F1, nel 2007 in Cina il clamoroso errore di Lewis Hamilton
Il 2007 è una delle stagioni più esaltanti e controverse della storia della F1. Il fulmineo debutto di Lewis Hamilton, la pessima convivenza con Fernando Alonso in Mclaren che sfocia subito in una rivalità accesa e aggressiva, il duello tra le rivali storiche Ferrari-Mclaren per il titolo mondiale “condito” dalla spy story.
Tutti ingredienti di un Campionato indimenticabile, nel bene e nel male, che il suo sceneggiatore miscela sapientemente per tenere tutti con il fiato sospeso fino all’ultima curva dell’ultima gara in Brasile.
E uno dei suoi capolavori è il Gp di Cina, che proprio questa domenica proietterà un’edizione specialissima. Quello che si correrà a Shanghai il 14 aprile, infatti, sarà il millesimo Gp della storia della F1, la cui splendida avventura ebbe inizio il 13 maggio del 1950 a Silverstone.
Una corsa esclusiva da celebrare con il ricordo di un appuntamento altrettanto esclusivo su questa terra orientale, che si consumò nell’ormai lontano 7 ottobre 2007. Il Gp di Cina di quell’anno è la penultima prova del Campionato e può già risultare decisivo per l’assegnazione dell’iride. A Shanghai l’allora sorprendente debuttante Lewis Hamilton comanda la classifica con 107 punti, 12 in più dell’odiato compagno Alonso e +17 sul ferrarista Kimi Raikkonen.
Un bel gruzzoletto frutto anche della vittoria nel precedente Gp del Giappone, che sembra lanciare l’inglese in un clamoroso successo mondiale all’esordio. In Cina Hamilton potrebbe chiudere il conto e lo lascia intendere con una perentoria pole position al sabato. Il principale avversario Alonso è solo quarto, dietro le due Ferrari di Raikkonen e Massa. Domenica, al via sotto la pioggia, l’inglese della Mclaren non si lascia sorprendere dall’emozione e scatta in testa, precedendo le due Rosse e la vettura gemella di Alonso.
I giri passano ed Hamilton appare sempre più padrone del Mondiale. Guida il gruppo con autorità e sente il titolo già in tasca fino a quando non si arriva a metà gara. Momento in cui la sua Mclaren inizia a non essere più fluida come in precedenza. Motivo? Il consumo eccessivo delle gomme. Il pilota dal casco giallo in ricordo di Ayrton Senna capisce che il momento è difficile. Perde terreno dalla Ferrari di Raikkonen che, tornata dopo tornata, inizia a vedere la sagoma della Mclaren all’orizzonte sempre più vicina. La pista è ancora umida quando Raikkonen ha ormai nel mirino un Hamilton in piena crisi con i suoi pneumatici. Lo raggiunge e cerca di superarlo.
Il pilota inglese oppone una disperata resistenza per qualche giro ma è in condizioni di evidente inferiorità. Poi va quasi lungo in una curva con le gomme in pappa e a quel punto nulla può contro Kimi Raikkonen, che lo sorpassa involandosi verso la vittoria. Hamilton, nonostante i problemi, prosegue ancora ma la posteriore destra è in pessime condizioni ed è costretto a rientrare ai box per sostituire le gomme. E qui accade l’episodio tragicomico, oltre che decisivo, di un Mondiale pazzo. Nell’imboccare la curvetta che immette sulla pit-lane Hamilton commette un grave errore. Arriva lungo tradito dall’asfalto viscido e finisce sulla ghiaia, senza potersi più muovere. Neppure i commissari riescono ad aiutarlo a rientrare in pista. La gara per lui è finita e improvvisamente un Campionato virtualmente concluso per i suoi rivali si riapre.
Raikkonen trionfa sotto la bandiera a scacchi. Precede Alonso e Massa. Con il secondo posto Fernando, adesso, è a -4 da Hamilton mentre Kimi si porta a -7. Tutto si deciderà in Brasile e sarà un finale da fuochi d’artificio. Inimmaginabile.
Scritto da: Alessandro Crupi