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    GP Cina F1 2018: la Top 5 di un pazzo week-end

    Alessandro PradaBy Alessandro Prada16 Aprile 2018
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    Il leader della classifica mondiale resta comunque Sebastian Vettel, in virtù delle due vittorie ottenute dal tedesco in Australia ed in Bahrain. Nella gara di ieri però, il ferrarista ha ceduto il suo ruolo di protagonista ad un arrembante Daniel Ricciardo, vincitore del Gran Premio di Cina grazie ad una prestazione superba, condita da due sorpassi magistralmente compiuti ai danni delle due Mercedes.

    Una vittoria frutto di una grande rimonta, favorita non solo dall’ottima scelta strategica della Red Bull (abile ad interpretare più velocemente di tutti l’incognita della safety car), ma anche dagli episodi verificatisi in pista. Su tutti prevale il discusso contatto tra Vettel e l’altro pilota della scuderia anglo-austriaca, Max Verstappen, il quale ha sempre goduto del pieno appoggio del suo team nonostante le performance di Ricciardo, vero eroe del week-end cinese.
    Di questo, e molto altro, ne parleremo nel consueto appuntamento con la nostra “top 5” del Gran Premio di Cina 2018.

    1 – Le qualifiche perfette della Ferrari
    A giudicare da come si erano svolte le qualifiche di sabato, l’idea che anche la Cina potesse diventare il teatro dell’ennesimo passo falso della Red Bull sembrava una delle ipotesi più concrete. Proprio Ricciardo, che nel corso delle prove libere aveva accusato un problema al motore, era infatti riuscito a qualificarsi in Q2 per il rotto della cuffia, grazie ad uno straordinario lavoro dei suoi meccanici, abili e velocissimi a rimandarlo in pista prima del “gong” finale.
    In tutto questo, oltre alla delusione in casa Red Bull, c’era l’altra faccia della medaglia delle qualifiche cinesi. La Ferrari infatti, approfittando anche di una Mercedes insolitamente più lenta del solito, ha conquistato l’intera prima fila, piazzandosi in Vettel in pole e Raikkonen in seconda posizione. I due ferraristi, con mezzo secondo di vantaggio su Bottas ed Hamilton (rispettivamente 3° e 4°) erano così pronti a rincorrere l’obiettivo della terza vittoria stagionale, la terza consecutiva.

    2 – L’undercut di Bottas ed contatto tra i due “toretti”
    Dopo una partenza decisamente aggressiva da parte di Vettel, con il tedesco che chiude la porta in faccia al suo compagno, facendogli perdere due posizioni, il numero 5 della Ferrari mantiene saldamente la leadership della gara, almeno fino al primo “valzer” del cambio gomme. Decisivo, in questo senso, è l’undercut effettuato da Valtteri Bottas, il quale, approfittando delle gomme più performanti e di un pit stop leggermente più lento di Vettel, riesce a rimontare in un giro tutto lo svantaggio accumulato, superando il ferrarista all’uscita dai box.
    Il distacco tra i due piloti ritorna minimo grazie all’ingresso della safety car, entrata in pista per il contatto clamoroso tra i piloti della Toro Rosso. Pierre Gasly, dopo aver indossato i panni dell’eroe in Bahrain, stavolta si fa prendere troppo la mano, tentando una manovra azzardata ai danni del compagno Brendon Hartley. Il contatto tra i due è inevitabile, e la gara di entrambi è praticamente compromessa.
    Di certo non un weekend da ricordare per la scuderia di Faenza, passata, nell’arco di una sola settimana, da favola della F1 a protagonista in negativo in quel di Shanghai.

    3 – La Safety Car favorisce la Red Bull
    Il contatto tra Gasly ed Hartley si ripercuote, in modo decisivo, anche sulle sorti della gara. I detriti rimasti in pista in seguito all’incidente obbligano la direzione gara a far uscire la safety car, che ritorna una volta tanto protagonista dopo le tante preferenze verso la Virtual Safety Car.
    In questo modo i distacchi si azzerano, ma si apre anche l’opportunità di un cambio gomme. La più lesta a cogliere al volo questa occasione è la Red Bull, che richiama entrambi i suoi piloti ai box nello stesso giro, compiendo due cambi gomme uno dietro l’altro, senza sbavature e senza ulteriori perdite di tempo. Grazie a questo pit stop, che coglie di sorpresa gli avversari, le due Red Bull rientrano dietro alle Ferrari ed alle Mercedes, ma con una mescola di pneumatici più fresca e più veloce. I risultati, non a caso, daranno ragione al muretto box della scuderia anglo-austriaca.

