E’ tornato a parlare uno di quegli uomini che tanto bene hanno fatto alla Formula 1 negli ultimi 25-30 anni. Il suo nome è Peter Sauber che, in questo “difficile mondo”, rappresenta l’apoteosi del self-made man, quello che dal nulla ha creato un team che dal 1993 è permanentemente nel Circus della F1, tra alti e bassi.
Un miracolo sportivo se si considerano le radici di quel progetto.
L’ex patron elvetico ha concesso una lunga intervista alla rivista tedesca Auto Motor und Sport sui suoi inizi e sulla sua lunga carriera, soffermandosi anche sulla figura di Kimi Raikkonen che proprio Peter Sauber ha avuto il merito di far debuttare in Formula Uno ormai 18 anni fa, con qualche aneddoto:
“Ancora oggi non so perché gli concessi ben 3 giorni di test, solo per lui, quando in tre giornate avremmo potuto far girare ben 6 piloti al suo posto. Al secondo giorno andai al Mugello dove stava girando Kimi e ne rimasi immediatamente affascinato: inizialmente, non del suo modo di guidare o della sua velocità, considerando che aveva pochissima esperienza su monoposto, ma del suo modo di fare particolare, del suo linguaggio del corpo diverso da tutti gli altri piloti. E’ stato proprio ciò che mi ha convinto ad ingaggiarlo”.
Mister Sauber continua descrivendo i primi approcci ad una monoposto di Formula 1 di Raikkonen, anch’essi inevitabilmente particolari:
“Nei primi test rientrava sempre ai box dopo 6-7 giri quando, invece, avrebbe dovuto rimanere in pista per più tempo; questo perché non era abituato alle forze laterali delle monoposto di Formula 1. Nonostante gli dicessimo di stare fuori a girare, ritornava ai box. Un vero testardo. Ma il suo fascino consisteva proprio in questi dettagli e decidemmo di offrirgli un posto”.
La gloriosa Sauber, da quest’anno, ha cambiato nome in seguito alla partnership con Alfa Romeo, ma il cuore pulsante della scuderia rimane ad Hinwil, lì dove tutto è cominciato; insieme all’italiano Antonio Giovinazzi, c’è stato il ritorno proprio di Kimi Raikkonen, sul quale Peter Sauber ha voluto dire la sua:
“Ovviamente, sono molto contento che Kimi sia tornato; è tornato per divertirsi e, senza dubbio, per fare la differenza. E’ molto concentrato per questa stagione e sono sicuro che farà bene. Comunque, abbiamo mantenuto i contatti con lui per anni e, per questo, un suo ritorno a “casa” era inevitabile”.