Un tema assai dibattuto nel mondo della Formula 1 e più in generale nel motorsport riguarda le famigerate vie di fuga in asfalto. Introdotte con la finalità di migliorare la sicurezza, queste ampie vie di fuga hanno via via sostituito la ghiaia e anche l’erba. Nei circuiti di più recente costruzione, di fatto anche la stessa erba oltre la linea bianca che determina la careggiata è diventata un miraggio. Le vie di fuga in asfalto sono da sempre oggetto di critiche, anche tra gli stessi piloti, che ne contestano il fatto che il pilota che eccede non venga mai penalizzato e, al contrario, finisca in certe occasioni pure per guadagnare del tempo.
Se Liberty Media, dopo la tappa conclusiva del 2017 ad Abu Dhabi, ha promesso di cambiare alcuni particolari dei circuiti per migliorare lo spettacolo, la commissione dei piloti della FIA ha già qualche idea in merito, proprio relativa alle tanto contestate vie di fuga. Portavoce dei piloti contro le vie di fuga in asfalto è l’ex pilota e ora commissario sportivo FIA Emanuele Pirro.
Nel corso del Motor Show di Bologna, l’ex pilota romano ha anticipato che è in fase di discussione la proposta che vedrebbe l’introduzione dei letti di ghiaia all’esterno delle curve nelle quali si verifica un vantaggio eccedendo oltre il limite della pista: “Come rappresentanti dei piloti in FIA vorremmo delle corse nelle quali il pilota possa avere un ruolo più importante nella prestazione e se commette un errore di guida venga penalizzato. Perchè adesso, grazie alle enormi vie di fuga in asfalto, che sono state pensate per migliorare la sicurezza, gli errori non vengono più puniti”.
Durante il suo intervento Pirro ha appunto rimarcato che il pilota che riesce a sfruttare al massimo la pista senza mai esagerare viene di fatto penalizzato da questo regolamento e soprattutto dalla conformazione attuale dei tracciati: “Anche il regolamento di F1 dice che se esci di pista e non hai un guadagno di tempo non vieni punito. Così non va bene, secondo noi questo è sbagliato perchè il pilota più bravo che riesce a guidare più vicino al limite senza mai superarlo è penalizzato”.
Inevitabile il confronto con il passato, con macchine e tracciati che non perdonavano il minimo errore, dove spesso sbagliare comportava una grave minaccia persino per la propria vita: “Negli Anni ’50 e ’60 se andavi al 101% tuo e della macchina quando commettevi un errore rischiavi non solo di uscire di pista, ma anche di ammazzarti. Negli Anni ’80 e ’90, vale a dire l’automobilismo che ho vissuto io, se commettevi un errore facevi un danno alla macchina e ti ritiravi, ma, quasi sempre, ne uscivi indenne fisicamente. Adesso, invece, non solo si prosegue con la corsa, ma spesso si ha la possibilità di guadagnare qualcosa. Il pilota deve solo stare attento a non trarre un vantaggio dal proprio… errore e non succede proprio niente”.
La richiesta di Pirro, rappresentante della commissione dei piloti in FIA, è di correggere questa anomalia, restituendo al mondo delle corse automobilistiche dei tracciati veri che non perdonano chi guida oltre il proprio limite e quello della propria vettura: “Bisogna tornare ad avere piste nelle quali l’errore ti fa perdere tempo o ti fa fermare. Un’idea è introdurre i bump che si sono ricominciati a vedere in alcune curve, ma meglio ancora sarebbe rimettere delle vie di fuga in sabbia. Io faccio parte della commissione circuiti in Italia e le piste devono essere disegnate perchè i tracciati possano essere adatti alle Formula 1, alle F2 e alle GP3, ma anche alle moto”.
Bisognerà attendere per verificare se le proposte avanzate alla FIA, che a noi paiono sensate ed eque, avranno un seguito e potranno servire per modificare la conformazione degli attuali tracciati. Il lavoro di Liberty Media in Formula 1 deve considerare anche i tracciati come anello essenziale della catena del sistema Formula 1. Molti dei circuiti attualmente in calendario non solo sono molto ostili alle manovre di sorpasso, ma non comportano nessun vero rischio per il pilota che guida oltre il proprio limite.