Facebook Twitter YouTube
    Facebook Twitter YouTube
    • HOME
    • News
      • All News
      • Ferrari News
      • Analisi Tecnica
      • Auto
    • Live
    • Video
    • Foto
    • Risultati
    • Classifiche
      • Classifiche dal 2020 al 2023
      • Classifiche dal 2010 al 2019
      • Classifiche dal 2000 al 2009
      • Classifiche dal 1990 al 1999
    • Calendario Gp + Orari TV
    • Team e Piloti
    • [ + ]
      • Albo d’oro
      • Biglietti Formula Uno

    Mattia Binotto, le sfide che attendono il Team Principal Ferrari F1 nel 2019

    Gianluca D'AlessandroBy Gianluca D'Alessandro12 Gennaio 2019
    Facebook Twitter WhatsApp Telegram Email


    La notizia che ha in un certo senso sconvolto queste prime settimane del nuovo anno senza dubbio non può non essere quella dell’avviccendamento tra Mattia Binotto e Maurizio Arrivabene alla guida della Ferrari. Dopo quattro anni come Team Principal della Scuderia di Maranello, il manager bresciano ha dovuto lasciare il passo all’ambizioso ingegnere di Losanna, che non solo assumerà la direzione manageriale del team, ma che sarà anche a capo del settore tecnico, esattamente come nelle ultime due stagioni.

    Una scelta importante che ha visto lunghe discussioni prima di giungere alla ben nota conclusione. Ovviamente ognuno avrà la propria opinione personale sull’operato di Maurizio Arrivabene nel corso dei suoi anni trascorsi in Rosso come Managing Director e Team Principal, chi positiva, chi negativa. Quel che è certo è che in questi ultimi quattro anni sotto la direzione del bresciano, la Ferrari è tornata, anche grazie all’impegno del suo staff e del Presidente Marchionne, alle posizione che le competono, alla lotta per il titolo mondiale.

    Soprattutto nel 2015, quando Arrivabene arrivò in un momento in cui la Ferrari era un insieme di macerie in cerca di un leader, l’intervento del manager italiano ha fatto la differenza, riuscendo a costruire quel gruppo e quell’unità che sembrava essere mancata negli anni precedenti. Come detto, ognuno avrà una propria opinione sull’operato di Arrivabene, chi positiva, chi negativa, chi gli attribuirà meriti e chi si ostinerà a non farlo.

    Ciò che non è accettabile, però, è la macchina del fango andata in onda negli ultimi mesi e, soprattutto, dopo l’addio del bresciano alla casa di Maranello, di infimo livello. Quello che rimane sono i risultati, lusinghieri nel complesso se si proiettano dal 2014 ad oggi, a cui è però mancata quella ciliegina sulla torta che poi è anche l’obiettivo della casa e ciò che si aspettano tutti, il titolo mondiale.

    Negli ultimi due anni ci si è andati vicino, ma alcune situazioni hanno impedito di portare a casa il trofeo più ambito, alcune legate all’operato di Arrivabene, altre no, anche se, come lo stesso manager ha più volte ripetuto, se ne è assunto la responsabilità come leader del gruppo. Indubbiamente se non si vince, a prendersene la responsabilità e a pagare per tutti, come generalmente avviene in tutti settori, è chi comanda.

    Come è stato a lungo riportato e come anche il vice-Presidente Piero Ferrari ha mezzo confermato a “La Gazzetta dello Sport” nel corso di un’intervista, ci sono state però anche altre motivazioni interne ormai ben note, che hanno portato al cambio di guardia. Ognuno racconterà la propria versione della storia, chi ha spinto per una determinata soluzione, chi per un’altra. Prima di Natale si è deciso per questo cambio per “preservare la continuità tecnica” del progetto: quel che conta, alla fine, è che una decisione è stata presa ed insieme agli azionisti e al presidente Elkann, la scelta è ricaduta su Mattia Binotto, in un certo senso il simbolo delle due passate stagioni e della rinascita tecnica della Scuderia di Maranello, a cui sono state affidate le chiavi della Ferrari e pieni poteri.

    Scelta giusta o sbagliata? Solo il tempo ce lo dirà, al momento è un’arma a doppio taglio, che potrebbe rivelarsi azzeccata ma anche totalmente sbagliata. E non si tratta semplicemente di dire Arrivabene sì o Arrivabene no, perché le soluzione alternative non mancavano, sicuramente anche con personaggi con una lunga esperienza alla spalle in quel ruolo. Ma la scelta è stata fatta e non si può tornare indietro, il che vuol dire, comunque, anche che c’è la fiducia da parte della dirigenza che il nuovo team prinicpal della Rossa possa essere all’altezza del ruolo e del compito che andrà a ricoprire.

