Test F1, Barcellona: Mercedes davanti, Ferrari promossa, Red Bull da rivedere
Si sono conclusi ieri i test invernali in preparazione del Mondiale 2018, caratterizzati dal maltempo e dalle temperature basse. La Mercedes si è confermata la monoposto da battere. Bene anche la Ferrari, che non ha evidenziato problemi di gioventù. Red Bull a due facce: dopo un inizio scoppiettante, le due monoposto di Milton Keynes hanno avuto qualche problema di affidabilità. Buono l’esordio della Toro Rosso motorizzata Honda.
Il mese di febbraio ha sancito ufficialmente l’inizio della stagione 2018 di F1. Prima con la presentazione di tutte le monoposto, che ha destato curiosità soprattutto per l’introduzione dell’Halo: l’estetica delle monoposto un po’ ne ha risentito, ma in nome di una maggiore sicurezza, ci può stare.
E poi con la prima sessione di test, svoltisi in una insolita gelida Montmelò. Il maltempo e le temperature basse hanno influenzato, e non poco, il regolare svolgimento delle prove. Impedendo proprio alle monoposto di scendere in pista: come quando la neve ha fatto capolino sul circuito. E condizionando la resa dei pneumatici, che comunque sono risultati più performanti di quelli dello scorso anno.
Questo primo assaggio di Mondiale ha dato le sue prime indicazioni, che ovviamente dovranno essere confermate dai prossimi test, in programma sempre sul circuito catalano dal 06 al 09 marzo: e soprattutto dalla prima gara, in programma l’ultima domenica del mese, in Australia.
Ciò che è apparso evidente a tutti è, ancora una volta, la superiorità della Mercedes. Sia Bottas che Hamilton hanno girato costantemente con le mescole Medie, a differenza delle Ferrari che hanno montato le Soft. E proprio il campione del mondo ha chiuso l’ultima giornata di test, fermando il cronometro con un notevole 1.19.333, considerato soprattutto che è stato realizzato con una monoposto con molta benzina a bordo.
Inoltre le frecce d’argento non hanno evidenziato alcun problema di affidabilità: 129 giri in tre giorni, senza alcun intervento da parte dei meccanici.
Salvo clamorose e quanto mai improbabili debacle nei prossimi test, e nelle prime gare della stagione, Hamilton e la Mercedes rimangono i favoriti per la conquista dei rispettivi titoli iridati.
Molto lavoro anche in casa Ferrari. L’impressione è che a Maranello, forse ancora scottati dal finale della scorsa stagione, abbiano lavorato molto sull’affidabilità, più che cercare la prestazione cronometrica. Le due rosse hanno macinato km con i due piloti ufficiali. Sebastian Vettel ha concluso il programma con oltre 200 giri all’attivo in due giorni, con il miglior crono di 1.19.673, realizzato con le mescole Soft. Kimi Raikkonen, che causa maltempo ha potuto provare solo il primo giorno, ha compiuto 80 giri. L’impressione è che la monoposto sia ben progettata e affidabile. Quanto sia veramente vicina alla Mercedes ad oggi non è dato saperlo. Anche se il fatto che entrambi i piloti, nelle interviste post-test, non si siano sbilanciati, qualche preoccupazione la lascia: pretattica e prudenza, o consapevolezza che la Mercedes è ancora imprendibile? Tra 20 giorni avremo una prima risposta a questa domanda.
Indicazioni contrastanti da Barcellona sono arrivate per la Red Bull. Daniel Ricciardo è stato, per tutto il primo giorno, il più veloce della compagnia, chiudendo la sessione con 1.20.179. Dopo l’exploit dell’australiano, sulla scuderia di Milton Keynes è calato il buio. La nuova RB14 ha trascorso più tempo nei box che in pista. E Max Verstappen ha concluso anticipatamente la sua sessione con un fuori pista conclusosi mestamente nella ghiaia.
Tecnici e meccanici dovranno rimboccarsi le maniche per cercare di eliminare, fin dai test di settimana prossima, i problemi di affidabilità, per poi concentrarsi sulle prestazioni.
Interessante il verdetto incrociato Toro Rosso-McLaren. Dopo lo scambio di propulsori dello scorso anno, nell’ambiente c’era la curiosità di vedere l’esordio delle due monoposto.
Al Montmelò la scuderia di Faenza è stata forse la vera sorpresa di questi test. Pierre Gasly, nell’ultima giornata, con la tanto vituperata Power-Unit Honda, ha compiuto ben 147 tornate, senza alcun problema di affidabilità. Certo le prestazioni in termini cronometrici sono state tutt’altro che soddisfacenti. Ma come inizio non c’è male.
Considerando poi che la McLaren ha patito per tutti i quattro giorni problemi di surriscaldamento del motore, nonostante le temperature gelide, viene spontanea una considerazione: non era tutta colpa dei giapponesi! Anche il telaio McLaren sembra quindi avere avuto le sue colpe, tant’è che sembra che i meccanici abbiano dovuto aprire delle feritoie sulla carrozzeria, per far respirare il propulsore Renault.
Nel complesso comunque Alonso e Vandoorne sono riusciti a compiere un buon chilometraggio: anche in questo caso però le prestazioni dei due sono state ben lontane dai primi.
Per quanto riguarda gli altri team, da segnalare l’ottimo rientro di Robert Kubica, costantemente più veloce dei due piloti ufficiali. Una prima dimostrazione, forse, che la Williams ha sbagliato a non scegliere il polacco come pilota ufficiale, lasciando lo sviluppo della FW41 nelle mani di due novelli.
Alla Sauber non sono bastati due adesivi Alfa Romeo per migliorare le proprie prestazioni. Le due monoposto hanno occupato costantemente la parte bassa della classifica. Unica nota positiva il debutto di Charles Leclerc, che è sempre stato più veloce del suo più esperto compagno di team.
E infine Foce India e Renault.
Le “Pink Panther” della Formula 1 hanno fatto compagnia alle Red Bull nei box. Problemi di affidabilità e pochi giri in pista, per le monoposto che nel 2017 sono state la quarta forza del mondiale.
Soddisfazione misurata invece nel team transalpino. Entrambi i piloti hanno mostrato exploit interessanti e il motore Renault è apparso affidabile. La strada per arrivare ai primi, è però ancora lunga.