È quello che tutti si aspettavano di vedere da più di un anno: Carlos Sainz in tuta gialla.
Per tutto il weekend del Gran Premio degli USA i riflettori sono stati puntati anche su di lui, per valutare se il valore e il talento che si era visto in Toro Rosso sarebbe stato confermato anche con la scuderia francese.
Le aspettative erano certamente alte – lo stesso Hulkenberg, suo nuovo compagno di scuderia, ha dichiarato che si aspetta che la sfida con lo spagnolo sia molto più impegnativa di quella con il suo predecessore, il britannico Jolyon Palmer – e si può tranquillamente dire che ne è stato all’altezza.
Al livello del teammate, a tratti anche migliore, per tutte e tre le sessioni di prove libere, riesce a raggiungere la Q3 stampando l’ottavo tempo, per poi partire settimo per via della retrocessione di Max Verstappen e lottare per 56 giri per mantenerla, riuscendo a portare la sua nuova vettura al traguardo, a differenza di Hulkenberg, costretto al ritiro per problemi tecnici.
Probabilmente un debutto più solido di questo non poteva essere immaginabile per lo spagnolo, che già all’inizio del weekend ha dichiarato di essersi sorpreso in prima persona della facilità e rapidità con cui è riuscito ad adattarsi al team e alla vettura.
Nel mentre, a Faenza, le cose non potrebbero essere più movimentate e confuse: dopo aver appiedato Kvyat in favore di Gasly per poi farlo tornare come sostituto di Sainz al fianco di Hartley – che, tra l’altro, doveva sostituire un Gasly impegnato nell’appuntamento finale del campionato di Super Formula, ma che si è visto annullare la gara all’ultimo minuto -, nella giornata di lunedì è stato annunciato che la line-up per il Gran Premio del Messico è formata proprio da Gasly e Hartley.
Cosa preveda il futuro della Toro Rosso e di Kvyat appare impossibile da immaginare.