La rivincita della seconda guida, la vittoria dell’uomo contro tutto e tutti: la prima volta di Rubens Barrichello ha qualcosa di veramente poetico. Soprattutto per le condizioni estremamente difficili della pista di Hockenheim (il vecchio layout, per intenderci), resa scivolosissima dalla pioggia, per il brasiliano della Ferrari croce in qualifica e delizia la domenica, in gara. Il cuore di chi non è nato come un fenomeno, la giusta ricompensa per il duro lavoro per arrivare ad esserlo.
Al sabato, comincia a scendere la pioggia sul Baden-Wurttenberg poco dopo l’inizio della sessione di qualifica: il più lesto a scendere in pista è David Coulthard con la McLaren che riesce a completare un giro nel momento migliore e a conquistare la pole position. Al secondo posto c’è Michael Schumacher su Ferrari, mentre “Rubinho”, il nostro eroe, è fermato da un problema idraulico sulla sua F12000 ed è solo 18° in griglia. Gara che si prospetta difficilissima per lui, anche se le previsioni meteo alimentano le speranze di rimonta del brasiliano.
Salire sul podio? Nah, da quella posizione sulla griglia è un’impresa quasi impossibile. Ma Rubens rimane fiducioso, ha un’ottima macchina a disposizione e una particolare sensibilità di guida sul bagnato. Al via, però, il cielo non da segni di vita; tutt’altra storia in pista dove Schumacher e Giancarlo Fisichella entrano in collisione alla prima curva e sono entrambi costretti al ritiro. Peccato per Michael, sta pensando Barrichello che, ora, ha in testa l’idea meravigliosa di prendersi la scena del GP. Nei primi giri, a suon di sorpassi, si porta addirittura in terza posizione prima di fermarsi ai box per la prima delle due soste in programma; il tutto mentre le McLaren di Mika Hakkinen e Coulthard prendono il largo per quella che sembra una facile doppietta.
Sembra tutto fatto per una festa anglo-tedesca, quando, alla 24a tornata, un dipendente appena licenziato dalla Mercedes, invade la pista mostrando, in mondovisione, scritte contro la casa di Stoccarda. E’ il primo presagio di fallimento della McLaren, motorizzata Mercedes, in quella domenica. Entra, ovviamente, la Safety Car che vanifica tutto il lavoro di Hakkinen e Coulthard, mentre Barrichello si ferma di nuovo ai box per pareggiare la strategia con gli altri. Alla ripartenza, le due Jean Alesi e Pedro Diniz sono protagonisti di un violento contatto che costringe la macchina di servizio a rientrare in pista. Il tutto mentre inizia a piovere.
E’ ora, è il momento di azzardare, Rubens, si sarà ripetuto tra se e se. Rientrano tutti ai box per mettere gomme da bagnato, tranne il brasiliano della Ferrari che continua imperterrito con le gomme d’asciutto. Hai fatto bingo, Rubens. La pista si bagna solo in alcune zone e questo permette al paulista di mantenere un certo distacco su Hakkinen e Coulthard nonostante la pioggia aumenti negli ultimi giri. Così, tanto per aumentare il pathos e le dimensioni di quell‘impresa. Ce l’hai fatta Rubens, hai vinto il tuo primo gran premio in Formula Uno dopo 8 stagioni di purgatorio; con una macchina rossa, partendo dalla 18esima posizione, per di più.
Le lacrime di gioia sul podio, indimenticabili, a sottolineare quanto ci si debba impegnare, quanto si debba soffrire e lavorare se di cognome non fai Schumacher o Senna. Almeno per un giorno Rubinho ne ha condiviso le gesta, nella foresta di Hockenheim. Indimenticabile.