F1, Button e McLaren: ufficializzato il divorzio per il 2018
Le favole, anche quelle più belle, sono sempre destinate a finire. E’ una dura realtà che dovrà affrontare anche Jenson Button, il quale ha ormai i giorni contati per rimanere un pilota di Formula 1, pur non partecipando al campionato mondiale in corso (salvo una sola apparizione al GP di Monaco).
Il pilota inglese infatti, campione del mondo 2009 con la BrawnGP, non sarà più nell’ambiente della massima categoria a ruote scoperte a partire dalla prossima stagione, nel 2018. Button, che attualmente occupa il ruolo di terzo pilota/collaudatore della McLaren, perderà il proprio posto a favore del connazionale Lando Norris, talentuoso diciottenne dal piede pesante ed attuale detentore del titolo di Formula 3 Europea.
Norris, cresciuto nell’academy della McLaren e ritenuto come uno dei giovani più promettenti del circus (vedere i test estivi Pirelli in Ungheria per credere), metterà dunque alla porta il più esperto Button, il quale rimarrà definitivamente fuori dalla F1 per la prima volta dal 2000, anno in cui iniziò la sua lunghissima carriera in F1.
Da allora, in effetti, di strada ne ha fatta parecchia il buon Jenson, il quale si presentò sulla griglia di partenza del campionato mondiale 2000 come uno dei piloti più interessanti e di migliori prospettive. Da quel debutto al volante della Williams fino alla sua ultima apparizione in McLaren, l’inglese ha reso felice chi scommetteva sulle sue qualità, disputando ben 309 gran premi, vincendone 15 e salendo per altre 35 volte sul podio in 17 stagioni totali. Con 8 pole position, ed altri 8 giri veloci registrati in carriera, Button ha coronato la sua esperienza in Formula 1 con la vittoria del controverso campionato 2009, trionfando al volante della BrawnGP. Il team, fondato da Ross Brawn, che si aggiudicò il mondiale al suo primo ed unico anno in Formula 1 (unico caso nell’intera storia di questo sport) dopo aver raccolto le ceneri della Honda.
Una carriera rispettosa e costante, vissuta alla corte di altri team storici come Benetton, Renault, BAR, la stessa Honda ed infine McLaren. Ed è stato proprio con quest’ultima squadra che Button ha trascorso gli ultimi anni della sua esperienza in Formula 1, dal 2010 al 2017, condividendo momenti di gloria e periodi disastrosi. Dai motori Mercedes alle power unit Honda, dalle vittorie alle sconfitte più brucianti e pesanti da digerire, sempre vissute con serietà ed al servizio della squadra fino all’ultimo, in quel 2016 che, di fatto, rappresentò l’ultima partecipazione di Button in un campionato di Formula 1.
Prima l’annuncio del ritiro, e poi la firma sul contratto in qualità di test driver ed ambasciatore del team di Woking, quasi a non voler abbandonare del tutto il grande amore che lo legava alla Formula 1, restando sempre a disposizione per tornare operativo in caso di assenza del piloti ufficiali.
Un’eventualità che divenne realtà a Monaco, quando tornò per l’ultimissima volta in pista per sostituire Fernando Alonso, a sua volta impegnato nella 500 Miglia di Indianapolis.
L’ultima, innocua zampata del campione prima di tornare a lavorare “dietro le quinte”, testando con chissà quanta frustrazione le power unit della Honda, ignaro del tempo che passa.
Ma poi, come già accennato in apertura, le favole sono sempre destinate a terminare. Il personaggio che ha messo la parola “fine” alla permanenza di Button nell’ambiente della Formula 1 è un altro ragazzino inglese, così come lo era egli stesso in quel “lontano” 2000 a Melbourne: giovane, talentuoso, veloce e promettente.
Ancora qualche giorno, qualche settimana, ed il capitolo di Button in Formula 1 si chiuderà per sempre, ma l’istinto quasi immortale del pilota resta, quasi come se non sentisse sulle proprie spalle il peso dei 37 anni d’età (ancora giovane per la vita di un uomo, ma significativi per l’esistenza di uno sportivo professionista):
“Il prossimo anno correrò ancora – ha spiegato Button – ma ancora non so dove. Non importa se andrò a gareggiare in Europa, negli USA o in Giappone. Il mio obiettivo è quello di portare a termine una stagione completa”.
Il tempo è tiranno, e la F1 non perdona. Quando i giovani scalpitano, il vero campione lascia strada, anche nel backstage.
E allora buona fortuna, Jenson!