Il futuro della categoria di vertice del motorsport ritorna a tenere banco quale argomento di prim’ordine tra il paddock e gli addetti ai lavori. Dopo i primi dettagli trapelati al termine del 2017 e le reazioni a dir poco irritate dei costruttori, il weekend di Monaco ha presentato un’ulteriore occasione per Liberty Media al fine di esporre i propri piani per il futuro della Formula 1.
L’incontro, tenutosi nel consueto venerdì di riposo monegasco, è stato infatti il proseguimento del summit andato in scena in Bahrain nel mese di aprile. I detentori dei diritti commerciali della Formula 1 hanno una concezione dello sport rivoluzionaria se paragonata allo status quo della categoria. I fronti interessati dai cambiamenti della gestione americana sarebbero davvero svariati e spazierebbero da modifiche ai regolamenti tecnici e sportivi sino alla rivisitazione del format dei weekend di gara.
Secondo quando riportato alla stampa di settore da Robert Fernley, vice direttore della Force India, il meeting di Monaco non sarebbe stato un tavolo di discussione, quanto più una presentazione vera e propria di Liberty Media. Tra le tematiche affrontate anche la questione legata ai calendari e alle poco gradite sovrapposizioni tra eventi di diversi campionati. Com’è ormai noto, la Formula 1 è poco disposta a trattare con altri organizzatori per evitare questo tipo di situazioni.
Ritornando all’origine dei piani di Liberty Media per il futuro della Formula 1, vi sono dei punti fermi che mal si sposano con la visione dei costruttori impegnati nella massima categoria. A partire dal concept di power unit proposto per il 2021 sino all’implementazione di un regime di budget cap, non sono infatti mancate le critiche nei confronti dei nuovi capi, rei di voler snaturare la Formula 1 per renderla più simile a una categoria come la Nascar. C’è addirittura chi, come Sergio Marchionne, ha neanche troppo timidamente minacciato l’addio della Ferrari alla Formula 1. Proprio a tal proposito, la presentazione tenuta da Liberty Media a Monaco ha fornito ai team maggiori indicazioni circa i punti cardine della Formula 1 che verrà.
Iniziando dal fronte power unit, sembra che ormai i costruttori abbiano avvallato la caratteristica principale che andrà a differenziare le motorizzazioni del 2021 dalle attuali, ovvero l’abolizione del famigerato MGU-H. Proprio questo mutamento nelle strategie di Ferrari, Mercedes, Renault e Honda è risultato essere alquanto sorprendente. Un commento a riguardo è arrivato dalla voce di Toto Wolff, attuale Team Principal della Mercedes: “Pensiamo che rinunciare a questa tecnologia sia un passo indietro. Ma per quanto concerne la ricerca di un compromesso per il beneficio dello spettacolo ciò vorrà dire che aumenteranno i giri motore e verranno abbandonate le limitazioni sul carburante. Suppongo che i nuovi motori faranno più rumore e non saranno limitati dal carburante. Non è il messaggio più sostenibile ma lo puoi capire da un punto di vista dello spettacolo”.
Interpretando le parole di Toto Wolff, sembra appunto che i limiti di carburante verranno attenuati o addirittura eliminati per compensare l’abolizione dell’MGU-H. Le macchine sulla griglia nel 2021 potrebbero di conseguenza essere più pesanti anche di 20 kg, rendendo il peso della vettura un elemento strategico aggiuntivo e non indifferente. Si prefigurerebbe in tal modo una scelta tra un approccio che contempli le attuali tecniche di risparmio carburante (lift and coast) e uno caratterizzato da una macchina più pesante al via per essere aggressivi per l’arco di tutta la gara.
Seppur non siano stati forniti ulteriori dettagli in merito, la deadline per divulgare le prerogative dei nuovi motori è stata confermata per il 30 giugno di quest’anno. Secondo fonti FIA ci sarà un concreto impegno nel fornire ai costruttori abbastanza informazioni per iniziare dei test sul singolo cilindro, non abbastanza però per dare il via a un vero e proprio sviluppo.
Questa soluzione è agli occhi della FIA desiderabile per due principali motivazioni. Da una parte, evita di dare la possibilità ai costruttori di investire ingenti risorse nello sviluppo simultaneo di due diverse motorizzazioni (quella attuale e quella futura), e dall’altra permetterà alla stessa Federazione di finalizzare i regolamenti entro la fine del 2018, in linea con il termine che impone due anni di preavviso per un cambio di regolamento così significativo.
Le norme sulle motorizzazioni sono un punto cardine di un programma volto alla riduzione dei costi della Formula 1. Secondo Liberty Media, sono proprio questi costi esorbitanti a precludere la possibilità a molti team minori di lottare per le posizioni di vertice. Un gap prestazionale così ampio non è certamente desiderabile ai fini spettacolo in pista.
L’altro concetto molto caro a Liberty Media, proprio nell’ottica di un abbattimento dei costi, è quello del budget cap. Secondo una fonte FIA citata dalla testata racefans.net, la rinuncia dei costruttori all’MGU-H altro non è stato che un compromesso necessario per posticipare l’introduzione del budget cap al 2023. Il tetto massimo ai costi dovrebbe attestarsi intorno ai 150 milioni di dollari annui e imporrebbe certamente scelte drastiche ai top team, considerando che sono strutture faraoniche con più di mille dipendenti. La soluzione ipotizzata da Liberty Media è appunto un’introduzione graduale di questo regime di limitazione dei costi. Se questo potrebbe sicuramente avvicinare più realtà alla Formula 1, non vanno certamente sottovalutati gli investimenti fatti sin qui dai costruttori già impegnati nella massima categoria.
Nel perseguimento della propria idea di Formula 1 è al vaglio di FIA e Liberty Media uno studio circa la possibilità di implementare alcuni componenti standard. Questi elementi dovranno essere uguali per tutte le squadre e provenire da un unico fornitore, condizione già verificata per l’Halo o il misuratore del flusso di carburante. Per il 2021, le parti interessate dovrebbero essere gli ingranaggi del cambio, i mozzi, i differenziali, i freni, gli alberi della trasmissione e gli elementi della sospensione.
Quanto riportato in questo post delinea appunto l’indirizzo seguito da Liberty Media nella sua personale interpretazione di questo sport. Le fonti citate a riguardo lasciano comunque intendere che ancora nulla è stato propriamente definito. Allo stesso modo, si attendono reazioni ufficiali da parte dei team. Il fatto che siano state ammorbidite le pretese circa l’introduzione del budget cap dimostra che rimane comunque un processo in divenire, in continua evoluzione come la natura stessa della Formula 1. Liberty Media dovrà comunque ottenere il consenso nelle sedi opportune prima di dare il via a quella che ha tutti i tratti di una vera rivoluzione.