Il magnifico scenario dei riflettori di Sakir ci ha regalato uno dei Gran Premi più appassionanti degli ultimi anni; le pulsazioni non sono mai state basse, una griglia che non ha mai smesso di rivoluzionarsi, duelli, persino “trielli”, sono stati la costante della lotta di centro gruppo. Raramente abbiamo infatti assistito a così tante battaglie fra un numero così elevato di vetture dalle simili prestazioni, togliendo ahimè le Williams, tutte i piloti del “midfield” hanno dovuto sudarsi i loro piazzamento finale.
A sorprendere positivamente, una buonissima McLaren che porta a casa un discreto bottino dopo un weekend che lascia ben sperare per il futuro. Dall’altro lato invece, una Renault che vede sgretolarsi un ottimo risultato proprio a pochi chilometri dalla bandiera a scacchi.
McLaren
Lando Norris: P6 – Carlos Sainz: DNF
Il fine settimana era iniziato lasciando presagire delle buone aspettative, grazie ai piazzamenti all’interno del gruppo di primi dieci con almeno un pilota, in tutte le sessioni di libere. Nella giornata di sabato, le sensazioni positive si sono trasformate in riscontri concreti, che hanno portato Sainz e Norris a qualificare le loro vetture per il Q3, dove hanno potuto guadagnare la settima e decima casella in griglia.
Il tracciato del Bahrain, è stato lo scenario che ha incoronato per la prima volta il diciannovenne della McLaren, Lando Norris infatti dopo un inizio gara concitato che non gli ha giovato, ha subito reagito inanellando tornate dopo tornate su un ottimo passo gara e rendendosi protagonista di diverse bagarre, una su tutte la battaglia a tre con Magnussen e Gasly nella prima parte di gara, dove tra l’altro ne è uscito vincitore.
Anche per il compagno di squadra Sainz, sembrava che dopo lo start la gara potesse prendere una giusta piega, invece dopo aver divorato in velocità, seppur con il DRS aperto, la Red Bull di Verstappen, pochi metri dopo è stato protagonista di un contatto con la stessa RB15 nel tentativo di sorpasso all’esterno.
La conseguente foratura della gomma anteriore sinistra, ha portato ad un conseguente danno all’ala, con relative problematiche tecniche derivate dal compiere l’intero giro con la macchina danneggiata, che hanno costretto lo spagnolo al ritiro.
Nonostante una sola vettura al traguardo, i ragazzi di Woking possono ricavare di molto positivo da questa seconda tappa, in primis la certezza di un giovane talento, anche se ovviamente ha ancora molto da imparare dal Circus; la consapevolezza di una ritrovata performance. Nei rettilinei si è infatti potuto notare come le due vetture avevano una buona velocità, a differenza del recente passato dove gli allunghi sono sempre stati un punto di sofferenza.
In casa McLaren ora c’è quindi bisogno di acquistare la costanza necessaria a tenere alta l’asticella delle prestazioni, bisogna infatti ricordare come lo scorso anno, dopo un inizio di campionato positivo, i risultati hanno cominciato a non rispondere più presente, nel momento in cui sono stati portati in pista i primi sviluppi da parte dei diretti competitors.
Renault
Nico Hulkenberg: DNF – Daniel Ricciardo: DNF
Quella sfumata nel deserto, era un’occasione buona per dare già una prima piega importante alla classifica costruttori alle spalle dei top team. Dopo una qualifica in sordina, le strategie e il buon passo avevano condotto le due vetture verso un possibile doppio piazzamento alle spalle dei cinque piloti di punta.
In qualifica Daniel Ricciardo si è preso una piccola rivincita sul compagno Hulkenberg, rispetto a quanto accaduto a Melbourne, eliminando il tedesco nel Q1 e portando la sua RS19 in undicesima casella. Neanche quest’ultima però lasciava presagire ad un ottimo risultato, soprattutto osservando l’equilibrio della fascia centrale del gruppo.
Il team ha quindi optato per una strategia conservativa nella prima parte di gara su gomma soft, spingendo i piloti a gestire la mescola più tenera per un lungo stint iniziale, 24 giri per Ricciardo, 32 per Hulkenberg. Bisogna poi sottolineare la grande rimonta del tedesco che è così riuscito ad sopravanzare nel gruppo giungendo fino alla sesta piazza, davanti al compagno. Non sono poi mancati i brividi per il muretto francese, nel momento in cui i due hanno innescato una pericolosa lotta colmata con un leggero contatto in curva 1 che ha danneggiato leggermente l’ala anteriore dell’australiano.
Il destino ha però voluto che quella medesima curva fosse teatro diversi giri dopo, di una clamorosa debacle che ha portato entrambi a parcheggiare le monoposto nella via di fuga, peraltro nello stesso giro, il quintultimo. Hulkenberg è stato appiedato dal turbo, un problema elettrico invece per Ricciardo.
Ciò è significato per la brigata di Abiteboul, lo sgretolarsi di un enorme bottino di punti che avrebbe permesso loro di primeggiare con decisione in classifica costruttori fra la convulsa mischia di centro gruppo.
Se nel post-Melbourne avevamo parlato di una necessaria ricerca di efficienza in termini di prestazione, l’affidabilità è stato questa volta il tallone di Achille che si aggiunge al lavoro dei tecnici d’oltralpe che dovranno cercare di risolvere prima possibile le falle tecniche per evitare episodi di simile calibro, che alla lunga potrebbero costare cari e soprattutto sconvolgere i piani per il futuro.