Nella settimana che ci conduce al secondo Gran Premio della stagione 2019 in Bahrain, a tenere banco vi sono le consuete aspettative della vigilia, concentrate soprattutto sull’attesa di vedere la Ferrari impegnata ad affrontare la prova del nove dopo la pessima prestazione in Australia.
Purtroppo però le questioni della pista e della pura velocità sembrano essere passate in secondo piano da qualche giorno per un fatto piuttosto sconcertante.
L’elemento di discussione principale, che sta suscitando enormi polemiche tra gli addetti ai lavori nel paddock e nei media, è correlato alla recente dichiarazione di Jacques Villeneuve alla stampa olandese, che ha scatenato manifestazioni d’indignazione in tanti appassionati.
Il campione del mondo 1997 infatti, chiamato ad esprimere la sua opinione sul rientro in F1 di Robert Kubica, non ha nascosto tutto il suo disappunto sul ritorno in pista del polacco, rispondendo senza mezze misure: “Credo sia terribile, non è un bene per questo sport. L’ho già detto l’anno scorso e non cambierò la mia opinione; la F1 dovrebbe essere l’apice delle corse, è la classe regina. Non è un bene per questo sport se un pilota con delle pesanti limitazioni fisiche possa partecipare. Magari in altre categorie, ma non in Formula 1. Il ritorno di Robert non è il messaggio giusto, perchè la F1 deve essere dura, difficile da affrontare e quasi irraggiungibile”.
Nelle ore successive a queste dichiarazioni, in molti avevano pensato ad una fake news, o almeno ad un’interpretazione distorta, vista e considerata la durezza delle parole utilizzate dal canadese. E invece no, la “sparata” di Villeneuve è stata confermata da tutti i media sportivi a diffusione globale (per giunta senza alcuna smentita da parte del diretto interessato), illudendo tutti sull’ipotesi di un brutto “misunderstanding”.
Sinceramente, come del resto la quasi totalità dei colleghi dell’informazione, un simile pensiero è inaccettabile. Punto e basta. E questo a prescindere dalle antipatie o dalle simpatie che si possono provare per Villeneuve.
Una mancanza di rispetto gratuita proveniente da un uomo, prima ancora che da un pilota, che abbiamo anche apprezzato in questi anni per la sua grande capacità di dire sempre la verità (elemento più raro al giorno d’oggi) e per la totale mancanza di timori nel poter esprimere le proprie opinioni liberamente, anche se scomode, pesanti o “fuori dal coro”. Fa ancor più male che proprio una persona intelligente e brillante come Villeneuve possa aver davvero detto una cosa così grave nei confronti di Kubica, di un suo collega.
Perché è inutile nascondersi: qui non si tratta più di una semplice opinione. In questo caso Villeneuve ha davvero dato uno schiaffo gratuito ad una storia sportiva ed umana emozionante, in cui un uomo come Kubica è riuscito a raggiungere il suo obiettivo a suon di sacrifici, di totale dedizione e anche di sofferenze psico-fisiche.
Di fronte ad un rientro che sa quasi di epico (rovinato solo dalla raccapricciante situazione della Williams e dalla naturale perdita di feeling con una F1 cambiata drasticamente dal 2012 ad oggi), ci sarebbe solo da alzarsi ed applaudire, a prescindere da quanto realmente riesca a dimostrare il buon Robert con una vettura nata sotto una cattiva stella.
Le dichiarazioni di Villeneuve non cancellano la magia di tutto questo, ci mancherebbe, ma gettano fango inutilmente, e per certi aspetti anche incomprensibilmente, sull’immagine di un pilota che, lo ripetiamo, è tornato in F1 a compimento di sfide e di battaglie personali non indifferenti.
Il bello di questo mondo è che ognuno può esprimere le proprie idee, a patto però che queste siano incluse in un principio morale estremamente importante che risponde al nome di rispetto.
E in questo senso, del rispetto non si è visto nemmeno l’ombra.
Siamo tutti d’accordo nel dire che la F1 debba essere la massima espressione dell’automobilismo mondiale, e che non debba essere accessibile a tutti. Ci sta, ma non per questo bisogna fare differenze tra coloro che ci sono arrivati senza difficoltà fisiche e chi invece è giunto ad occupare un sedile (tra l’altro meritatamente) con una “pesante limitazione”, per dirla alla Villeneuve. Già fare questa distinzione, o anche solo pensarla, sarebbe vergognoso ed indecoroso non solo per Kubica, ma anche per tutte quelle persone che, pur convivendo con un handicap, combattono ogni giorno per sfidare i propri limiti e superarli grazie a quelle doti di tenacia e determinazione che gli individui “normodotati” non riescono a vederle nemmeno con un binocolo.
Lo sport è un patrimonio immenso per tutti, senza distinzioni.E se fossimo coerenti con la linea di pensiero di Villeneuve (dalla quale mi sento personalmente di dissociarmi), allora anche coloro che sono approdati in F1 grazie ai soldi, agli sponsor o alle raccomandazioni, e non per via del puro talento, dovrebbero immediatamente lasciare spazio a piloti che meriterebbero quel posto.
Ma questo non succede, non è successo e mai succederà. E, se permettete, è ben più “disastroso” di una storia ricca di passione come quella di Kubica, capace di risalire aggrappandosi alla sua straordinaria forza d’animo.
No, caro Jacques. Ci dispiace, ma stavolta hai esagerato.
LE REAZIONI DELL’AMBIENTE
E mentre gli appassionati ed i tifosi di tutto il mondo non si sono fatti pregare nel contestare la controversa dichiarazione di Villeneuve, anche chi mastica l’automobilismo sportivo quotidianamente non è rimasto indifferente di fronte ad una simile uscita.
A prendere le difese di Robert Kubica, tra gli altri, anche ex piloti di F1 come Lucas Di Grassi ed il nostro Giancarlo Minardi, ma anche personalità impegnate in altri campionati mondiali, dai rally fino alla IndyCar. Tanti con Kubica ed altrettanti contro il canadese.
“Le parole di Jacques sono assurde – ha commentato il brasiliano Di Grassi – Una persona non può mai essere definita dalla sua disabilità, piuttosto dalla sua performance. Kubica è l’esempio di un grande recupero, con una storia incredibile. I risultati, alla fine, parleranno da soli”.
E mentre dagli Stati Uniti Tom Coronel definisce onestamente e senza offese Kubica come “un buon pilota, ma non abbastanza bravo per la F1“, l’attacco più duro a Villeneuve arriva direttamente nella persona di Giancarlo Minardi.
Il fondatore dello storico team faentino (che tornerà a far rombare le proprie monoposto il 27-28 aprile nella 4° edizione dell’Historic Minardi Day), non ha certo digerito le dichiarazioni del figlio di Gilles, commentando così il suo disappunto: “Jacques ha usato parole poco eleganti, per non dire altro, nei confronti di Robert. Credo che abbia perso l’occasione per tacere. Con tutto il rispetto per i risultati che ha ottenuto, la sua carriera nel motorsport forse non sarebbe iniziata senza il cognome che porta. La decisione di Kubica va rispettata”.