Mille GP, ognuno con le sue emozioni da raccontare, ognuno con delle pagine vuote allo starting grid e riempite giro dopo giro. Un turbinio di sentimenti che raccoglie gli sguardi e le sensazioni di chi la Formula 1 la guida da protagonista e di chi la osserva a distanza. Mille gare di caos ed ordine della passione che sull’asfalto si scarica e si sgretola ma che si aggrappa ad un volante insieme ad una miriade di sogni.
Ma se è vero che ogni gara scrive una pagina di storia è anche vero che, dopo la bandiera a scacchi, c’è sempre una lezione da raccogliere. Di karma, di rivincite, di destini: tutti scenari che, dopo il traguardo di Massa, nel 2008 hanno scelto di tornare protagonisti nel posto giusto – ad Interlagos – ed in un determinato momento, giusto o sbagliato che sia. Dipende dai punti di vista.
Succede che Felipe Massa, a bordo della sua Ferrari, tagli il traguardo da campione del mondo, esultando davanti al suo pubblico e spostando di netto lo sguardo dalla pista al maxi schermo. Sono le braccia al cielo di un brasiliano con gli occhi lucidi e le urla di gioia di un papà che nel box rosso non riesce a trattenersi, che non conosce pace nè vuole incontrarla, tutto per il bene del figlio.
Succede però anche che Lewis Hamilton raccolga il suo debito con il karma e ne faccia tesoro, allontanando ancora una volta lo spettro di un incubo e liberando così finalmente le tossine di uno sport che sa darti tanto ma che riesce a toglierti tutto. Glock rallenta, la Mercedes lo supera ed il contapunti sale così tanto da portarlo in cima, con la bandiera a scacchi che sventola ma che aspetta l’arrivo dell’inglese chiudere il suo personalissimo conto.
Solo un anno prima, sullo stesso circuito, Kimi Raikkonen diventava campione tagliando il traguardo da numero uno mentre sperava di vedere il suo rivale, Hamilton, oltre il sesto posto. Un destino che stringe la mano del finlandese e che condanna il britannico, crocifisso da un problema al cambio e da tanta sfortuna in poche settimane. Un blackout tale da destituirlo da leadership e fiducia ed un conto amaro raccolto solo al termine delle ostilitĂ .
Ma se da una parte c’è un panorama che piange dall’altra, sempre per questione di istanti e millesimi, c’è un arcobaleno che ti consegna le chiavi del tuo destino, vestendoti dell’abito migliore per il finale che meriti. A farne le spese, questa volta, è Felipe Massa che ha solo 38” per festeggiare prima di doversi arrendere al karma. Non il suo, personale, che magari lo avrebbe anche premiato senza troppi calcoli. Ma a quello della Ferrari e di Hamilton, vincitrice e vinto solo trecentosessanta giorni prima per questioni di dettagli.
Interlagos 2008 insegna che tutto, prima o poi, torna. E’ un mondo particolare ed anche difficile da digerire, ma è questo mondo. Qui sfreccia e risplende la Formula 1, quel palcoscenico dove ognuno di noi va a scuola di karma.