Dopo innumerevoli gare dove aveva già mostrato i muscoli, in quel di Interlagos, la scuderia che porta il Biscione sul cofano motore, ha disputato il miglior weekend della stagione, rivelandosi la quarta forza per tutta l’intera durata della tre gironi brasiliana.
Già dal venerdì il livello di competitività era elevato, in tutte le sessioni di prove libere una delle vetture si è sempre piazzata all’interno del gruppo dei primi dieci, facendo presagire ad una buona qualifica.
E così è stato, il sabato si è rivelato davvero ricco per la scuderia Italo-Svizzera, con Ericcson e Leclerc che hanno monopolizzato la quarta fila in griglia, senza tener conto della penalizzazione di Ricciardo che ha fatto scalare entrambi i piloti, con Ericcson che si è trovato a scattare al fianco della Red Bull di Verstappen. Una delle sorprese del weekend si è rivelato proprio il pilota svedese che dopo aver delineato il suo futuro che lo vedrà al via della prossima stagione di Indycar, liberato da ogni pensiero, ha spinto come forse mai abbiamo visto per conquistare la pole degli altri.
A questo si è aggiunta l’ennesima magia di Charles Leclerc che, con le prime gocce di pioggia che stavano cominciando a rendere umido il tracciato nel corso del Q2, ha risposto un no secco al suo ingegnere che lo aveva richiamato ai box perché reputava impossibile migliorare un tempo che lo vedeva fuori dalla top 10.
Il ragazzo monegasco, non solo ha concluso il giro, ma lo ha fatto in modo straordinario piazzando un tempo altrettanto tale, che gli è valso l’ultima frazione della qualifica.
La gara poi non era cominciata nel migliore dei modi, anzi già da prima dello spegnimento dei semafori, delle problematiche tecniche hanno colpito la monoposto di Ericsson, dei pezzi di carbonio avevano infatti danneggiato, seppur lievemente, la sua macchina nel corso dei giri di uscita. Nei primi metri della gara lo svedese è poi andato al contatto con la Haas di Grosjean in curva, danneggiando evidentemente in modo definitivo la sua macchina che è stata poi portata nel garage pochi giri dopo.
Rimane comunque la grandiosa prestazione di Leclerc che ha chiuso il GP da migliore degli “altri”, alle spalle, seppur di quasi venti secondi (neanche troppo forse), del suo futuro compagno di scuderia. Non è mancato un possibile antipasto rosso del 2019, con Leclerc che dopo il secondo pit stop di Vettel, gli si è trovato davanti. Il monegasco non gli ha reso la vita così semplice, tenendolo alle spalle per un giro intero, facendosi da parte solo alla fine del lungo rettilineo. Mandando forse un messaggio al pilota numero 5, dimostrando che l’anno prossimo non vestirà la casacca più ambita per fare da scudiero al quattro volte campione del mondo, bensì per giocarsela per il gradino più alto del podio.
Il week end brasiliano significa davvero tanto per il team capitanato da Vasseur che, grazie ai punti conquistati a Interlagos, può allungare sulla Toro Rosso, portando il vantaggio a 11 lunghezze. Questo che è un risultato che, ad inizio stagione, neanche gli stessi ragazzi della squadra si sarebbero potuti immaginare e potrebbe essere anche migliore, visto che ci sono soltanto sei punti che li separano dalla Force India e da un’impressionate settimo posto tra i Costruttori F1.
La crescita esponenziale della squadra lascia ben sperare per la prossima stagione e a questo dobbiamo aggiungere il carico di novità più che positive per un team che il prossimo anno sarà ancora più tricolore.
A capo dello sviluppo delle vetture 2019 ci sono e ci saranno a pieno regime Luca Furbatto, già impiegato nel corso di questa stagione e Simone Resta, entrato nel team nel corso di questa stagione dopo diversi anni di esperienza ai vertici degli sviluppi del cavallino. Ci sarà ovviamente Antonio Giovinazzi che venerdì scorso ha disputato la sua penultima sessione di libere da terzo pilota raccogliendo sensazioni positive e affermando ai microfoni di Sky di non vedere l’ora di lasciarsi alle spalle il weekend di Abu Dhabi per diventare pilota ufficiale.
Se qualcuno lo avesse dimenticato, nel box ci sarà anche Kimi Raikkonen, il ragazzo, così ci piace chiamarlo, che undici anni fa vinse il titolo mondiale piloti a bordo della Ferrari.
Ditemi voi se questo non è un pacchetto pronto a tenere alta la nostra bandiera.