Il Gran Premio del Messico 2017 ha emesso il suo verdetto più importante con l’assegnazione del titolo piloti a Lewis Hamilton.
In futuro sarà probabilmente questo l’elemento che sarà ricordato nella storia di questo sport, ma la gara di Città del Messico ha fornito anche altri aspetti molto interessanti: oltre alla vittoria di Max Verstappen, c’è un altro dettaglio meritevole di considerazione.
Grazie al 3° posto ottenuto domenica, Kimi Raikkonen ha conquistato il 90° podio della sua carriera in Formula 1.
Il finlandese della Ferrari, ultimo pilota ad esser riuscito nell’impresa di conquistare il titolo piloti per la casa di Maranello esattamente dieci anni fa, ha così incrementato le proprie statistiche, ed è sempre più vicino a raggiungere la tripla cifra. L’obiettivo potrebbe essere già raggiungibile il prossimo anno, nel 2018, stagione che potrebbe anche segnare l’ultima presenza di Raikkonen in Formula 1.
Questo però, riguarda il suo futuro. Quello che conta, allo stato attuale, è il suo presente ed il suo passato, lo stesso che gli ha consentito di raggiungere l’onorevole quota di 90 podi in carriera.
Dall’esordio al primo ritiro: la lunga scalata verso il successo
In occasione del prossimo gran premio, in Brasile, Raikkonen taglierà il traguardo delle 270 presenze in Formula 1. Sembra passata un’eternità da quella prima volta in cui il finlandese si presentò sulla griglia di partenza di un GP, tornando indietro di 16 anni. Il finlandese debuttò nella massima serie in occasione del Gran Premio d’Australia, primo appuntamento della stagione 2001. Come tanti altri giovani piloti, l’esordio avvenne al volante di una monoposto meno competitiva come la Sauber, ma la notorietà di Raikkonen esplose sin da quella gara. Al termine di un gran premio praticamente impeccabile, il finlandese riuscì addirittura a chiudere al 6° posto, ultima posizione valida per il vecchio sistema di attribuzione dei punti iridati.
Alla prima occasione della sua carriera, Raikkonen riuscì ad andare subito a punti. Un’impresa che è riuscita a pochissimi altri suoi colleghi nella storia di questo sport.
Ad ogni modo, il primo anno in Sauber fu talmente positivo che il nome del finlandese finì in poco tempo sui taccuini delle scuderie più prestigiose. Su tutte la McLaren, decisa a sostituire il ritirato Mika Hakkinen con un altro finlandese per il 2002. La scelta cadde proprio su Raikkonen, il quale, al suo primo GP con la nuova monoposto, di nuovo in Australia, colse il suo primo dei 90 podi ottenuti in carriera. Anche in quel caso, si trattò di un 3° posto.
La stagione vide il dominio assoluto della Ferrari di Michael Schumacher, motivo per il quale Raikkonen dovette attendere l’appuntamento con la prima vittoria. Ciò non gli negò di conquistare altri tre podi in quel 2002.
Nel 2003 la Ferrari subisce un piccolo calo di competitività, favorendo così una lotta più ad armi pari con McLaren e Williams. La leadership di Schumacher venne così messa in discussione dagli attacchi di Montoya da un lato, e da Raikkonen dall’altro. Alla fine sarà ancora il tedesco a trionfare, imponendosi dopo un lungo duello iridato ingaggiato proprio con il finlandese. “Iceman” conquista diversi podi, compreso quello in Malesia, dove ottiene la prima vittoria della sua carriera.
Nel 2004 la Ferrari torna di nuovo la super-favorita del mondiale con Schumacher, ma Raikkonen sarà protagonista di altri podi e di un’altra vittoria in Belgio, la prima di una lunga serie sul circuito mozzafiato delle Ardenne.
Nel 2005, dopo cinque stagione vissute al vertice della F1, la competitività della Ferrari crolla improvvisamente. Il favorito per la vittoria iridata diventa dunque Raikkonen, ma proprio in quella stagione un altro team rovina i sogni del finlandese: la Renault. Con Fernando Alonso al volante, Raikkonen tenta in tutti i modi di arginare la minaccia dello spagnolo, portandosi a casa addirittura 7 vittoria, ma non basta. Nonostante il record di vittorie in carriera conquistate in una sola stagione, a vincere il mondiale, alla fine, sarà proprio l’asturiano del team francese.
Dal canto suo, Kimi otterrà l’ultima vittoria con la McLaren proprio nel 2005, nel Gran Premio del Giappone. L’ultimo podio con il team di Woking, e che sarà anche uno dei suoi risultati più simbolici, lo ottiene a Monza nel 2006, nel giorno in cui Schumacher annuncia il ritiro dalla Formula 1 facendo intendere al mondo intero che sarà proprio Raikkonen il suo erede in Ferrari.
E così sarà: nel 2007 la Ferrari, per la prima volta senza Schumacher, ingaggia Raikkonen. Anche qui, al suo esordio con il team di Maranello, ottiene subito una vittoria in Australia, lanciando il guanto di sfida contro la sua ex squadra e contro un esordiente di belle speranze: Lewis Hamilton.
