Una delle novità più importanti del regolamento tecnico del Campionato Mondiale 2018 di Formula 1, prevede l’utilizzo di tre Power Unit per tutti i 21 week end di gara in programma.
Lo scorso anno le unità a disposizione di ciascun pilota erano 4 e le gare disputate furono una in meno (20). Dei primi sei piloti in classifica però solamente due (Bottas e Raikkonen) riuscirono a rimanere all’interno del regolamento e non subirono penalità. Vettel e Hamilton utilizzarono cinque ICE, MGU-H e TC incorrendo in penalità in griglia, mentre Ricciardo e Verstappen arrivarono ad utilizzare anche 6 ICE e l’australiano anche 8 MGU-H.
Se a questi tre team, motorizzati Ferrari, Mercedes e Renault, aggiungiamo la McLaren spinta lo scorso anno dalla Power Unit Honda il conteggio sale a 9 ICE per Vandoorne e 10 per Alonso con un utilizzo di ben 12 MGU-H e TC per il giovane pilota belga.
Se voi foste un ingegnere cosa fareste nel 2018? Non c’è nemmeno da chiederlo: anche se il regolamento impone di utilizzare solo 3 Power Unit, la decisione più ragionevole – salvo dover penalizzare troppo le prestazioni del propulsore – è quella di prevedere l’utilizzo di una quarta unità, scontando le penalità in griglia in uno dei Gp dove i sorpassi potrebbero essere più favorevoli oppure in una situazione in cui foste costretti comunque a partire dal fondo dello schieramento.
Prevedere, a parità di potenza/prestazioni, che una Power Unit possa passare da 5 week end di gara a 7 è francamente una follia per le attuali potenze raggiunte delle Power Unit in Formula 1. Meglio dunque non scendere a compromessi con la potenza e decidere di sacrificare una delle 21 gare in programma per una penalità da scontare in griglia.