Che gara! Che gara! Che gara! Non possiamo fare altro che commentare così un GP, un weekend dove tutti, nessuno escluso, hanno dato il massimo, hanno tenuto giù il pedale dell’acceleratore, ci hanno messo del loro e soprattutto, ci hanno fatto esclamare un secco, ma appassionatissimo: wow!
E per tutti, voglio intendere i piloti del circus nella loro completezza. Pensiamo per esempio a Carlos Sainz che ha sorpreso il paddock, guidando da veterano una macchina che fino a cinque giorni fa non sapeva nemmeno di che pasta fosse fatta. O ancora, alla Force India che non demordono mai e che con una costanza che forse solo Mercedes ha avuto quest’anno, raggiunge gli obiettivi prefissati.
Ma pensiamo anche alla McLaren, con Fernando Alonso che per il weekend di Austin si era preparato con un outfit che onorasse l’avventura dello scorso maggio alla Indy 500. In fondo, ha chiuso il weekend nello stesso modo in cui aveva terminato l’avventura ad Indianapolis: un altro motore Honda che ha lasciato a piedi lo spagnolo.
Force India
Esteban Ocon: P6 – Sergio Perez: P8
C’è l’hanno fatta, salvo cataclismi, la squadra dalle vesti rosa ha praticamente raggiunto e superato di gran lunga l’obiettivo prefissato ad inizio anno. Pur mancando ancora la certezza matematica, il team anglo-indiano ha definitivamente blindato il quarto posto nei costruttori. La Williams, quinta dovrebbe infatti fare più di trenta punti complessivi in più delle pantere rosa per weekend, in tutte le tre tappe conclusive di questo mondiale. Cosa altamente improbabile visto il ritmo altalenante della scuderia di Sir Frank e l’enorme gap che c’è tra loro ed i top team.
Quella texana è stata un’altra tre giorni più che positiva, dove sono si sono sempre piazzati nella top 10, sin dalle prove libere del venerdì.
Il più brillante è stato Esteban Ocon, che nonostante i malesseri fisici fisici di inizio weekend, prima ha portato la sua VJM10 in terza fila al sabato e poi ha gestito impeccabilmente la corsa, dove nel finale è riuscito a tenere alle sue spalle un agguerritissimo Sainz. Come a Suzuka, il francese in partenza ha messo in scena un’altra delle sue prodezze. Allo spegnimento dei semafori, uno scatto fulmineo gli ha permesso di sopravanzare persino la Ferrari di Raikkonen.
Non male anche Perez, che dopo una qualifica non ai livelli del compagno, decimo tempo per lui, ha comunque portato a casa quattro punti importanti per il suo campionato. Il messicano, si trova al settimo posto in campionato ma non può dormire sugli allori, infatti Ocon si trova alle sue spalle di sole tredici lunghezze.
Fra pochi giorni, saremo in Messico e Perez potrà contare su un over-boost come quello del pubblico dell’Hermanos Rodriguez che considera il proprio pilota come un eroe nazionale.
Non si può non dare i meriti anche al team che nel corso del GP ha evitato un pericoloso duello fra i propri piloti, facendo sì che Perez non sorpassasse Ocon, davanti a lui. Se così fosse accaduto, a differenza del francese, non avrebbe avuto il passo per tener dietro Sainz, evitando che questo li beffasse entrambi.
Dunque la Force India, pur non avendo grosse risorse economiche, è una squadra a 360 gradi, con due piloti che imparano dai propri errori e con un’equipe in pit lane dalle capacità gestionali paragonabili a quelle di un top team.
Renault
Carlos Sainz: P7 – Nico Hulkenberg: DNF
È sensazionale, come nel motorsport le cose possano cambiare drasticamente da un fine settimana all’altro. In casa Renault è avvenuto proprio questo, da quando Palmer ha lasciato il team francese, molto è cambiato, tanto da strappare un sorriso anche ad un certo Alain Prost.
Uno dei migliori in pista sul tracciato degli States, veste proprio i colori della Renault e si chiama Carlos Sainz. Tutti sapevamo delle grandi doti da pilota sulle quali aveva puntato la Red Bull tre anni fa, ma nessuno si aspettava che al debutto con una nuova vettura ed in un ambiente totalmente differente, lo spagnolo potesse costruire un weekend da veterano. È incredibile come Sainz si sia adattato perfettamente ad una macchina che aveva conosciuto solo pochi giorni prima del GP.
Ottavo tempo in qualifica, settimo in griglia e al traguardo, mai un errore ed un passo gara ottimale che gli ha permesso di sopravanzare la Force India di Perez e di giocarsela fino alla bandiera a scacchi con Ocon. Questo è il riassunto del prologo di un binomio vincente destinato a proseguire per anni.
Peccato invece per Hulkenberg, in difficoltà nel corso di tutto il weekend, al tedesco erano state sostituite diverse componenti della power unit, con una conseguente retrocessione in griglia. Come se non bastasse, un problema con la pressione dell’olio nelle prime fasi di gara lo ha costretto al ritiro.
Dovremo quindi aspettare il round messicano per vedere il vero duello fra due piloti dall’enorme potenziale che daranno non poco filo tra torcere ai diretti competitors nella corsa al quinto posto nella classifica costruttori.
McLaren
Stoffel Vandoorne: P12 – Fernando Alonso: DNF
Torna invece il buio nella scuderia di Woking, che sembrava essersi messa sulla buona strada dopo una parentesi asiatica abbastanza positiva.
Se i presupposti per una lenta ma efficace risalita c’erano, i risultati alla fine non sono arrivati. Non si è andati oltre il dodicesimo piazzamento finale di Vandoorne.
L’olandese era partito bene con il quinto posto nella prima sessione di libere, per il resto un weekend anonimo, come lo stesso GP.
Ma il “ragazzo” che non vedeva l’ora di correre sul moderno e spettacolare tracciato del Texas era Fernando Alonso, che per l’occasione si era presentato con casco e scarpe che richiamavano l’avventura dello scorso maggio alla 500 miglia di Indianapolis.
Ma come era accaduto nella 200 giri del catino più famoso del motorsport, un motore Honda ha lasciato a piedi il pilota di Oviedo, che in Messico monterà per l’ultima volta un’evoluzione del propulsore giapponese.
Uno dei piloti più amati del circus, ora non vede l’ora di chiudere questo capitolo di agonia durato tre anni che lo ha allontanato dagli altri campioni come lui che sono là davanti a giocarsi i GP.