In occasione del salone dell’auto di Ginevra, il presidente del gruppo FCA, Sergio Marchionne, ha colto l’occasione per attaccare nuovamente le politiche messe in atto dai nuovi proprietari della Formula 1.
Sotto accusa, ancora una volta, le intenzioni del gruppo americano di standardizzare alcune componenti delle monoposto di F1 per migliorare lo spettacolo: “Noi vogliamo una scelta chiara sulla protezione del Dna di questo sport, di cui la Ferrari fa parte. Non vogliamo che questo Dna sia diluito da ragioni commerciali e di spettacolo. A noi interessano gli aspetti tecnici e credo che di questo Liberty non capisca un tubo: loro devono occuparsi dello spettacolo, ma spetta a noi rispondere sui regolamenti e se ci viene tolta questa possibilità non saprei cosa andarci a fare in pista; Liberty ci lasci lavorare, se non mi permette di competere andiamo da un’altra parte. Se non riusciamo a distinguere un concorrente dall’altro dal punto di vista tecnico, non mi interessa. Se la Ferrari non si distingue dalla Mercedes, non mi interessa. Costa un sacco di soldi, ce li teniamo a casa e facciamo altro. L’obiettivo è ovviamente di restare e io mi sto impegnando in tal senso, ma l’accordo deve arrivare da entrambi le parti e con Ross Brown purtroppo non abbiamo ancora chiarito le questioni tecniche”.
La posizione della Ferrari a riguardo rimane, dunque, comprensibile e chiara: giustamente Marchionne pretende che gli sforzi, economici e non solo, di ogni team non vengano oscurati in nome dello spettacolo e dell’audience. A tal proposito il CEO della FCA trova nel gruppo Mercedes un valido alleato, poiché anche i tedeschi di Stoccarda hanno più volte appoggiato il pensiero di Marchionne nei confronti di Liberty Media.
Le minacce d’addio al Circus da parte della Ferrari per molti sono soltanto fumo senza arrosto; qualcosa di visto e rivisto negli anni passati. Tuttavia, un’importante differenza che caratterizza le “tuonate” di Marchionne dell’ultimo periodo sta proprio nelle facce dei nuovi interlocutori. Prima, Bernie Ecclestone muoveva saggiamente le redini del Circus accontentando più o meno tutti e spegnendo le polemiche internamente poco dopo il nascere. Ora invece Bernie non c’è più, e sembra che i padroni statunitensi non abbiano le stesse abilità diplomatiche atte a scongiurare un possibile addio del team più prestigioso della storia della Formula 1. Le minacce di Marchionne non dovrebbero, dunque, suonare come innocue, al contrario, dovrebbero far riflettere molto i piani alti di Liberty Media circa i cambiamenti che vorranno apporre al Circus negli anni a venire.
Scritto da: Rovida Mirko