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    Sebastian Vettel, tutti gli errori che ti portano a perdere un mondiale!

    Simone NencioniBy Simone Nencioni10 Ottobre 2018
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    Sebastian Vettel Ferrari

    Il Gran Premio del Giappone ha dato forse la svolta decisiva per entrambi i titoli in palio in questo 2018 e, ancora una volta, sembra che Lewis Hamilton e la Mercedes possano essere Campioni del Mondo di Formula 1.

    Fino ad ora l’inglese ha vissuto un anno perfetto in cui ha fatto sorpassi spettacolari e gare fuori dal comune capovolgendo molte volte pronostici che lo davano per sfavorito.

    Il suo rivale diretto, Sebastian Vettel, ha vissuto invece un anno non all’altezza delle aspettative e, sebbene nell’ultimo periodo la Ferrari è apparsa un po’ in confusione e quasi rassegnata, il tedesco dovrà fare “mea culpa” riguardando il suo mondiale.

    Nella prima parte di questo campionato la Ferrari è stata in diverse occasioni superiore alla concorrenza e nel momento in cui la Mercedes ha iniziato a ridurre il gap, Sebastian è andato in crisi mostrando debolezze ed errori che nessuno si aspettava da parte sua.

    Un 4 volte campione del mondo avrebbe dovuto gestire la pressione e le aspettative che un team di grande calibro come la Ferrari richiede, perché quest’anno il tedesco aveva tutto per potersi giocare il titolo fino all’ultima gara ma, con errori talvolta molto banali, ha letteralmente gettato alle ortiche la possibilità di giocarsi il titolo e soltanto cause esterne potrebbero riaprire la corsa all’iride.

    Come detto sopra, gli errori di Vettel in questa stagione sono stati troppi: proviamo a ricapitolarli insieme.

    GP dell’Azerbaijan: Troppa foga ti fa perdere la gara!

    Già in passato la pista di Baku aveva portato gare caotiche e nel caos generale un piccolo errore lo si può pagare caro. L’errore di Vettel, seppur lieve, ha avuto un peso enorme sia a livello di gara, sia a livello di comportamento del tedesco.

    Dopo una serie di giri dietro la Safety Car, Valtteri Bottas conduceva la gara, seguito da Vettel e dal campione del mondo in carica Lewis Hamilton. Il tedesco della Ferrari alla ripartenza non ha avuto lo spunto giusto e per rimediare ha cercato di tirare la staccata a Bottas alla prima curva, ma ha bloccato le gomme anteriori ed è arrivato lungo perdendo molte posizioni. Quella gara alla fine vedrà trionfare Lewis Hamilton, con Seb giù dal podio.

    Nessuno poteva sapere che Bottas avrebbe preso un detrito e perso la gara, ma il tedesco ha agito con troppa foga, cercando di rimediare subito ad una ripartenza non ottimale e gettando via una possibile vittoria. Da qui il primo campanello d’allarme: Vettel sente la pressione e in situazioni “difficili” va in crisi, commettendo errori.

    GP di Francia: La gare non si vincono alla prima curva

    Dopo le qualifiche del Gran Premio di Francia, sembrava ormai pronto un dominio Mercedes, ma Vettel partiva con gomme più morbide e questo poteva favorirlo nelle prime fasi, mettendosi al comando del gruppo e dettando il ritmo di gara. Il problema era la posizione di partenza, il tedesco partiva proprio dietro le 2 Mercedes.
    Alla prima curva però succede il disastro, ancora una volta Seb frena in ritardo e tampona Bottas distruggendo l’ala anteriore della sua Ferrari e finendo in coda al gruppo.

    Ridicole sono le accuse di alcuni che affermano un rallentamento di Hamilton con l’intento di causare un incidente tra il compagno di squadra e la Ferrari numero 5. La colpa di Vettel è completa, ancora una volta ha avuto troppa foga, troppa voglia di risolvere tutto alla prima frenata e, ancora una volta, ha commesso un errore banale, con il risultato che Hamilton ha vinto in Francia e Seb è stato costretto ad una rimonta che non è andata oltre il quinto posto.

    GP dell’Austria: Poche comunicazioni e penalità

    L’errore questa volta è stato fatto durante le qualifiche, ma la colpa non è soltanto di Sebastian perché la squadra ha sbagliato a non comunicare l’arrivo di Carlos Sainz che stava iniziando il suo giro lanciato.

    L’errore di Vettel è stato quello di rallentare troppo in uscita da una curva a gomito andandosi a posizionare proprio in mezzo alla traiettoria. Una piccolezza, un attimo di distrazione che è costato ben 3 posizioni sulla griglia e che ancora una volta, con il senno di poi, quelle tre posizioni avrebbero consentito a Vettel di raccogliere 25 punti invece che 15.

    GP di Germania: Ecco come si perdono i mondiali!

    Il sabato dopo le qualifiche l’aria in casa Ferrari profumava di vittoria, e c’era la concreta possibilità di dare una bella svolta al mondiale. Lewis Hamilton aveva commesso il primo vero errore: in qualifica, saltando su un cordolo, ha avuto un problema idraulico sulla vettura. Nella classifica dei tempi, l’inglese è 14°, mentre Vettel aveva conquistato la Pole-Position.

    La gara è tranquilla, solo delle gocce di pioggia nel finale alimentano un po’ gli animi ma ma al 51° dei 67 giri previsti avviene l’impensabile.

