi per il 4° posto e Haas avvicina Renault

Esteban Ocon (FRA) Sahara Force India F1 VJM10.
Mexican Grand Prix, Sunday 29th October 2017. Mexico City, Mexico.
Città del Messico è stata terra di conferme, ma anche il luogo in cui quelle che diversi team definivano certezze, sono andate in frantumi.
Se infatti la Force India con un’ennesima prova di forza ha raggiunto la certezza matematica del quarto posto nei costruttori, altri avranno non poco da preoccuparsi; Renault, intesa come motorista, in pole position, con diverse power unit andate in fumo nel corso della tre giorni messicana.
A sorpresa invece la Haas che, dopo un’inizio weekend catastrofico, la spunta grazie ad uno straordinario Kevin Magnussen, che dopo i fiumi di critiche piovuti su di lui nel corso delle ultime settimane, ha tirato fuori una delle migliori prestazioni stagionali.
Force India
Esteban Ocon: P5 – Sergio Perez: P7
Che dire, ormai le parole per descrivere questa squadra sono quasi finite, un team che non ha mai smesso di far parlare di se in tutto il paddock. Una squadra che dalle minime risorse economiche è sempre riuscita a ricavare la massima resa.
Il lungo rettilineo dell’Hermanos Rodriguez, non ha fatto che esaltare ancor di più i pregi di due vetture e piloti straordinari.
Uno dei piloti immagine dell’ultimo weekend è stato senza dubbi Esteban Ocon, che nel corso dei tre giorni ha mostrato una costanza da top driver.
Fulmineo in qualifica, dove senza l’aiuto di penalità altrui, ha piazzato la sua VJM10 in terza fila al fianco di Kimi Raikkonen, sfigurando persino Ricciardo e la sua Red Bull.
Partenza perfetta poi al via del GP, dove con uno stacco precisissimo della frizione ha da subito sopravanzato il finlandese non brillantissimo e sfruttando il patatrac di curva 1, si è portato terza posizione, piazzamento tenuto con i denti per gran parte della gara e che ha dovuto cedere soltanto alle due Rosse di Maranello.
Non male nemmeno Perez che nel GP di casa è riuscito a portare a casa una buona settima posizione che gli frutta sei punti importantissimi in ottica campionato, il messicano a gara conclusa è salito sul podio di fronte ad uno stadio gremito, per ringraziare i 120 mila tifosi che lo hanno supportato.
Adesso che hanno la certezza matematica del quarto posto nei costruttori, sarà interessante capire se lasceranno i due piloti liberi di lottare per la settima piazza nella classifica costruttori, per ora presieduta dal messicano che però vede negli specchietti l’immagine sempre più ingombrante del giovane compagno di scuderia che lo segue di sole nove lunghezze.
Haas
Kevin Magnussen: P8 – Romain Grosjean: P15
Strano, inspiegabile e dalla doppia faccia, così possiamo definire il weekend messicano della squadra americana. Iniziato non bene ed evoluto in peggio. Il culmine delle difficoltà, forse stagionali, è stato raggiunto in qualifica, quando i due piloti erano stati i più lenti del gruppo, persino alle spalle delle due Sauber.
Quando tutto sembrava fuori controllo, tutto è cominciato ad andare per il verso giusto, le tante penalità inflitte a diversi piloti per le innumerevoli sostituzioni di power unit, hanno permesso a Grosjean e Magnussen di avanzare non poco nello schieramento di partenza.
Approfittando poi della debacle dei diretti avversari, il team è riuscito a conquistare quattro punti fondamentali nella classifica costruttori grazie alla prestazione incredibile di Kevin Magnussen che è riuscito a risalire il gruppo fino ad un’ottava posizione che vale oro per lui e per il team.
Non è accaduto niente di simile a Grosjean che ha chiuso in coda al gruppo. Il francese, però subito dopo la qualifica è parso più maturo che mai. Non ha infatti scaricato colpe su nessuno, ne tantomeno sulla macchina, come eravamo abituati a sentire ad inizio stagione, facendo una sorta di autocritica ha affermato che avrebbe dovuto dare molto di più.
Grazie a questa prestazione la scuderia americana dal cuore tricolore è in piena lotta per il sesto posto nella classifica costruttori, ad un solo punto dai francesi della Renault, sei dalla Toro Rosso.
Scoppia il caso delle PU Renault
Se dopo Austin, in casa Renault c’era tanto ottimismo per il finale di stagione, ora, oltre al problema casalingo della lotta per quello che è diventato un difficile quinto posto da raggiungere nei costruttori, è sorta una grossa problematica legata ai propulsori soprattutto in ottica 2018.
Sono stati troppi, i motori d’oltralpe che hanno ceduto nella trasferta messicana. Il team che ha sofferto maggiormente queste carenze è stata la povera Toro Rosso che ha visto i suoi meccanici fare gli straordinari a causa delle tante sostituzioni. Il primo a pagarne le conseguenze è stato Pierre Gasly con il suo motore che ha ceduto a pochi minuti dalla chiusura delle FP3 con una conseguente assenza nelle qualifiche.
È andata peggio a Brendon Hartley che ha visto andare in fumo ben due power unit, una nel Q2 e una in gara.
È stata poi la volta di Hulkenberg che nelle prime fasi di gara è stato costretto al ritiro per problemi simili. Ma la debacle più clamorosa è stata quella di Daniel Ricciardo, sconsolato al ring delle interviste, che dopo la sostituzione avvenuta tra la qualifica e la gara, ha dovuto parcheggiare la sua RB13 per problemi al turbo dopo pochi chilometri di GP.
Quello che si trova improvvisamente ad affrontare il costruttore francese è un problema che forse pesa più di qualsiasi piazzamento, l’anno prossimo infatti oltre a loro stessi, dovranno motorizzare due team dalle grosse pretese, McLaren, che vuole finalmente tornare ai livelli del passato dopo tre anni di incubi, Red Bull, intenzionata a lottare per il titolo iridato al pari di Ferrari e Mercedes.
I tecnici francesi dovranno lavorare ininterrottamente per tutto l’inverno soprattutto sull’affidabilità dei propulsori, perché le basi ci sono e le super prestazioni della Red Bull di Verstappen in qualifica e in gara lo hanno dimostrato.