    4 – Lo show di Ricciardo
    In questa circostanza favorevole alle Red Bull sale in cattedra Daniel Ricciardo. L’australiano, che detta un ritmo sul giro decisamente più elevato, recupera rapidamente terreno sugli inseguitori, così come il compagno di team Verstappen. La rimonta del sorridente Ricciardo lo porta addirittura al primo posto in classifica, prendendosi la leadership anche a due sorpassi a dir poco spettacolari e coraggiosi, entrambi effettuati ai danni delle Mercedes.
    Il primo lo compie su Hamilton, tirando una staccata pazzesca al termine del lungo rettilineo prima del traguardo. Una mossa simile a quella effettuata a Monza, che aveva fatto crollare le tribune del tracciato brianzolo per la spettacolarità del sorpasso.
    Ancor più difficile, infine, è quello che porta a compimento su Bottas, fino a quel momento leader della corsa. L’australiano entra ancora in staccata, ma questa volta in un punto molto più lento e molto più stretto, sfavorito anche dal tentativo di difesa del finlandese. Nonostante ciò, Ricciardo resiste fino all’ultimo, superando in modo pulito, e senza contatti, proprio Bottas.
    Una mossa da applausi che lo consacra come uno dei migliori “staccatori” mai visti in F1. Due mosse che gli consentono anche di aggiudicarsi il Gran Premio di Cina, riportando la Red Bull in cima al podio a Shanghai per la prima volta addirittura dal 2009 (in quel caso vinse Sebastian Vettel).
    Per Ricciardo, che in questa maniera lancia un chiaro messaggio al suo team (troppo spesso più dalla parte di Verstappen), si tratta infine della sesta vittoria in carriera.

    5 – Il contatto tra Verstappen e Vettel
    Oltre ai grandissimi sorpassi compiuti da Ricciardo, il Gran Premio di Cina 2018 passerà alla storia anche per l’ennesimo capitolo della rivalità tra Vettel e Verstappen. L’olandese, in piena rimonta, tenta un sorpasso tanto azzardato quanto improbabile su Vettel, causando un contatto che rovina la gara di entrambi. Verstappen, poi penalizzato di 10 secondi al termine della gara, fa scivolare il tedesco addirittura al 7°, poi divenuto 8° a causa di un’altra manovra molto discussa, stavolta effettuata da Fernando Alonso.
    Non è la prima volta che l’esuberanza dell’olandese si fa vedere con questo tipo di manovre, e non è nemmeno la prima occasione in cui Vettel interpreta la parte della “vittima”.
    Ma il contatto di Verstappen, indipendentemente dalla fede sportiva di ognuno di noi, questa volta non lascia spazio ad interpretazioni o difese: l’errore c’è stato, ed anche palese. Talmente grande che è stato lo stesso interessato a volersi scusare pubblicamente per la sua manovra, trovando una reazione diplomatica di Vettel, che non si è lasciato tradire da quel nervosismo al quale ci aveva abituati.
    C’è chi ha trovato delle similitudini tra Verstappen e Marc Marquez in MotoGP, ma il paragone, francamente, non può reggere.
    Verstappen è un pilota di indubbio talento, ma con quel filo di esperienza che ancora gli manca, e che lo porta a commettere errori di questo genere.
    Ci fa piacere che, a differenza di quanto accaduto nel mondo delle due ruote, i due diretti interessati abbiano subito cercato un colloquio chiarificatore. Faccia a faccia, senza tensioni, senza scontri.
    Se da un lato c’è l’amarezza per una manovra tanto azzardata quanto assurda, dall’altro c’è comunque la sportività della F1 che, una volta tanto, può essere un esempio per le altre categorie.
    Così come possono essere un esempio da seguire i bellissimi sorpassi di Ricciardo. Ed ora, dopo questa gara, forse è il caso che in Red Bull si guardi e si riconosca un po’ di più il talento di Ricciardo, senza coccolare eccessivamente un pilota comunque talentuoso come Verstappen.

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    Alessandro Prada | Appassionato da una vita di sport e di F1 in particolare. Cresciuto tra le vittorie di Schumacher e la leggenda di Senna con la Ferrari sempre nel cuore.

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