Della serie: C’eravamo tanto amati! Wolff e Berger rimpiangono Ecclestone
Quando la Formula 1 si apprestava ad assistere al cambio della guardia padronale, salutando così Bernie Ecclestone ed accogliendo gli americani di Liberty Media, in molti (tra addetti ai lavori ed appassionati) vedevano questa svolta come una liberazione, quasi come se l’immagine e l’importanza di Ecclestone fosse diventata troppo ingombrante. “Big Bernie” aveva fatto il suo tempo. Molto meglio dare spazio ad idee nuove, fresche, ed appartenenti ad una cultura da sempre dedita all’intrattenimento sportivo e mediatico come quella statunitense.
Oggi però, a poco più di un anno di distanza dal passaggio del testimone più pesante della storia recente di questo sport, non tutti nel paddock sono ancora contenti per l’approdo degli americani. Per quanto questi ultimi, da Chase Carey a Ross Brawn fino a Sean Bratches, siano giunti in Formula 1 con tante promesse ed altrettante idee da applicare, il loro lavoro ha creato delle spaccature talmente profonde all’interno del paddock da creare un clima di conflitti politici e di interessi.
Di questo se n’è accorto anche Toto Wolff, Team Principal della Mercedes campione del mondo in carica. Il manager austriaco non ha infatti nascosto il suo disappunto per la gestione firmata “Liberty Media”, rimpiangendo apertamente la precedente amministrazione di Ecclestone.
“Dopo l’addio di Bernie, Liberty Media ha vissuto un periodo di “luna di miele”, che però ora è terminato – ha commentato Wolff ai microfoni di DPA – Ecclestone ha inventato questo sport così per dire, ed ha avuto meriti importantissimi per l’aumento delle vendite. La sua qualità migliore, se potessi sceglierne una, era quella di saper portare a conclusione gli accordi. In questo periodo abbiamo sentito molte proposte interessanti – ha concluso Wolff, senza risparmiare una frecciata agli americani – ma la parte più difficile non è tanto quella di proporre idee, bensì quella di applicarle sul serio nella realtà”.
Ma il numero uno della Mercedes non è l’unico rappresentante di spicco della Formula 1 a non gradire le politiche messe in atto dal Liberty Media. Un altro austriaco, che risponde al nome dell’ex pilota Gerhard Berger, sembra infatti preoccupato per lo scoppio di una guerra politica generata dall’operato degli americani, a tal punto che anch’egli ricorda positivamente i “vecchi tempi”:
“In questo momento, molti in Formula 1 si stanno muovendo in direzioni diverse – ha spiegato l’ex ferrarista ai tedeschi di “Auto Sport und Moto” – . Abbiamo la Mercedes e la Ferrari da un lato, Ross Brawn e gli statunitensi dall’altro e la FIA nel mezzo. Ai bei tempi c’era una forte unità tra Ecclestone e Max Mosley, a tal punto che era difficilissimo per i team avere un’influenza. Ora, invece, c’è il serio pericolo di sconvolgimenti politici”.