Quella che si accinge a concludersi è stata la quarta stagione F1 di Sebastian Vettel in Ferrari. Quattro anni fatti di soddisfazioni e rimpianti, momenti di gioia e di dolore. L’avventura in Rosso è qualcosa di speciale, soprattutto per un pilota che ha dimostrato una grande passione per questo marchio e ciò che rappresenta sin dal suo arrivo a Maranello, quando il suo sogno è diventato realtà.
Di queste quattro stagioni insieme ci sarebbe tanto da dire, tanto da raccontare, di cosa ha funzionato e su quali aspetti c’è ancora da migliorare. È un lungo viaggio a cui manca ancora il capitolo più bello, quello della vittoria del titolo mondiale F1, ma tutti a Maranello stanno lavorando per far ciò che questo accada. Quattro anni fa iniziava una piccola ma grande rivoluzione in casa Ferrari dopo un 2014 complicatissimo, al di sotto delle aspettative e lontano dai battistrada Mercedes: la voglia di ripartire, di costruire qualcosa di nuovo. Arrivarono Sergio Marchionne, Maurizio Arrivabene e soprattutto Sebastian Vettel, il pilota su cui la squadra di Maranello aveva scommesso per il futuro, per riportare il Cavallino in vetta alle classifiche.
Ma di queste quattro stagioni, di quali aspetti Vettel può far tesoro per fare quel piccolo salto che manca e riportare finalmente il titolo mondiale in Italia nella prossima stagione F1? Questa Ferrari è una squadra che continua a crescere, che continua a fare passi avanti: sicuramente il campione tedesco può contare su un team che dal punto di vista tecnico nel corso di questi anni passati insieme ha fatto enormi passi in avanti, stagione dopo stagione. Il 2015 è stato un anno di transizione, ma le prime indicazioni sul fatto che si stesse andando nella giusta direzione erano evidenti, sia lato motore che telaio ed aerodinamica. Il 2016 in un certo senso è stato un campionato agli opposti: i progettisti della squadra di Maranello avevano “osato” rispetto al progetto precedente, spingendo sull’acceleratore riguardo all’aggressività della macchina e introducendo nuove soluzioni con cui si sperava di rendere la SF16-H una vettura da titolo. I risultati hanno però parlato diversamente, non dando merito all’importante lavoro svolto dagli ingegneri durante la pausa invernale: gran parte degli sviluppi di quella stagione furono però fondamentali, perché sono anche stati la base di ciò che ci sarebbe stato dopo, di quella SF70H che il titolo se lo è davvero giocato (per quanto possibile). Cambi miniaturizzati che lasciavano il tedesco a piedi una gara si e una no, motori spinti che soprattutto nella prima parte di stagione avevano dato parecchi problemi e molto altro: tutto questo è servito a porre le basi di un futuro diverso, dove finalmente la Ferrari poteva giocarsela con i rivali della Mercedes. Nel 2017 i risultati si sono finalmente visti e la squadra di Maranello è riuscita – per la prima volta da tanto tempo – ad interpretare il regolamento alla perfezione, sfruttandolo e lanciando soluzioni che poi sono state in larga parte compiate nel corso degli ultimi due anni. Una Ferrari competitiva che ha sempre dato soddisfazioni ai tecnici anche sulla questione sviluppi, vero tallone d’Achille fino a qualche stagione prima, dove gli aggiornamenti spesso non davano i risultati sperati ed attesi. La competitività della SF71H, il fatto che che questa monoposto sia diventato un punto di riferimento sotto diversi aspetti e il passo in avanti fatto tra la vettura 2017 e quello 2018 possono indubbiamente essere presi da Sebastian Vettel come un segnale di fiducia per la prossima stagione, quando i regolamenti cambieranno un’altra volta e ci sarà una revisione di ali anteriori e posteriori, senza dimenticare i bargeboard ed altri piccolo aspetti della vettura. Tralasciando la piccola parentesi Singapore-Giappone, in cui gli aggiornamenti Ferrari chiaramente non aveva dato i risultati che ci si aspettava, la Rossa ha dimostrato di essere una rivale molto tosta sul lato tecnico, di saper interpretare bene il regolamento e di non aver quella paura di osare nelle zone grigie che mancava da tanti anni: alla vigilia di un nuovo cambiamento come quello del 2019, tutto questo è qualcosa di cui far tesoro per guardare con fiducia.
In queste quattro stagioni Vettel ha visto una squadra crescere sotto diversi aspetti, cambiare, rinnovarsi, ma spingere sempre verso quel traguardo che manca da tanto tempo. Ha vissuto una rivoluzione interna come quella dell’addio di James Allison come direttore tecnico, con la promozione di Mattia Binotto al suo posto. Il tedesco può contare su una squadra che sembra avere una buona ossatura, a cui anche se togli una pedina riesce a rimanere in piedi senza cadere.
In questi quattro anni Sebastian Vettel ha capito che, nel bene o nel male, la passione dei Ferrari è più forte di quanto ci si possa aspettare, che può essere davvero determinante in certe occasioni come può essere un grande peso in altre. È sempre difficile dall’esterno giudicare come i piloti vivono questo ambiente, come lo sentono, come lo respirano, ma diciamocelo, spesso noi italiani tendiamo a rendere tutto più grande di ciò che è, nel bene e nel male. In queste quattro stagioni assieme Vettel ha imparato a fare i conti con questa pressione e queste aspettative, anche se spesso è quasi opprimente, perché vincere con la tuta Rossa è qualcosa di speciale ed unico. Come il detto “da grandi poteri derivano grandi responsabilità”: avere quei colori addosso sono un privilegio, ma anche quasi un dovere nei confronti di tifosi che non si accontentano mai, che vogliono sempre vincere. Il quattro volte campione del mondo dovrà far tesoro di cosa ha imparato in questi ultimi campionati sotto questo aspetto per riuscire gestire tutto al meglio, anche se non sarà impresa semplice. Dal punto di vista personale deve anche tenere in considerazione gli errori di questa stagione, far tesoro di cosa non ha funzionato e capire come migliorare, come fare il prossimo step. Di questi ultimi due anni Vettel dovrà far tesoro di tutto ciò che ha imparato di questo ambiente. Ma dovrà contare anche su una squadra che gli dia il massimo appoggio per riuscire in tale impresa. Entrambi i protagonisti dovranno fare un passo in avanti, insieme.