    Sono tante le sfide che aspettano Mattia Binotto nel corso del suo primo anno alla direzione della Ferrari. Restando sul piano che lo ha visto protagonista negli ultimi due anni, innanzitutto Binotto si troverà davanti ad un nuovo regolamento tecnico che in un certo senso andrà anche a penalizzare alcune aree in cui la Rossa ha dimostrato le sue grandi qualità nel corso delle ultime due stagioni: partire con il piede giusto sarà quindi fondamentale. E, come ogni nuovo regolamento tecnico, sarà interessante scoprire se il team diretto da Binotto sarà riuscito a trovare qualche soluzione particolare ed ingegnosa come accaduto nel 2017, dove alcune idee sono poi state riprese dalla maggior parte dei team rivali.

    Ovviamente, però, c’è ancora da fare uno step in più per essere competitivi nel corso di tutta la stagione, cosa che è mancata sia nel 2017 che nel 2018, cosa che ha penalizzato pesantemente la corsa al titolo: il blackout tra Singapore e Giappone ed il mancato funzionamento di certi sviluppi non potrà ripetersi nuovamente. Quella dei mancati progressi, o meglio, di progressi a “ritmo rallentato” rispetto ai rivali nella seconda metà di stagione, è ormai una costanza per la squadra di Maranello, ancor prima di iniziare l’era ibrida.

    Risolvere un problema così radicato indubbiamente non sarà semplice, ma sarà necessario per pensare di coronare quel sogno mondiale che manca ormai da troppo tempo. Non sarà semplice perché certi cambiamenti non si risolvono dall’oggi al domani, anche per quanto riguarda il reparto strategico Ferrari, da molti anni piuttosto altalenante nelle prestazioni nel corso della stagione, capace di partorire strategie che fanno la differenza ma anche di essere protagonista di errori grossolani. Certi cambiamenti richiedono tempo, ma il punto sta proprio nel fatto che questo tempo non ci sia, perché tutti ora si aspettano un solo risultato, il titolo mondiale.

    Dal punto di vista manageriale, un aspetto che sarà in un certo senso nuovo per Binotto considerata la sua prima esperienza da team principal, sarà tanti le sfide che l’ingegnere dovrà gestire il prossimo anno. Innanzitutto si troverà a gestire da vicino l’intera squadra, l’intero staff e, soprattutto, i piloti: Binotto dovrà riuscire a conciliare un campione alla ricerca di un sogno con un talento emergente che difficilmente accetterà il ruolo di secondo pilota, che vuole dimostrare il suo valore e di essersi meritato la Rossa. Una convivenza tutta da scoprire che potenzialmente potrebbe essere tranquilla, ma anche una bella gatta da pelare.

    Il nuovo team principal Ferrari dovrà far meglio di chi l’ha preceduto su questo piano, prendendo decisioni, per quanto sofferte e complicate, riguardo alla gestione dei piloti e agli ordini di scuderia, indicando un chiaro numero uno, special modo quando la Mercedes ha dimostrato di non lasciare nulla al caso, anche con una “brutalità” spietata.

    Un’altra grossa sfida sarà quella riguardante il piano politico, non solo nei rapporti con Liberty Media, ma anche la sfida nel “background” con Mercedes. Non è un segreto che Binotto abbia partecipato già più volte insieme ad Arrivabene e Marchionne a dei meeting tra i team per lavorare sul futuro della Formula 1 e sui piani che il colosso americano ha in mente per questo sport, ma naturalmente ci vuole anche una certa esperienza per riuscire a districarsi nei meandri e nelle “zone grigie” di queste discussioni.

    Indubbiamente una figura di spessore con le spalle larghe come quella di Sergio Marchionne avrebbe fatto comodo in un momento così delicato, dove a breve verranno inoltre scelti anche i nuovi regolamenti per la stagione 2021: ad aiutarlo ci saranno il direttore sportivo Mekies, ma soprattutto l’AD della Ferrari Camilleri e il Presidente Elkann, anche se naturalmente per questi ultimi due è da vedere sul lungo periodo il loro impegno in primo piano su argomenti così delicati e se, nel caso, potrebbe arrivare qualche altra figura di rinforzo nelle prossime settimane o nei prossimi meni per far manforte.

    Sono molte le partite in ballo su questo fronte, che riguardano principalmente le Power Unit, unità che sono costate milioni e milioni sin dalla loro introduzione, ma ci sono altri molti fattori in secondo piano da cui sarà importante riuscire a trovare il giusto bilanciamento per portare a casa il meglio per la Rossa. Ci sarà da discutere per il rinnovo del patto della concordia e per la redistribuzione dei premi FOM, argomenti di cui si è parlato a lungo nel corso degli ultimi mesi.

    Il 2019 per Mattia Binotto sarà un anno ricco di eventi, probabilmente estenuante viste le numerose sfide che lo attendono, che siano tecniche o manageriali. Non si tratta semplicemente di ottenere il massimo: in questo modo ci si è messi in una posizione dove la vittoria sarà l’unico risultato accettabile, perché non si può far meno di chi l’ha preceduto.

