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    Leclerc e Gasly, una giornata “back to basics” sui Kart

    Mattia LivraghiBy Mattia Livraghi21 Gennaio 2019
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    L’inverno, per un pilota di Formula 1, è un periodo in cui poter e dover staccare un po’, prendere una pausa sia dal lavoro sia dalla pressione incessante del campionato del mondo, trascorrere un po’ più di tempo con i propri cari e ricaricare le batterie.

    Tuttavia, un pilota di Formula 1 non può mai smettere di allenarsi ed eccezion fatta per qualche giorno è necessario che continui la sua preparazione fisica e mentale in vista della nuova stagione.

    Sono vari gli approcci all’allenamento e anche diversi da pilota a pilota, ma sicuramente tutti ne hanno bisogno. Una forma di training intensivo e al contempo molto divertente per gli alfieri della categoria regina del motorsport è girare con i go-kart, dove ha avuto inizio la loro carriera.

    Sebbene non sia noto a tutti, questi piccoli ma potenti mezzi richiedono sforzi sia fisici sia mentali non indifferenti e indubbiamente molto utili per allenare chi compete ai massimi livelli del motorsport. Quasi tutti i protagonisti della Formula 1 non riescono a sfuggire a qualche giornata nei kartodromi e recentemente sono stati i giovanissimi Charles Leclerc e Pierre Gasly a “tornare alle origini”.

    Una giornata, quella del 19 dicembre scorso, back to basics dunque per i due talenti sul circuito internazionale South Garda Karting di Lonato, in provincia di Brescia. Quelle basics in cui sono cresciuti, in cui hanno corso fino a pochi anni fa e in cui hanno raccolto i primi successi, mettendo giù i presupposti per una carriera che li ha portati a raggiungere l’olimpo del motorsport e a guadagnarsi i sedili in due top team di Formula 1. Con le promozioni di Leclerc in Ferrari e di Gasly in Red Bull arriva indubbiamente una stagione importante e una tappa cruciale per i due piloti. Probabilmente avranno la possibilità di lottare per i vertici della classifica nella categoria regina per la prima volta, si dovranno confrontare con due compagni di squadra blasonati e più esperti, Sebastian Vettel e Max Verstappen, e vorranno dimostrare il loro valore. Quindi, cosa c’è di meglio di prepararsi con una giornata sui go-kart? E soprattutto, com’è stato questo ritorno alle origini per il francese e il monegasco?

    Charles Leclerc e Pierre Gasly | foto: Francesco Costa
    Noi di CircusF1 lo abbiamo chiesto a Francesco Costa, che corre in kart in competizioni nazionali e internazionali, è proprietario sia della pista di go-kart indoor KART&GO a Como sia del team MKCMotorsport e ha seguito Gasly in questa giornata di allenamento.

    La nostra prima domanda è stata indirizzata all’eventuale fatica nel guidare da parte dei due giovani, considerando lo sforzo diverso che si pratica su un go-kart (movimento continuo nelle curve in successione con tempi di riposo brevissimi nei pochi rettilinei, sollecitazioni intense a 1cm da terra, etc.) e le esperienze di altri piloti di Formula 1, come ad esempio Daniel Ricciardo, che hanno ammesso di fare fatica nonostante la loro preparazione fisica. Francesco ci ha invece risposto che sono atleti al 200%. L’alfiere della Red Bull al primo turno ha fatto 36 giri, che sono davvero tanti, soprattutto se si considera che li ha fatti con un KZ (mezzo con il quale si corre nella categoria regina del go-kart, a marce e con un rapporto peso-potenza che fino a poco fa veniva paragonato a quello della Formula 1) e che una gara di calibro internazionale su questo tracciato dura solitamente dai 20 ai 25 giri. Il francese ha poi proseguito con un secondo turno da 28 giri, un terzo da 25 e prima di pranzo era già a quota 100. Anche Leclerc era sul suo passo, nonostante facesse stint un po’ più brevi. Una conferma impressionante dunque dell’elevata prestazione psico-fisica di questi giovani piloti e della loro volontà di prepararsi intensamente in vista della nuova stagione. D’altra parte sono professionisti che lavorano sulla resistenza per non sbagliare dopo più di un’ora e mezza di gara a ritmi molto sostenuti e con una concentrazione estrema. Inoltre, sebbene a livello di puro sforzo fisico la Formula 1 possa essere anche meno richiedente rispetto al kart una corsa nell’olimpo del motorsport dura molto di più e soprattutto si raggiungono forze G completamente diverse, 6G contro i 3/4 sui go-kart.

