In un mondo perfetto, dove il male e la sofferenza non esistono, oggi saremmo qui a ricordare un gran premio vinto dodici anni fa da uno dei piloti più amati e vincenti della storia di questo sport. Ci ricorderemmo di un giorno che segnò anche l’ultima zampata vincente di questo immenso campione e, perché no, magari avremmo anche avuto qualche commento dal diretto interessato su come andarono effettivamente le cose quel giorno, con i ricordi che sarebbero solo gonfi di sana nostalgia, e niente più.
Invece, la realtà del mondo è fatta certamente di bellezze, ma anche di lacrime, dolore e sofferenze che fanno male al cuore di ogni uomo e sportivo che si rispetti. Perché, da parecchi anni a questa parte, ogni volta che la Formula 1 approda in Cina per disputare il gran premio a Shanghai, inevitabilmente i pensieri tornano indietro a quel 2006, in quell’edizione che segnò l’ultima vittoria in Formula di Michael Schumacher.
Sono ricordi che, al momento, fanno male. Perché mentre riavvolgiamo il nastro della nostra memoria, allo stesso tempo rimaniamo focalizzati sul presente, a pensare alle condizioni di salute di quel campione che tanto ci ha fatto divertire ed innamorare di questo sport, scandendo la sua carriera in 91 vittorie, ancora mai eguagliate da nessuno.
Per 91 volte Schumacher ha lottato con tutte le sue forze per raggiungere il gradino più alto del podio, e siamo certi che la 92° vittoria, quella più ardua da conquistare, sia ancora in corso d’opera. Nel doveroso e rispettoso silenzio che circonda e protegge la privacy del campione tedesco e della sua famiglia, vogliamo ripercorrere quel Gran Premio di Cina 2006, come per lanciare un messaggio di speranza che possa incoraggiare Schumi, con il nostro cuore e con i nostri pensieri, a rialzarsi per tornare a vincere. Ancora una volta: Keep fighting, Michael!
Gran Premio di Cina 2006
Il terzultimo appuntamento del mondiale 2006 di Formula 1 si tiene sul circuito di Shanghai, in Cina. Schumacher, reduce dall’emozionante vittoria a Monza (nella quale annunciò il suo ritiro dalla F1 al termine della corsa), si presenta così in Oriente con due punti di svantaggio sul leader del mondiale, Fernando Alonso, in un periodo di flessione con la sua Renault.
Eppure, sin dalle prove libere, lo spagnolo sembra avere una marcia in più su tutti gli inseguitori. A conferma di questa sensazione arrivano i risultati delle qualifiche, nelle quali Alonso conquista la pole proprio davanti al suo compagno di squadra, il romano Giancarlo Fisichella.
I due piloti, che dispongono dei pneumatici Michelin, conquistano dunque la prima fila anche grazie alle condizioni di bagnato, con le quali le gomme francesi non sfigurano. Discorso diverso per i team equipaggiati da pneumatici Bridgestone, tra cui spicca la Ferrari. Non a caso, Schumacher non riesce a reggere il ritmo delle due Renault, classificandosi in griglia soltanto al 6° posto.
La pioggia nel frattempo, anche dopo il termine delle qualifiche, continua ad abbattersi su Shanghai, facendo così pregustare un’ipotetica doppietta in casa Renault, utilissima per tenere vive i sogni iridati.
E invece, a poche ore dalla partenza della gara, smette di piovere. Gradualmente i nuvoloni di dissolvono in cielo, facendo intravedere i primi spiragli di luce solare. In ogni caso, quando il semaforo verde si spegne, la pista è ancora bagnata. La situazione è ancora favorevole alle Renault, che infatti scattano bene e si portano al comando del gran premio. Con il passare dei giri però, la pista inizia ad asciugarsi, mandando in crisi la tenuta delle gomme Michelin ed esaltando, allo stesso tempo, le performance delle Bridgestone.
A questo punto, Schumacher inizia una lenta e graduale rimonta che lo conduce fino al 3° posto, subito alle spalle di Fisichella. Con i distacchi ridotti, e con una Ferrari in grande spolvero, Schumacher inizia davvero a credere nella vittoria, soprattutto dopo le soste ai box.
Grazie ad un ottimo lavoro di strategia degli uomini di Maranello, il “Kaiser” rimonta fino alla prima posizione, spodestando Alonso da leader della gara fino all’esposizione della bandiera a scacchi.
Così facendo, Schumacher vince il Gran Premio di Cina, portandosi in testa alla classifica mondiale piloti grazie a questo successo. Il sogno dell’ottavo titolo iridato inizia a concretizzarsi, ma i due successivi gran premi, in Giappone e Brasile, si riveleranno a dir poco disastrosi per il tedesco, tradito da una dose incredibile di sfortuna.
Il titolo finisce così per la seconda ed ultima volta nelle mani di Alonso, mentre Schumacher appende il casco al chiodo da campione indiscusso, abbracciando uno ad uno tutti i meccanici del team per tutti gli anni e le emozioni vissute in Ferrari.
Il tedesco saluta così la compagnia, ma nel 2010 deciderà di ritornare in Formula 1 per altre tre stagioni con la Mercedes, senza replicare quelle magie viste negli anni passati. Ritornerà sul podio soltanto una volta, con un 3° posto al Gran Premio d’Europa a Valencia, ed otterrà una pole position (poi revocata) a Montecarlo, sempre nel 2012. Ma nella sua seconda ed ultima esperienza in F1 non arriverà mai l’appuntamento con la vittoria.
Quella, la 91° ed ultima di una carriera meravigliosa, resta ancora un lontano ricordo, fisso in quella domenica 1° ottobre 2006.
Ed oggi, ricordando quell’impresa con una lacrima che scende sul viso, siamo nella speranzosa attesa di poter festeggiare la sua vittoria più bella ed importante, ma anche, purtroppo, difficile.