    Ottenuta la bicicletta, bisogna pedalare ed arrivare al risultato, perché non ci saranno ulteriori alibi. Binotto ha in mano tutta la Scuderia, una grande responsabilità che lo mette nella posizione di avere il via libera per apportare quelle modifiche che secondo lui sono necessarie per fare quel salto in più per coronare il sogno iridato, ma che lo mette allo stesso tempo nella situazione di doversi assumere tutta la responsabilità in caso di non raggiungimento degli obiettivi.

    Gestire l’area tecnica è un discorso, gestire l’area manageriale e tutto ciò che ci gira intorno ne è un altro: Binotto dovrà dimostrare di essere all’altezza del ruolo, delle aspettative e della fiducia riposta da chi lo ha promosso. Tutto ciò porterà una grandissima pressione tutta sulle spalle dell’ingegnere italiano e starà anche ai suoi collaboratori dare il massimo per permettergli di concentrarsi sui settori che richiedono la priorità.

    Sicuramente il neo-team principal è ben al corrente di tutto ciò, ma indubbiamente se si è assunto questa responsabilità è anche sicuro delle proprie carte e di poter svolgere un buon lavoro per il futuro della squadra di Maranello. Si può solo dire buona fortuna Mattia, ce ne sarà bisogno.

    2019 arrivabene binotto F1 ferrari
    Share. Facebook Twitter WhatsApp Telegram Email
    Previous ArticleMattia Binotto, chi è il nuovo Team Principal della Scuderia Ferrari F1
    Next Article Zak Brown, ecco il piano McLaren per tornare a vincere in F1
    Gianluca D'Alessandro
    • Twitter

    Gianluca D'Alessandro | Giovane appassionato di tecnologia e di sport, in particolare di Formula 1. Cresciuto passando la domenica pomeriggio a guardare Schumi in TV a vincere i mondiali sulla Rossa! | Twitter: @Gianludale27

    Altre Notizie

    F1, Gp Arabia Saudita: le pagelle. Red Bull già campione, Leclerc (e Vasseur) salvagente della Ferrari

    F1, Carlos Sainz è fiducioso: “Sappiamo dove sviluppare la vettura”

    F1, GP Arabia Saudita 2023: i rookie cercano di farsi spazio

    F1, Dubbi Ferrari: serve una versione B della SF-23?

    F1, Tolta la penalità ad Alonso che ritorna sul podio di Jeddah

    F1, Alonso: “La FIA ha fatto una pessima figura” [ VIDEO ]

    Supporta CircusF1 quando acquisti su Amazon
    Come funziona »
    Classifica Piloti F1 2023
    Pos Pilota                 Punti
     1. Max Verstappen           44
     2. Sergio Perez             43
     3. Fernando Alonso          30
     4. Carlos Sainz             20
     5. Lewis Hamilton           20
    Classifica completa »
    Classifica Costruttori F1 2023
    Pos Costruttore           Punti
     1. Red Bull               87
     2. Mercedes               38
     3. Aston Martin           38
     4. Ferrari                26
     5. Alpine                  8
    Classifica completa »
    LE ULTIME FOTO
    230037-saudi-arabian-gp-saturday 230036-saudi-arabian-gp-saturday 230035-saudi-arabian-gp-saturday 230034-saudi-arabian-gp-saturday 230038-saudi-arabian-gp-saturday SI202303170535
    ULTIME NOTIZIE F1

    F1, Gp Arabia Saudita: le pagelle. Red Bull già campione, Leclerc (e Vasseur) salvagente della Ferrari

    20 Marzo 2023

    F1, Carlos Sainz è fiducioso: “Sappiamo dove sviluppare la vettura”

    20 Marzo 2023

    F1, GP Arabia Saudita 2023: i rookie cercano di farsi spazio

    20 Marzo 2023

    F1, Dubbi Ferrari: serve una versione B della SF-23?

    20 Marzo 2023

    F1, Tolta la penalità ad Alonso che ritorna sul podio di Jeddah

    19 Marzo 2023
    Load More
    CIRCUSF1.COM

    Il primo BLOG sulla Formula 1. Gratis per te: F1 news, foto, video, piloti, team, classifiche, calendario, ticket e F1 Live.

    CircusF1 is not affiliated with Formula 1, Formula One Management, Formula One Administration, Formula One Licensing BV or any other subsidiary associated with the official Formula One governing organisations or their shareholders. Official Formula One information can be found at www.formula1.com.

    INFORMAZIONI UTILI
    • Chi Siamo
    • Pubblicità
    • Scrivici
    • Collabora con noi
    • Privacy Policy
    • Utilizzo dei Cookies
    • RSS Feed
    IL NOSTRO MOTTO

    "Ammiro tutti coloro che hanno una passione ed hanno la sapienza e la costanza di coltivarla. Sono loro il motore del mondo" | Enzo Ferrari

    ----------

    Privacy Policy Cookie Policy
    Cambia le impostazioni della privacy

    Facebook Twitter YouTube
    © 1997 - 2023 CircusF1.com. All Rights Reserved.

    Type above and press Enter to search. Press Esc to cancel.