In un momento critico come il finale mondiale, Renault e Toro Rosso giocano al calciomercato. Esoneri, ritorni, prestiti però senza l’obbligo di riscattarsi in pista contro gli ex. E a rimetterci sono i piloti, ormai non più padroni del loro futuro.
Quando Daniil Kvyat è stato scaricato dalla RedBull e retrocesso in ToroRosso, ne abbiamo preso le difese a spada tratta, soprattutto in ottica sostituzione. Perché quella di affidargli il sedile al fianco di Daniel Ricciardo fu un azzardo sì, ma la mossa di rimpiazzarlo con un ulteriore azzardo non è stata ancora compresa a pieno. Fatto sta che da quel cambio, il pilota russo ha vissuto un’involuzione sempre più costante, fino all’ulteriore gancio destro servito dal suo team.
Via Kvyat, dentro Gasly. Altro avvicendamento che, arrivato a sei gare dal termine, non ha senso da un punto di vista umano. Ingiusto non lasciargli terminare la sua stagione, nonostante i risultati pessimi e soprattutto a così pochi gp dal termine. E a maggior ragione se il nuovo arrivato non raccoglie quanto sperato, e ripete le prestazioni del suo predecessore. Perchè si, a questo punto il quarto posto di Carlos Sainz a Singapore fa rumore.
Sainz appunto, nuovo pilota Renault già da Austin. E qui torniamo al punto di partenza, perchè con l’arrivo dello spagnolo a salutare la Formula 1 è Jolyon Palmer. A quattro gare dal termine. Torna Kvyat in Toro Rosso insieme a Gasly, e qui troviamo il karma che svolge il suo ruolo a dovere, e chissà potrebbe svolgerlo anche a gare in corso, quando il russo vorrà riscattarsi sul suo “sostituto”.
“A che servono gli incroci se poi ognuno ha la sua strada?” canta Emma Marrone. Nella Formula 1 di oggi non si può più lottare fino alla fine, nè tracciare un bilancio completo della propria stagione. Non si può avere una seconda chance nè si può essere liberi di riscattarsi a fine campionato. E’ tutto in mano ai team.
#F1aFavola con dei destini già scritti. E i piloti possono solo tenere tra le mani il loro volante, senza decidere colori ed emozioni.