Mondiale F1 2017: perché Ferrari è così tanto dietro? Il riassuntone di FormulaHumor | Parte 2
Dunque, dunque, dunque.
Ci siamo lasciati nella parte uno – che trovate qui – con un lungo discorso fatto sulla parte iniziale del mondiale, con delle considerazioni su qualche GP e qualche storiella di lettere, aggiornamenti, novità tecniche, e altra roba, tutta condita con olio extravergine Ferrari.
Avete tutti iniziato con “ma questo?!, e questo?!, e dov’è il riferimento a Kimi?!, eh?! E Kimi?! Ghimmi the Kimi, ghiv it tu mi”.
Tranquilli che il buon Kimi, ancora impegnato a urlare per farsi passare il volante dai suoi meccanici, oltre che a appicciare adesivi con scritto C71 pure sui pomelli delle antine di casa, in questa seconda parte sarà un protagonista fondamentale.
Sì perché detto tutto quello che è stato detto la volta scorsa, la domanda fondamentale, a cui ora bisognerà dare una risposta, non è tanto il perché Sebastian non abbia vinto il mondiale piloti (cosa che era appunto VELATAMENTE descritta in quelle POCHE righe), ma perché questa Ferrari arrivi così tanto dietro nel mondiale costruttori.
D’altra parte se valutiamo la differenza tra i due leader team, siamo ad un inglese contro un tedesco (anche se Sergio dice che è siciliano, mah), e ad una lotta civile tra finlandesi.
Ora, il primo che si alza dicendo che Bottas è meglio di Kimi riceve delle sprangate sulle ginocchia che gliela faccio passare io la voglia di alzarsi.
Ma se Tappos, Bottas, o Coso (alla Pino), che dir si voglia, NON È superiore a Kimi, come mai spesso gli è finito davanti?! (Per fortuna mi faccio domande facili, a cui so dare risposte altrettanto semplici).
Lasciando perdere il fatto che Kimi quest’anno NON è stato trattato come negli ultimi anni, MA PEGGIO, PROVATECI VOI a finire una gara davanti ad una macchina altrettanto competitiva con delle novità tecniche che non sono state fatte apposta per voi, perché si adattano allo stile di guida del vostro compagno e non al vostro, o addirittura SENZA NOVITÀ TECNICHE perché siamo nell’era dello “stop allo spreco” e nell’autoclave facciamo solo un pezzo per volta.
La differenza tra Bottas e Kimi quest’anno è stata proprio questa. DA UNA PARTE un finlandese paciocchino, che mette tanta tenerezza, che partiva con consapevolezza di valere meno di un motore elettrico agli occhi di Marchionne, e che sapeva che Hamilton gli sarebbe stato sempre davanti, salvo essere poi trattato come un vero essere umano. DALL’ALTRA, un finlandese di ghiaccio, che non mostra sentimenti, salvo essere poi trattato come un Kvyat qualsiasi, e abbandonato dai box, senza strategie, senza aggiornamenti, e con la consapevolezza che “se è la tua giornata, fammi il sacrosanto piacere di lasciar passare il tuo compagno, che abbiamo UN SOLO mondiale a cui pensare”. Vedere Kimi con la morte nel cuore e anche negli occhi (un po’ più spenti del solito a Monaco, ad esempio), e sentire le sue urla via radio, hanno reso la F1 un po’ più divertente per tutti, tranne che per i suoi tifosi, e per chi abbia un minimo di empatia.
Infatti, se è vero che per vincere il mondiale costruttori servono DUE piloti SEMPRE competitivi, è altrettanto vero che devi garantire sviluppi ad entrambi che si adattino al loro stile, soprattutto se uno dei due non si riesce ad adeguare allo stile di guida del compagno.
Oltretutto, non per difendere il finlandese in rosso, ma trovatemi davvero sto leggendario tasto C71, in grado di risolvere OGNI problema sulla Ferrari, ma NON MONTATO sulla macchina di Kimi.
E, in più, il rovescio della medaglia è che se poi vuoi vincere anche un mondiale piloti, occorre che quando il compagno “sfigato” è davanti, si ADEGUI veramente ad essere seconda guida e accetti di lasciarti passare.
