Mancano ormai poco più di dieci giorni al primo evento in pista del 2018, la 24 ore di Daytona.
Quest’anno, gli appassionati del motorsport e di F1 saranno particolarmente interessanti a questa gara, perché come tutti sappiamo, tra i tantissimi piloti che prenderanno parte alla 24 ore ci sarà anche Fernando Alonso.
Lo spagnolo guiderà un prototipo LMP2 nel team United Autosport, di proprietà di Zak Brown, dividendo il sedile con Lando Norris, terzo pilota McLaren e Bruno Senna, ultimo vincitore del Mondiale Endurance nella categoria LMP2. Il pilota di Oviedo aveva preso questa decisione in vista di una possibile partecipazione alla prossima 24 ore di Le Mans.
E proprio su quest’ultimo argomento, l’ex pilota Red Bull e Porsche LMP1, Mark Webber, vincitore della gara di durata più blasonata del pianeta con la scuderia di Stoccarda, non è andato leggero nel dire di cosa ne pensa della decisione dell’ex collega in F1.
Secondo l’australiano, le difficoltà che incontrerà Alonso, non saranno a livello di guidabilità del prototipo, nonostante il peso maggiore rispetto ad una F1, ma dal punto di vista dell’adattamento alla vettura. Infatti, se in F1 i tecnici lavorano sulla macchina in base al suo feedback, a Daytona, meccanici e ingegneri dovranno trovare un compromesso fra tutte le esigenze dei tre piloti della squadra.
Mark Webber ha affermato che un’altra insidia riguarderà la visibilità, l’abitacolo di un prototipo LM, non offre una visibilità ottimale come può essere quella di una monoposto o di una vettura GT.
A questo bisogna aggiungere che nelle competizioni endurance si gareggia anche in notturna, dove la sensazione di velocità cambia decisamente; inoltre, essendo presenti diverse categorie, bisogna essere in grado di compiere i doppiaggi con la massima sicurezza, tenendo conto che molte vetture, come le GT, sono più lente di diverse decine di chilometri orari. Infine bisogna tenere conto anche della presenza dei gentleman drivers, ovvero dei piloti occasionali che partecipano alle singole gare e non ai campionati e che quindi hanno meno esperienza.
Alonso, però, ha già sperimentato alcune di queste condizioni nelle tre giornate di test che si sono svolte nei giorni scorsi sul circuito statunitense, dove il suo team si è piazzato in dodicesima posizione a 1″7 dal leader. Lo spagnolo, non completamente soddisfatto, ha ammesso che per ottenere un buon risultato bisognerà lavorare duramente.
Webber non si è nascosto dal dire che un pilota di F1 non può prepararsi ad una gara come la 24 ore di Le Mans, a campionato in corso. Avendo provato una situazione simile sulla sua pelle, l’australiano ha sostenuto che a suo parere, Alonso dovrà scegliere su cosa focalizzarsi. Il percorso verso Le Mans infatti comincia settimane, se non mesi prima della gara e per essere preparati al 100% bisognerebbe penalizzare il lavoro in F1, ma dal momento che quest’ultima sta diventando sempre più impegnativa, una scelta azzardata potrebbe compromettere l’intera annata.
Secondo Mark Webber, l’impresa di Nico Hulkenberg del 2015 è nata dal fatto che oltre a guidare una vettura estremamente competitiva come la Porsche 919 Hybrid, vincente per tre anni consecutivi della gara francese, in F1 si trovava in un team dove la pressione era decisamente più bassa di quella che un pilota sente quando è al volante di una macchina del team di Woking.
Ovviamente, noi come lo stesso Webber ha fatto, auguriamo buona fortuna a Fernando Alonso per l’avventura a Daytona, per quanto riguarda Le Mans, invece la decisone arriverà con tutta probabilità dopo i primi risultati della nuova McLaren Renault.