La stagione sarà un lungo testa a testa tra questi due piloti, in un anno condizionato dalla vicenda della “Spy Story” e dalla durissima rivalità interna tra Alonso (passato in McLaren) ed Hamilton. Il mondiale sembra destinato a finire nelle mani di Hamilton, ma un guasto tecnico sulla sua McLaren in Brasile rovina il sogno dell’inglese, aprendo così le porte a Raikkonen. Ad Interlagos il finlandese conquista la sesta vittoria stagionale, e si laurea campione del mondo al suo primo anno in Ferrari. Ad oggi resta l’unico titolo mondiale vinto dal finlandese, ed è anche l’ultimo campionato piloti vinto dalla Ferrari. Da allora sono passati esattamente dieci anni.
Nel 2008, da campione del mondo in carica, Raikkonen sembra di nuovo il favorito per la vittoria finale. Una piccola flessione di risultati a metà stagione però, favorisce il proprio compagno di squadra Felipe Massa, il quale perderà clamorosamente il titolo negli ultimi metri, ancora una volta in Brasile. A vincere il titolo, questa volta, è Hamilton. Ad ogni modo, Raikkonen chiude la stagione con altre due vittorie.
La rivincita mondiale potrebbe concretizzarsi nel 2009, ma una serie di stravolgimenti regolamentari mettono in ginocchio la competitività dei top team, favorendo un outsider come la Brawn GP, che infatti vincerà il titolo con Jenson Button al termine di uno dei campionati più strani e bizzarri dell’intera storia di questo sport. Il finlandese riuscirà comunque a limitare i danni, conquistando cinque podi, compresa una vittoria in Belgio. Ma proprio a Monza, sede dell’ultimo podio di “Iceman”, Raikkonen annuncia il ritiro dalla Formula 1 per dedicarsi al rally.
In nove stagioni disputate, Raikkonen lascia la Formula 1 con in tasca 62 podi.
2012-oggi: dal rientro in F1 fino al ritorno in Ferrari
Da buon finlandese, Raikkonen tenta l’esperienza nel WRC, categoria popolarissima in Finlandia, nazione che ha donato al rally moltissimi campioni. Nonostante le buone premesse, la permanenza di Raikkonen nel mondo dei rally si rivela molto più difficile del previsto, con pochissime soddisfazioni. Dopo una brevissima esperienza anche in America, dove corre nel campionato NASCAR in poche occasioni, il finlandese annuncia il suo rientro in F1 per il 2012, al volante della Lotus.
In molti accolgono il ritorno di Raikkonen con entusiasmo, ma anche con scetticismo vista la sua assenza dalla Formula 1 durata tre anni. E invece, sfruttando anche le potenzialità di una monoposto imprevedibilmente veloce, “Iceman” sale sul podio ben 7 volte, conquistando addirittura la vittoria ad Abu Dhabi. L’anno successivo fa ancora meglio: otto podi, compresa la vittoria in Australia che, in quanto gara inaugurale della stagione 2013, lo fa schizzare in testa al mondiale. Quella vittoria, che rappresentò anche il 70° podio per Raikkonen, è ancora l’ultima ottenuta fino a questo momento.
La ritrovata competitività di Raikkonen riaccende l’attenzione della Ferrari, la quale pensa proprio al suo ex pilota per sostituire Felipe Massa, passato in Williams. E così, nel 2014, il team di Maranello annuncia il secondo ingaggio di Raikkonen, il quale avrà il non semplice compito di convivere con Alonso. E infatti, la rivalità con il compagno gioca un brutto scherzo a Raikkonen, il quale, anche a causa di una vettura deludente, non riesce nemmeno a salire sul podio. Le cose migliorano nel 2015, anno in cui Vettel arriva in Ferrari al posto dello spagnolo.
Kimi conquista diversi podi, ma il raffronto con il suo compagno pesa alla reputazione del finlandese. “Iceman”, da allora, è stato spesso oggetto di critiche da parte dei tifosi e dai media, ma nonostante ciò è riuscito comunque a conquistare diversi podi, aiutando anche il suo compagno di squadra nei momenti in cui ce n’era bisogno, dimostrando di non aver perso la stoffa del campione nonostante i risultati altalenanti.
Kimi nella storia
Con il podio ottenuto in Messico, Raikkonen ha raggiunto la cifra significativa di 90 piazzamenti sul podio in carriera. Un risultato che lo colloca al 6° posto in questa speciale classifica all-time. Dietro di lui, fermo a quota 80, c’è Ayrton Senna. Per vedere invece il pilota ancora in attività con meno podi rispetto a Kimi, bisogna scendere fino al 21°, dove si trova Felipe Massa a 41 podi.
Davanti al finlandese ci sono altri nomi di assoluto livello, più o meno difficili da raggiungere: a contendersi il 4° posto, ex aequo, ci sono Sebastian Vettel e Fernando Alonso, entrambi fermi a quota 97. Nelle prime tre posizioni c’è invece l’élite dei piloti a tre cifre: 3° Alain Prost con 106 podi, 2° Lewis Hamilton a 116, e 1° Michael Schumacher, a 155.