F1, Analisi Tecnica: La Mercedes W10 non ha più i punti deboli del 2018
Dopo quattro doppiette consecutive nei primi quattro Gran Premi, Mercedes nell’era turbo-ibrida ha iscritto un altro record al suo palmaers.
La cosa che più fa temere gli avversari, in special modo Ferrari, è che la W10 sembra non avere punti di debolezza. Almeno in questi primi GP, sia il team che i piloti sono stati perfetti.
L’anno scorso la scuderia di Stoccarda, specialmente nella prima metà di campionato, aveva una monoposto abbastanza difficile da mettere a punto. Nello specifico, rispetto alla Ferrari SF71-H, la W09 aveva una finestra di utilizzo ottimale delle gomme più ridotta.
Ricordiamo come la passata stagione la W09 soffrisse molto sugli pneumatici posteriori, sia per usura che per surriscaldamento. Aldilà delle polemiche suscitate dal ribassamento dello spessore battistrada di 0.4 mm della Pirelli, la vettura dello scorso anno andava spesso in crisi, manifestando in maniera reiterata del blistering.
Sulla monoposto del 2019 questo problema sembra essere completamente sparito. Anzi, non solo Mercedes è fra le monoposto che riescono a gestire meglio le gomme, ma riesce a essere ultra competitiva pur non mostrando sempre a pieno il suo potenziale.
Vuoi per le nuove mescole 2019 o per i nuovi regolamenti, i tecnici di Stoccarda pare abbiano fatto un lavoro eccezionale non solo dal punto di vista di affidabilità e usura pneumatici, ma anche di approccio al week-end.
Nello specifico in Azerbaijan Mercedes ha svolto un lavoro di ricerca molto accurato per trovare il giusto compromesso aerodinamico fra velocità massima e carico nelle curve più lente. In gara e in qualifica Mercedes ha optato per una scelta di carico aerodinamico al posteriore più elevato, utilizzando la vecchia ala posteriore dei primi GP. Mentre durante le sessioni di libere, sia in FP2 che FP3 ha alternato la vecchia ala con una da basso carico, vista già durante i test in Bahrain. L’ala da basso carico presentava anche un main plain seghettato nel bordo posteriore, una soluzione che Mercedes aveva già sperimentato nella W07 nel 2016.
Oltre a questo lavoro tecnico maniacale, in questo week end più che in altri, Mercedes si è molto nascosta durante le prove libere, dominate dalla Ferrari di Leclerc; durante le qualifiche invece i piloti Mercedes hanno piazzato la zampata, prendendosi tutta la prima fila. Il miglioramento rispetto al miglior tempo delle libere è stato di oltre due secondi. Mentre altri team, come Ferrari e Red Bull hanno migliorato il tempo di poco più di un secondo.
Bottas ha fatto registrare la pole in 1’40″495 con Lewis subito dietro. Mentre in FP3 il tempo era intorno all’1’43 basso.
Questo dato è molto rilevante, e fa capire come Mercedes sia stata molto “safe” con la Power Unit durante tutte le sessioni di prove libere. Un’approccio del genere può essere ascrivibile solo al fatto che il team e i piloti sono molto consapevoli della superiorità del loro mezzo quest’anno. Non si spiegherebbe un miglioramento del genere e non si spiegherebbe perché si concedano il lusso di non raccogliere dati più veritieri durante le “free practice”.
Dal punto di vista tecnico, in Azerbaijan ha nuovamente ritoccato l’ala anteriore, “regolarizzando” la paratia laterale bocciata in Cina (illustrazione in basso) e ha lievemente modificato il piano principale nella zona arcuata, accorciando i flap nella zona Y250. Tutte le modifiche erano volte a diminuire il drag anteriore della monoposto per Baku.