    Alla curva Sachs, Vettel sbaglia la frenata, la sua SF71-H fa un movimento strano e poi finisce nella sabbia andando a sbattere contro il muro. Al muretto sono increduli, lui, il tedesco che aveva vinto sotto il diluvio a Monza nel 2008 con una ToroRosso, si è insabbiato come un principiante, è andato a sbattere contro le barriere perdendo una gara che aveva praticamente in mano. Nel caos e nella pioggia, emerge quel talento cristallino, che solo pochi possiedono e che in queste situazioni si elevano al di sopra degli altri. Lewis Hamilton, partito 14°, fa qualcosa di assurdo, qualcosa che andava oltre ogni possibile pronostico, qualcosa che resterà negli annali della Formula 1 e sotto il diluvio tedesco trionfa in un Gran Premio che fino al sabato lo dava per sconfitto.

    L’errore di Vettel è imperdonabile e da quel momento in poi si è capito che con questi punti buttati al vento, Sebastian stava consegnando il titolo ad Hamilton.

    GP d’Italia: L’ennesima settimana “no” per Vettel

    Come molti ben sanno, la Formula 1 scende in pista durante il week-end, ma che il Gran Premio di Monza sarebbe stato un disastro lo si era capito fin dal mercoledì.

    Durante la manifestazione sulle strade milanesi, il tedesco era andato a sbattere contro le barriere danneggiando l’ala della vettura usata per dare spettacolo.

    Nelle prove del venerdì, il tedesco ha sbattuto ancora, ma questa volta si può forse giustificare dicendo che stava cercando il limite della vettura, cosa che ogni pilota fa nelle prove libere.

    Le qualifiche del sabato sono una festa nei box Ferrari: Kimi Raikkonen è in Pole-Position e Sebastian Vettel secondo per una prima fila tutta Ferrari. Tutti felici e contenti, ma quel “Ne parliamo dopo” detto da Vettel nel team radio alla conclusione delle qualifiche era un chiaro presagio che il tedesco non era sereno.

    La partenza è un momento delicato, perché i piloti devono ottimizzare il risultato, ma devono anche pensare al fatto che la gara è lunga e le occasioni non mancheranno. Vettel parte con troppa foga, con la voglia di passare a tutti i costi alla prima curva. Raikkonen fa il suo lavoro in maniera perfetta, cercando di tenere la testa del gruppo e non perdere posizioni, mentre Vettel si concentra troppo sul voler passare il compagno e non si accorge della prodezza di Lewis Hamilton che alla variante della Roggia sorpassa il tedesco all’esterno con una manovra da manuale.

    Vettel colpisce la gomma posteriore di Hamilton e il tedesco, dopo il testacoda, finisce in fondo al gruppo, costretto ad una rimonta, mentre il rivale al titolo scappa via verso un’altra facile vittoria. Altro errore, altri punti persi e una maggiore consapevolezza che Vettel, nelle situazioni delicate, commette un errore. Con l’incidente di Monza esce fuori un dato interessante: da quando è in Ferrari, Vettel fa un incidente al primo giro ogni 7,3 gare.

    GP del Giappone: La mossa disperata della rassegnazione

    Il week-end giapponese è diventato critico dopo la seconda sessione di qualifica. Diciamocelo, la squadra ha sbagliato al 99,9% montando le gomme intermedie sulle due Rosse mentre le altre vetture si avviavano alla lotta per Pole-Position con le Supersoft. Tuttavia, le due Ferrari sono rientrate ai box e hanno cambiato le gomme per riuscire a fare un giro veloce e proprio durante il suo unico giro lanciato, Vettel ha sbagliato arrivando lungo alla Spoon e perdendo tanto tempo. Risultato: Raikkonen 4° e Vettel 9°, passato poi ottavo grazie alla penalità di Esteban Ocon.
    L’ennesima rimonta in gara per il tedesco che al nono giro ha forzato il sorpasso su un osso duro come Max Verstappen.

    Tutti sanno che l’olandese non è un “tipo facile” da gestire, ma tutte le volte che Vettel si confronta con lui finisce sempre in patatrac e proprio per questo l’errore è stato voler forzare il sorpasso in una curva molto difficile da percorrere. L’esito è stato disastroso, con Vettel in fondo al gruppo, costretto a risalire e non andrà oltre il 6° posto.

    Troppi errori dunque, troppi sbagli che da un 4 volte campione del mondo non ti aspetti e citando Jacques Villeneuve Vettel può scrivere un libro: “Come perdere il campionato”. Solo cause esterne possono riconsegnare a Seb la possibilità di vincere il titolo piloti F1 2018 perché Lewis Hamilton avrà nel Gran Premio degli Stati Uniti il primo match-ball per conquistare la quinta corona iridata. Al tedesco della Ferrari non resta che sperare in un harakiri Mercedes.

    2018 F1 ferrari vettel
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    Simone Nencioni

    Simone Nencioni - Classe 1997, fin da piccolo guardavo la Formula 1 e crescendo mi sono sempre più appassionato a questo sport iniziando a studiare la sua storia, la sua tecnica e le imprese che ci ha regalato.

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     2. Sergio Perez             223
     3. Lewis Hamilton           190
     4. Fernando Alonso          174
     5. Carlos Sainz             150
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     2. Mercedes               305
     3. Ferrari                285
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