    Charles Leclerc | foto: Francesco Costa
    Francesco ci ha anche parlato di Leclerc, spiegando che ci ha messo cinque giri a mettersi a posto e poi andava già come bisognava andare. Questo a prova della capacità di adattamento di un pilota di Formula 1 e soprattutto del giovane monegasco, che ha dimostrato di avere questa dote pure in monoposto e nel suo anno da rookie nella categoria regina. Anche Gasly andava come bisognava andare, ma aveva la guida da KF (kart monomarcia, che richiede una guida diversa, più scorrevole e lineare e puntando ad avere molta velocità in percorrenza di curva, rispetto al kart a marce, con il quale si possono stringere di più le traiettorie, spigolando le curve e puntando a entrare fortissimo, fermarsi e ripartire) ed essendoci la pista scorrevole era come se avesse un KF potente e quindi andava forte. L’alfiere della Red Bull non aveva mai corso nella classe con il cambio, mentre quello della Ferrari si è laureato vice campione del mondo CIK-FIA nel 2013, dietro a Max Verstappen, e di conseguenza era più sul pezzo. Nel pomeriggio il francese ha chiesto a Francesco di andare per il circuito a indicargli le traiettorie ideali da percorrere con il KZ e i suoi tempi si sono alzati perché non riusciva a sfruttare al massimo quella guida, però ha espresso il suo desiderio di provarci, imparare e migliorare, al di là del risultato. Sono tutte caratteristiche ammirabili e importanti per un pilota di Formula 1 che ambisce a diventare campione e presto si ritroverà a correre al fianco di un talentuoso e più esperto Verstappen.

    Alla fine della giornata il cronometro ha decretato nei migliori tempi Leclerc più veloce di Gasly di due decimi. Francesco ci ha raccontato che i due si aspettavano in pista per fare battaglia, sono amici e si divertono. È affascinante vedere che due giovani piloti della massima serie del motorsport che hanno già avuto scontri ravvicinati e probabilmente a partire dal 2019 si sfideranno per le vittorie dei gran premi e addirittura dei campionati si divertano insieme durante gli allenamenti, tornando alle bagarre dei vecchi tempi. Inoltre, Francesco ha precisato come ci fosse un’atmosfera amichevole e scherzosa. Ad esempio, il monegasco, tirando fuori la sua anima competitiva, gli ha chiesto come bisognava girare in termini di tempi. Al termine del turno Francesco è andato dall’alfiere della Ferrari e gli ha detto “non vai male, ti ho preso 46.2”e lui gli ha risposto “no ho fatto 46.1”. Un professionista che sta per sbarcare nel team più storico e blasonato della Formula 1 con lo spirito di competizione e l’entusiasmo di un ragazzino che gareggia nei go-kart e, in effetti, fino a poco tempo fa lo era.

    Pierre Gasly | foto: Francesco Costa

    Francesco ha concluso il suo racconto sottolineando come Gasly abbia voluto continuare a girare anche con la pioggia, ancora una volta a dimostrazione della volontà di imparare, tornare a “scuola”, mettersi alla prova e prepararsi a prescindere dai risultati e dalle condizioni. Il francese è parso inoltre molto umile, tranquillo, chiacchierone, simpatico, disponibile e gentile con i ragazzi che lavoravano (voleva persino dare la mancia a tutti!). L’alfiere della Red Bull ha pure svelato qualche aneddoto personale e spiegato che l’elemento davvero impressionante della Formula 1 è il telaio. Ha dato l’esempio di una curva a sinistra a Spa-Francorchamps, Pouhon, dove con altre vetture a 200 km/h doveva alzare il piede mentre con quella della categoria regina a 260 entrava in pieno, grazie all’aerodinamica di queste monoposto. Eppure, un pilota professionista e famoso che ha avuto gli attributi e la capacità di affrontare le curve dei circuiti più illustri al mondo a 260 km/h con una Formula 1 chiedeva come bisognava fare a guidare un go-kart e non ha voluto fare alcuna modifica al telaio: solo allenamento. Sebbene, come manifestato anche da Leclerc, un pilota guarda sempre la prestazione, non era questa che i due giovani stavano cercando, perché volevano semplicemente fare un training intensivo e divertirsi insieme. Proprio back to basics.

    Inoltre, è una storia che secondo noi appassionati vale proprio la pena di raccontare quella di due piloti di Formula 1 che non solo sono tornati ad allenarsi, divertirsi e imparare dove hanno avuto inizio le loro carriere, ma anche insieme alle persone con cui sono iniziate. Due giovani che hanno scalato le vette del motorsport internazionale ma non si dimenticano né delle loro origini né di chi gli ha insegnato molto e può continuare a farlo, tornando un po’ a casa per girare con i telai dei team con cui correvano ai tempi dei go-kart, Leclerc con Birel Art e Gasly con Sodi. Una sorta di rimpatrio in una giornata intensa, piena di emozioni e allenamento, che ha svelato la passione, la dedizione, la natura competitiva, il talento, la determinazione e l’anima umile di questi due ragazzi.

    Nel ringraziare Francesco Costa della disponibilità e dei suoi racconti, facciamo il nostro in bocca al lupo a Charles Leclerc e Pierre Gasly per l’inizio della nuova stagione, impazienti di vederli all’opera. Con il loro arrivo in due top team, porteranno al centro della categoria regina anche un return to basics?

    Rimanete collegati, noi di CircusF1 vi terremo aggiornati.

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    Un post condiviso da Charles Leclerc #16 (@charlesleclercs) in data: Dic 19, 2018 at 1:55 PST

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    Mattia Livraghi

    Mattia Livraghi | Ho iniziato a correre con i go-kart a livello agonistico nel 2008 e sono arrivato a competere nella categoria regina del karting a livello nazionale. Il sogno è sempre stato quello di diventare pilota ma dopo il motorsport l’altra mia grande passione è la scrittura. Abbinare le due cose insieme? Un mix da favola e una grande opportunità. Condividere la mia passione e trasmetterla agli altri per me è qualcosa di speciale.

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