Cosa che Bottas ha da contratto, e che infatti gli è valsa il rinnovo con Mercedes pure per l’anno prossimo, dato che un ritorno alla Williams non sarebbe stato ottimo, vista anche la lunga coda d’attesa formatasi per il posto che, GRAZIE AD HULKENBERG, Massa lascerà vacante, ma che Kimi sceglie di accettare per bontà d’animo sua.
[Quindi, descritto questo, risposto anche a questo dilemma, e discusso anche del buon Raikkonen dato che tutti mi avete stressato peggio che per l’incidente di Singapore, vediamo in fretta quello che è successo anche per gli altri team.]
La bella e buona Force India, ovvero la macchina in rosa
Pensavamo non ne avremmo mai vista una in F1 (TUTTA rosa), ma non avevamo considerato il fatto che prima o poi Ecclestone con le sue idee un po’ retrò se ne sarebbe andato. E infatti quest’anno, appena scoperto che il rosa era il colore del power ranger mancante, l’uomo con più taglie internazionali al mondo ha pensato bene di fare un accordo commerciale con uno sponsor così carino, che gli è valso una serie di prese in giro per almeno i primi 2 mesi dall’inizio del mondiale. Sì perché solitamente gli accordi commerciali ti obbligano a mettere un nome sulla fiancata, un simbolo sulle pance o un codice a barre sul cofano motore*, ma addirittura ad imporre la livrea solo se ti hanno anche comprato l’anima. Ma se sei un indiano con un passato su MTV (ahaha VJ Mallya) di queste cose te ne freghi e cerchi di coprire il danno ormai fatto mettendo a caratteri cubitali i nomi dei tuoi piloti come imposto dalla FIA.
(*) se per 3 anni riesci a mettere un codice a barre sulla Ferrari vinci un posto da TP
Anche questa è una cosa che bisogna ricordare. I NOMI DEI PILOTI
Se sei la FIA, non hai nessuno da penalizzare per almeno una settimana, la posta ha smarrito qualche lettera, e soprattutto vuoi essere sicuro di colpire quello giusto tra i due RedBull, c’è solo una cosa da fare: chiedere a tutti i team di mettere 3 lettere, o due numeri (o 2 lettere e un numero, o 2 numeri o una lettera, o qualsiasi cosa, tanto alla fine il buco regolamentare lo si trova sempre) in un posto ben visibile, tipo le pinne, che verranno tolte il prossimo anno, per far sì che i piloti si riconoscano bene. Non per altro, ma perché c’è proprio bisogno nella formula 1 moderna di sapere CHI ha comprato un sedile per quella determinata squadra, COME SI CHIAMANO i piloti in rosa che tutti prendono in giro, e soprattutto CHI DIAVOLO CORRE QUESTA SETTIMANA PER TOROROSSO!
Il mondiale di ToroRosso
Che si può riassumere semplicemente e in maniera CHIARA con: partono con Kvyat e Sainz, salvo poi mandare Kvyat a casa, Sainz in Renault (perché in Renault hanno cacciato Palmer), per mettere Gasly, che però è gne, quindi riprendo Kvyat, che è passato da “quello è un fenomeno” in RedBull, a “le faremo sapere” in ToroRosso, non sapendo che in Formula1 dare due “bottarelle” al campione di turno non porta guadagno, quindi prendono Hartley, perché Gasly c’ha da fare, ovvero tentare di vincere la “FormulaSuper” in giorno di uragano, sono costretti a chiamare Galael, che da contratto deve girare nelle FP, e quindi siamo arrivati al punto che in brasile guidano Button e Barrichello.
Non chiedetemi perché. È così complicato che in ToroRosso non c’hanno ancora capito niente. In pratica è come fare il gioco delle 3 carte, con 4 piloti. L’unica cosa certa è che ogni volta che Kvyat viene cacciato, Verstappen vince. Dispendiosa e casinistica come strategia, ma funzionante.
Cosa manca…? AH, il mondiale McLaren
Che si riassume facilmente con un BOOM e una risata.
I motori Honda inqualificabili, i team radio di Alonso esilaranti, UNICA nota di colore, la scelta di Alonso (che quest’anno ha macinato così tante posizioni di penalità da partire ultimo in tutte le gare del 2018) di partecipare alla 500 di Indianapolis.
