Di questi tempi, a circa un anno fa di distanza da oggi, il futuro di Antonio Giovinazzi in Formula 1 sembrava molto promettente. Con il titolo di vice-campione del mondo di GP2 in tasca, il ragazzo di Martina Franca era riuscito ad attirare l’attenzione della Ferrari, che lo ingaggiò come terzo pilota per la stagione 2017 con la possibilità di sostituire Vettel o Raikkonen in caso di indisponibilità di questi ultimi. Ma proprio in avvicinamento all’apertura di quel campionato, Pascal Wehrlein dovette comunicare la propria assenza alla Sauber a causa di un infortunio rimediato nel corso della Race of Champions, spalancando così, all’improvviso, le porte della Formula 1 per il giovane pilota pugliese.
Giovinazzi, che grazie a quella promozione inattesa riuscì a riportare i colori dell’Italia sulla griglia di partenza, fu dapprima protagonista di un ottimo debutto in Australia, salvo poi commettere due errori quasi in fotocopia in Cina, compromettendo così la sua permanenza da pilota ufficiale nel team elvetico.
Questo, in sintesi, è tutto quello che c’è da sapere sul passato di Giovinazzi in orbita Formula 1. Da quello scivolone di Shanghai, il pugliese non è più riuscito a rientrare nella massima serie dalla porta principale, pur suddividendo il suo incarico da terzo pilota sia in Ferrari che in Haas.
L’ultima delusione è arrivata proprio dal team che lo aveva fatto debuttare, ovvero quella Sauber-Alfa Romeo che, nonostante la nuova collaborazione con l’italianissima casa del “biscione”, gli ha preferito Charles Leclerc, relegandolo ancora in qualità di terzo pilota.
Attualmente Giovinazzi occupa il ruolo di driver di riserva sia in Sauber che in Ferrari, e la possibilità di vederlo in gara nel 2018 da concorrente ufficiale sembra molto remota.
Eppure, nonostante questi colpi bassi incassati, lo stesso maggior rappresentante dell’Italia in Formula 1 non vuole rinunciare al suo sogno di diventare pilota ufficiale. Interrogato in merito alla scelta effettuata dall’Alfa Romeo-Sauber, Giovinazzi ha espresso così il suo commento: “Il team ha fatto la sua scelta, e sono tenuto ad accettarla -ha spiegato ai microfoni della “Gazzetta dello Sport”- Detto ciò, non voglio darmi per vinto, e farò del mio meglio per conquistarmi il sedile. Anche l’anno scorso ero partito con queste condizioni, poi però a Melbourne e Shanghai ho corso. La stagione -conclude- è ancora lunga”.
Le porte per partecipare ad uno o più GP nel 2018, almeno fino ad ora, sembrano così chiuse. Ma quale potrebbe essere un modo per rientrare in pista a lottare con gli altri piloti?
Le alternative in questo caso potrebbero essere due: Giovinazzi potrebbe rientrare da pilota ufficiale dell’Alfa Romeo-Sauber in caso di assenza di uno dei due piloti, dovuta ad indisponibilità o ad una clamorosa rescissione del contratto, con quest’ultima eventualità già quasi impossibile da immaginare.
In secondo luogo, la speranza più affascinante e difficile potrebbe aprirsi in Ferrari. Essendo già terzo pilota, Giovinazzi potrebbe diventare il pilota di punta in caso di assenza di Vettel o Raikkonen per uno o più gran premi.
In questo caso però, la percentuale di probabilità si abbasserebbe ancor di più: infatti, oltre a presupporre che difficilmente vedremo Vettel o Raikkonen lontani dalla griglia (e gli auguriamo che questo non accada), l’automatica promozione di Giovinazzi non sarebbe poi così scontata.
A Maranello infatti, da qualche giorno è presente anche Daniil Kvyat, appena ingaggiato dal “Cavallino rampante” in qualità di sviluppatore della monoposto. A quel punto, la preferenza del sostituto di uno dei due piloti potrebbe ricadere proprio sul russo, il quale dispone di una maggior esperienza in Formula 1 rispetto al pugliese.
Fortunatamente, all’interno del circus non gareggiano solo Ferrari e Sauber, ma ovviamente anche tanti altri team che potrebbero incontrare ostacoli nel corso della stagione che verrà. Anche il quel caso, il nome di Giovinazzi potrebbe comparire sulla “wish list” delle scrivanie di molti team.
Quindi, almeno per il 2018, Giovinazzi dovrà portare pazienza ed attendere ogni passo falso altrui, continuando ad accumulare esperienza nei test da terzo pilota. Se dovesse presentarsi la tanto attesa occasione di occupare un sedile in Formula 1, a quel punto il nostro Antonio dovrà seguire una sola regola precisa: vietato sbagliare.