Guardando la classifica Piloti, all’indomani dell’emozionante GP del Bahrain, emerge un dato interessante: la presenza, al 3° posto, di Max Verstappen e della Red Bull RB15-Honda. 27, sinora, i punti conquistati dal pilota olandese, il solo a tenere realmente a galla la scuderia anglo-austriaca. Pierre Gasly, al contrario, annaspa: i 4 punti acciuffati in extremis a Sakhir — utili ad occupare, al momento, la decima piazza della graduatoria Piloti — non cancellano, infatti, le tante difficoltà sinora incontrate dal pilota francese.
La Red Bull è sempre più Verstappen dipendente? Sembrerebbe proprio di sì. Il primo assaggio di stagione, infatti, ci consegna una Red Bull a due facce. Da una parte Verstappen, sinora impeccabile al volante di una RB15-Honda discretamente competitiva ma globalmente inferiore a Ferrari SF90 e Mercedes F1 W10, dall’altra Gasly, non a proprio agio sulla vettura curata da Adrian Newey e che appare involuto rispetto al brillante inizio stagione dello scorso anno. A parità di monoposto, si percepisce tangibile la considerevole differenza tra i due alfieri Red Bull: da un lato il talento di Verstappen, in grado di sfruttare e spremere al meglio la sua Red Bull RB15-Honda, dall’altro Gasly, un pilota che ancora deve dimostrare di meritare il proprio sedile in un team di vertice.
Tra i due piloti, nelle qualifiche del GP del Bahrain, balla circa 1 secondo di differenza. Verstappen è autore del 5° tempo in 1’28”752 (media di 219,524 km/h), Gasly, invece, non va oltre il 13° tempo in 1’29”526 (media di 217,626 km/h), persino alle spalle della Toro Rosso STR14-Honda del debuttante Alexander Albon. Agli antipodi anche le gare dei due compagni di squadra: da un lato Verstappen, costantemente alle spalle delle imprendibili Ferrari SF90 e Mercedes F1 W10 ma comunque al vertice (l’intervento della Safety Car impedisce all’olandese di arpionare il 3° posto ai danni di un Leclerc afflitto da problemi al motore), dall’altro Gasly, costantemente ai limiti della zona punti. Solo i ritiri in simultanea delle due Renault R.S.19 di Hulkenberg e Ricciardo hanno consentito a Gasly di agguantare un 8° posto tanto insperato quanto obiettivamente non consono alle aspettative.
Per quanto riguarda il giro più veloce in gara, è il francese ad avere la meglio: è di Gasly, infatti, l’8° miglior giro in gara (giro 42, pneumatici Medium C2 nuovi) in 1’35”291 (media di 204,460 km/h), proprio davanti a Verstappen, 9° in 1’35”311 (giro 47, pneumatici Medium C2 nuovi) alla media di 204,417 km/h.
Red Bull a due facce, dunque. Una condizione ormai anomala per la scuderia inglese, abituata ad avere e gestire due piloti in grado di conseguire pole-position e vittorie.
Ma quanto vale questa Red Bull? Contro ogni previsione, la Red Bull — nei primi due GP della stagione 2019 — ha totalizzato un numero maggiore di punti rispetto allo scorso anno. All’indomani del GP del Bahrain 2018, il team capitanato da Christian Horner aveva racimolato 20 punti; in questo 2019, i punti raccolti sono già 31.
Un segnale incoraggiante, non v’è dubbio. Sinora, infatti, la Red Bull RB15-Honda si è dimostrata monoposto affidabile. Occorre dare atto alla scuderia di Milton Keynes e alla Honda di aver saputo, almeno per il momento, porre rimedio ai proverbiali e ricorrenti difetti del V6 giapponese. Se l’affidabilità, in queste prime due gare, è apparsa più che soddisfacente (tanto Verstappen quanto Gasly hanno sempre visto la bandiera a scacchi), non si può dire la stessa cosa delle prestazioni del V6 Turbo-ibrido Honda.
Il miglioramento della “power unit” nipponica è evidente e macroscopico ma ancora insufficiente a contrastare ad armi pari Ferrari e Mercedes. Il motore Honda RA619H, benché già più potente (di pochi cavalli) del Renault E Tech 19, lamenterebbe — secondo alcune fonti — un divario di circa 40 CV rispetto ai più potenti Ferrari 064 e Mercedes M10 EQ Power+ . Cavalli in meno che, in piste particolarmente veloci, fanno e faranno sentire tutto il proprio peso, in negativo. Cavalli in meno i quali, inevitabilmente, non consentono alla Red Bull RB15 di eguagliare, anche nel passo gara, le più esuberanti Ferrari e Mercedes.
Al momento, il telaio Red Bull RB15 — ma solo nelle mani di un ottimo Max Verstappen — riesce a compensare come e dove può le lacune del motore Honda. A Sakhir, complice anche un forte vento, Verstappen ha lamentato scarso grip al posteriore; una imperfezione che, tuttavia, non intacca le indiscusse doti aerodinamiche e telaistiche della RB15.
Basteranno il buon telaio della Red Bull RB15 ed il talento dell’olandese (il quale, già dal 2018, ha imparato, senza snaturare la propria innata aggressività, anche a ragionare) a raggiungere l’obiettivo delle 5 vittorie stagionali prefissato dalla Red Bull? Difficile avanzare previsioni ma, allo stato attuale delle cose, la Red Bull potrebbe recitare il ruolo di prima attrice solo in quelle piste in cui la componente “potenza” risulta meno preponderante e determinante, salvo clamorosi aggiornamenti che riescano a colmare questo ipotetico gap di circa 40 CV.
Prossima tappa, il circuito di Shanghai, Cina. Un GP che, nel 2018, vedeva trionfare inaspettatamente la Red Bull RB14-Renault di Daniel Ricciardo. Red Bull e Honda sperano di ripetere l’eclatante colpaccio.
GP BAHRAIN F1 2019 – I VIDEO DI GARA E DOPO GARA