Alberto Antonini, ex capo ufficio stampa Ferrari ora a FormulaPassion, si dice convinto che il problema della Ferrari non sia da imputare al mancato sviluppo della vettura, ma piuttosto, al fatto che la Mercedes vista nei test pre-stagionali fosse una vettura quasi “sperimentale”, rispetto ad una Ferrari già più avanti nell’evoluzione.
Si spiegherebbe così il peggioramento delle prestazioni delle rosse nel circuito catalano, che a marzo sembravano molto vicine, se non superiori, alle frecce d’argento: “Tanti si chiedono come mai la Mercedes sia stata tanto superiore su una pista dove, pochi mesi fa, la Ferrari sembrava avere un ampio margine. Risposta: sembrava a chi? – si domanda Antonini -. Uno degli errori in cui ricade spesso chi commenta la F1, inclusi gli addetti ai lavori e non escluso il sottoscritto, è di considerare queste situazioni come statiche, definendo subito una scala di valori. In realtà non è così: e non parlo dei team che ‘si nascondono’, parlo d’altro. La Mercedes dei test era un cantiere in evoluzione, la Ferrari un progetto più maturo e quindi con meno potenziale di crescita.”
Secondo Antonini infatti, gli uomini di Maranello di aggiornamenti a Barcellona ne hanno portati, e paradossalmente hanno anche funzionato: “La Ferrari, in realtà, non ha sbagliato dal punto di vista della preparazione – se legge sempre su FormulaPassion -. Come ha detto Mattia Binotto, gli sviluppi portati in Spagna hanno dato i risultati previsti. Ovvero circa un decimo per il motore e altrettanto per l’aerodinamica. L’amara constatazione è che questi due decimi non hanno avvicinato la SF90 agli avversari, anzi gli sviluppi Mercedes hanno funzionato probabilmente meglio – continua Antonini – In tutti i team esiste la ‘vettura T1’ che poi si evolve in vettura T2 e dà origine alla configurazione per Melbourne. In questo intervallo di tempo Mercedes ha cambiato, e forse capito, molto di più degli avversari (tutti).”
La constatazione è tanto amara quanto inattaccabile, e supportata dai dati: “Il giro veloce di Hamilton è di circa un secondo e tre decimi migliore di quello di Vettel – osserva Antonini – Il dato di fatto è che a Montmelò la Ferrari se la giocava in prestazione non con le W10, bensì con la Red Bull. Non credo che sarà così per tutto l’anno, ma forse qualcuno rivive lo spettro del 2016.”
In quella stagione la Ferrari non vinse neanche una gara e concluse il campionato costruttori dietro anche alla Red Bull. Non siamo a quel livello, ma poco ci manca: con Max Verstappen che dopo 5 gare è terzo nella classifica piloti, davanti ad entrambi i ferraristi. L’olandese è arrivato a podio anche nel GP di Spagna, situazione inaccettabile per Antonini: “In una gara così prevedibilmente difficile, bisognava sfruttare ogni decimo di secondo per arrivare al minimo sindacale, ovvero il terzo posto. Per questo sono d’accordo con i tanti che pensano si sia aspettato forse un giro o due di troppo per invertire le posizioni fra i due ferraristi, su un circuito dove è complicato anche dare strada al compagno di team. È anche questione di equilibri interni ed è un tema che a Maranello dovranno affrontare al più presto. Quest’anno c’è un organico nuovo e i risultati devono assolutamente arrivare. A meno che non siano proprio questi.”
L’articolo completo di Alberto Antonini, lo potete trovare su FormulaPassion.