Ocon ai piedi della Mercedes. A Monaco va in scena una farsa senza precedenti
La 76° edizione del Gp di Monaco ha lasciato molti appassionati con un nuovo dubbio all’orizzonte: quanto contano, oggi, le alleanze tra team?
Aiuti tra scuderie, strategie falsate e compromessi opportunistici. Oggi la Formula 1 si specchia e, l’immagine che ne viene fuori, rischia di minarne la credibilità e i valori sportivi.
Il pilota francese della Force India Esteban Ocon ha, deliberatamente, lasciato strada alle frecce d’argento di Lewis Hamilton e Valtteri Bottas, non ostacolando la gara e le strategie del team Mercedes.
Dopo il cambio gomme, Hamilton è rientrato al giro 13 alle spalle di Ocon. La scelta di un pit stop anticipato pareva aver complicato notevolmente la gara del quattro volte campione del mondo. La velocissima Force India avrebbe potuto limitare il passo della Mercedes e costringere Lewis a temporeggiare o lanciarsi in un rischioso tentativo di sorpasso.
Giusto qualche kilometro dopo, invece, Hamilton volava alla Chicane del Porto davanti ad Ocon che, spudoratamente, alzava il piede dall’acceleratore all’uscita del tunnel per lasciare strada alla Mercedes.
In una gara dall’andamento lento, la manovra di Ocon è rara persino in regime di bandiera blu, dove spesso si assiste ad incomprensioni tra doppiati e piloti a pieni giri.
“Se ho reso la vita troppo facile a Lewis Hamilton quando mi ha sorpassato? Sono un pilota Mercedes – ha spiegato Ocon – devi chiedere al boss“.
Un commento che lascia una sensazione sgradevole a milioni di appassionati, che assistono ad una azione all’apparenza già approvata e studiata con la complicità di piloti e team.
Favorire un compagno di scuderia per il bene del team è pratica diffusa nel mondo della Formula 1. L’aiuto tra scuderie rivali con interessi comuni apre a congetture politiche interne al paddock che dovrebbero rimanere fuori dalla pista.
“Non serve a niente fare la lotta, Hamilton aveva anche le gomme nuove. Se c’è una regola non scritta? Eh magari…”, ha dichiarato il ventunenne francese ai microfoni di Sky Sport F1 HD.
Per quanto Ocon sia sotto contratto Mercedes, dovrebbe pensare al suo presente in casa Force India e spingere forte sull’acceleratore per mettersi in luce differentemente all’intero del Circus.
Toto Wolff dovrebbe, dal canto suo, apprezzare segnali di temperamento e coraggio del giovane pilota che gestisce e non la triste arrendevolezza di un piede leggero.
Tra una deviazione e uno spostamento, la gara del francese è stata comunque solida e in linea con il talento che questo ragazzo ha e ha dimostrato in questo inizio di carriera in F1.
“Sono molto molto contento. La macchina è stata perfetta questa gara. Siamo più stati più veloci di tutti in gara, alla fine ero molto vicino con Bottas e Raikkonen, eravamo anche più veloci di loro”.
Tra i principali rischi del tracciato cittadino di Monaco c’è quello di “pittare” nel momento sbagliato ed uscire nel traffico. Nella storia di Monaco molte gare sono state decise da un errore di tempismo nella corsia box. Se esiste un Gp dove ci si può mettere in mostra e difendersi, anche da un aeroplano, è proprio Montecarlo.
Un eccesso di politica che rischia di condizionare piloti giovani, razionalizzare la loro condotta di gare e privarci di storie sorprendenti. Avere una vettura, o meglio la vettura da battere negli specchietti, ha sempre rappresentato un’occasione unica, per i piloti più audaci, per dimostrare capacità di difesa e resistenza.
La potenza dei top team nell’economia di squadre satelliti, purtroppo, è un fattore. Oltre alla fornitura dei motori, la Force India può contare sull’aiuto creditorio di Mercedes, che si è accollata i debiti della squadra di Vijay Mallya, delle forniture power unit 2017 e 2018.
Dopo le polemiche catalane sulle mescole Pirelli, un nuovo caso rischia di esplodere e lasciare un segno evidente nel mondo della Formula 1. E se l’aiutino fosse accaduto all’ultimo giro dell’ultima tappa del mondiale?