La Mercedes è ancora il team da battere: regolarità, concretezza e il primato in classifica
Quando sono ormai trascorse cinque gare dall’inizio del campionato, ci concediamo una breve analisi comparativa tra la Mercedes vista in questo primo scorcio di stagione e quella ammirata nel corso del primo quarto del 2017. La lunghissima corsa a tappe – sono ben 21 i Gran Premi quest’anno – presenta attualmente una classifica difficile da ricondurre ai reali valori espressi in pista, che appaiono davvero in costante evoluzione. Al di là di risultati spesso influenzati da molteplici variabili (safety car, strategie, gomme da interpretare), la Mercedes, un anno dopo, è ancora in testa al campionato costruttori. Inoltre, a differenza del 2017, quando Hamilton fu in modalità cacciatore fino a dopo la pausa estiva, è proprio il pilota anglo-caraibico a guidare la classifica piloti dopo cinque gare.
Dopo la doppietta conquistata in terra catalana, la classifica vede infatti la Mercedes guidare il campionato costruttori, dopo più di un avvicendamento con la Ferrari: sono 153 i punti conquistati dai due alfieri del team guidato da Toto Wolff. Un bottino che appare sostanzialmente in linea con i 161 punti raccolti dal team dopo lo stesso Gran Premio l’anno scorso, quando era ancora la Mercedes nel ruolo di battistrada.
Per quanto concerne il mondiale piloti, è appunto Lewis Hamilton a guardare tutti dall’alto dopo le prime cinque gare, con 95 punti in classifica e un vantaggio di 17 lunghezze sul prossimo inseguitore Vettel. Se raffrontata alla fotografia della classifica allo stesso punto del 2017, Hamilton ha persino tre punti in meno, bilancio che tuttavia non va a inficiare il suo momentaneo primato. Questa rappresenta una situazione alquanto inedita per il campione del mondo, abituato nelle ultime stagioni a ricoprire il ruolo di inseguitore. La leadership provvisoria, considerato un feeling con la vettura che per stessa ammissione del campione del mondo non è ancora sbocciato, appare quindi sorprendente (o promettente?). Valtteri Bottas, al suo secondo anno in Mercedes, ha invece raccolto 58 punti dopo le prime gare, cinque in meno rispetto al 2017. La posizione in classifica rimane la terza, con il pilota finlandese che paga un ritiro in entrambi gli anni, a Barcellona nel 2017 e a Baku nel 2018.
Da un lato, il bilancio di questa prima parte di stagione può far sorridere gli uomini e le donne di Brackley. Con l’obiettivo che rimane quello di vincere entrambi i titoli, la Mercedes, specialmente con un Hamilton che ha sapientemente sopperito alla poca brillantezza delle prime uscite con una regolarità davvero preziosa, deve certamente essere soddisfatta di ciò che è stato raccolto sin qui. Se i risultati vengono poi parametrati alla forza dell’avversario, anche in questo caso la Mercedes ha buoni motivi per ritenersi soddisfatta. La Ferrari, specialmente in qualifica, sessione storicamente dominata dalla stella a tre punte nel corso dell’era ibrida, è apparsa estremamente solida. La partenza al palo rappresenta in questa Formula 1 un vantaggio ancor più significativo, a discapito dei vari fattori che vanno poi a determinare l’esito di un Gran Premio.
D’altro canto, in almeno tre gare sulle cinque disputate sinora, la Mercedes non risultava essere la vettura più competitiva con entrambi i piloti. Al contrario del 2017, quando le frecce d’argento avevano conquistato quattro pole position, quest’anno una vettura della stella a tre punte è partita in quella posizione solamente due volte. Se in Australia era stato Hamilton a piazzare la zampata all’ultimo tentativo del Q3, la prima vera prova di forza in qualifica è arrivata solamente in Spagna, con la prima fila monopolizzata da Hamilton e Bottas con un margine di appena un decimo e mezzo sulla Ferrari di Vettel.
Se guardiamo invece alla performance in gara, la Mercedes conta una vittoria in meno rispetto al 2017, quando impose in Cina, Russia e Spagna. Le due vittorie di Hamilton a Baku e a Barcellona hanno certamente ricaricato le speranze e le certezze del team. Va sottolineato che Bottas era risultato molto competitivo anche in gare in cui Hamilton faticava di più, come ad esempio a Shanghai e nella stessa Baku. Ad avere un ruolino certamente deficitario rispetto al potenziale espresso sin qui è proprio il pilota finlandese. Complice l’errore in qualifica in Australia e il ritiro di Baku, Bottas accusa ora un ritardo di 37 punti dal capo classifica. Se questo è un bilancio provvisorio che può essere sovvertito da un momento all’altro, è anche vero che Hamilton ha risposto con molta concretezza alle difficoltà patite in alcune gare di questo 2018.
Le ambizioni di un Bottas in grande forma non vengono osteggiate dalla Mercedes, che in questi anni ha fatto molto per assicurare parità di trattamento ai suoi due piloti. Sarà certamente motivo di interesse per i tifosi un’eventuale battaglia ravvicinata in pista tra i due rappresentanti della stella a tre punte, così come sarà curioso osservare la rispettiva gestione dei vertici del team. Sarà compito di Hamilton assicurarsi di mantenere un divario importante in classifica per salvaguardare il proprio interesse, nel contesto di una sfida che, a differenza degli anni con Rosberg, comprende altre squadre.
Nonostante i punti raccolti sin qui, la Mercedes nel post-Barcellona non si è fatta certo cogliere da facili entusiasmi, conscia del fatto che già la prossima gara di Monte Carlo presenterà non pochi ostacoli. L’etica di lavoro e la capacità di migliorarsi sono da sempre roccaforti di questo gruppo, che quest’anno è tuttavia chiamato ad alzare nuovamente l’asticella. Gli scenari in Formula 1 cambiano molto velocemente e le certezze, specialmente in questo 2018, appaiono effimere. Archiviate le prime cinque gare, appuntamento al weekend più glamour del campionato!