Scelta sensata, e saggia la sua, criticata solo da qualche pilotuncolo, di saltare il GP di Montecarlo, in cui ci sarebbe stato un sicuro ritiro, sempre per problemi tecnici al motore, per andare a correre in tutt’altra categoria, sperando di ottenere un altro tassello per la cosiddetta TRIPLE CROWN, da lui sapientemente creata.
La scelta SAREBBE STATA certo MOLTO più saggia, se da contratto non avesse dovuto correre per la scuderia di Andretti, motorizzata, manco a farlo apposta, con motori Honda, che manco a farlo apposta, hanno lasciato appiedati TUTTI, compreso Alonso, tranne (e qui la cosa è comica) PROPRIO il vincitore della #Indy500. Ovvero Takuma Sato. Quel Takuma, tanto bistrattato in F1, compagno di squadra di Alonso nel team Andretti, che abbiamo per l’occasione scoperto essere ancora vivo. Tu pensa alle volte, il Karma.
Mancherebbero a questo punto Renault, Williams, Sauber e Haas, di cui durante l’anno non è fregato niente a nessuno. E quindi non vedo perché debba fregare a me di raccontare il loro mondiale, anche perché se da una parte il solo Hulkenberg vale i punti di tutti gli altri piloti messi assieme, c’è solo da segnalare un Giovinazzi, che, sfortunato con le prime sessioni in Sauber, tanto da mandare la scuderia sull’orlo del fallimento per le spese di riparazione per i danni da lui provocati, si riscopre un pilota adeguato in Haas. Scuderia che lo rilancia nelle varie FP1, e da cui attendo ancora un bellissimo cappellino.
Consapevole dunque di aver dimenticato un sacco di particolari, che evidentemente erano poco importanti, di aver evitato di scrivere di tutte le guerre fatte dalle varie TuiderStar contro personaggi più o meno famosi, e dopo tutto questo spiegone sulle peripezie delle varie squadre degne di nota, direi di concludere semplicemente tirando le somme e con 4 righe su cosa dovremmo aspettarci dalla F1 l’anno prossimo.
La Ferrari che ha presentato una macchina formidabile quest’anno deve puntare a migliorare efficienza aerodinamica e affidabilità, che perdere un mondiale per una candela è vergognoso.
La Mercedes deve continuare il suo solito lavoro, con il problema che ora Allison sa molte meno cose sulle novità Ferrari e questo per loro potrebbe essere un enorme problema.
La Red Bull deve risolvere la diatriba interna con Ricciardo, sperare che le sue sospensioni non siano irregolari, affidarsi come sempre ad Adrianuccio e pregare che il buon Budkowsky (acquistato scandalosamente dalla Renault con tutte le sue conoscenze acquisite in FIA) sappia fare bene il suo lavoro.
Renault che fornirà i motori alla McLaren, che giustamente stanno già scoppiando come dei semplici Honda, per la gioia di Fernando che in questo momento starà cercando la lista “101 modi indolori per morire”.
Honda che passa invece agli amici cari di Toro Rosso, che avevano già pochi problemi con i piloti, non vedo perché non complicarsi ulteriormente la vita.
Tutti l’anno prossimo monteranno l’HALO, ovvero un sistema di sicurezza apparentemente inutile e brutto, che in realtà è solo…inutile e brutto.
Probabilmente potrebbe creare problemi in più situazioni di quante lo vedranno invece protagonista in senso positivo, e soprattutto è un maestoso pugno nell’occhio ben assestato che sta facendo nascere in un sacco di gente il pensiero di non seguire più la F1.
Questa gente, ovviamente, continuerà a lamentarsi, e allo stesso tempo a non perdersi nemmeno le FP dei GP in notturna. E ve lo dico da persona TOTALMENTE disinteressata.
Mi auguro che Ferrari capisca che Kimi va sostenuto in questo che potenzialmente è il suo ultimo anno, visto che dal 2019 potremmo vedere in rosso uno che vive col sorriso.
Infine, Leclerc probabilmente finirà in Sauber e Giovinazzi, nonostante delle buone FP negli ultimi tempi con HAAS, rimarrà a vita sul simulatore a Maranello, perché a noi piace buttare i talenti, convinti che siano tutti dei normali Fisichella o Liuzzi ma soprattutto consci che di Ivan Capelli ne nasce uno solo, ogni 1000 anni.
Oh.
Lungo, ma ce l’ho fatta.