F1, Analisi Tecnica SF90: Una Ferrari concettualmente sbagliata!
Dopo la quinta doppietta consecutiva Mercedes in Spagna le speranze di vincere il mondiale F1 per la Ferrari in questo 2019 forse si sono esaurite.
Ma perché la Ferrari non riesce a competere alla pari con Mercedes? Cosa manca a livello di prestazione? C’è speranza di ribaltare la situazione?
Queste sostanzialmente sono le domande che si pongono gli appassionati e i tifosi della rossa.
In questo articolo analizzeremo dal punto di vista tecnico in cosa manca la monoposto della Scuderia di Maranello, e perché perde così tanto nelle curve lente rispetto alla stella a tre punte tedesca.
Premettendo che “nella F1 non si sa mai”, e che recuperare punti a volte è molto facile. Per rispondere all’ultima domanda, potremmo dire che la storia recente insegna: contro questa Mercedes è forse inutile illudersi!
La W10 e la Ferrari SF90 sono dal punto di vista tecnico due progetti con soluzioni quasi agli opposti. Si è già parlato spesso, all’inizio di questa stagione, delle scelte aerodinamiche differenti per quanto riguarda l’ala anteriore. Ferrari e Mercedes hanno interpretato i nuovi regolamenti sposando due filosofie diverse: Mercedes ha un’ala anteriore “up-wash” o “in wash“, mentre Ferrari ha optato per “out-wash“.
In sostanza Mercedes ha interpretato il regolamento in modo tale che i flaps dell’ala anteriore, per schermare le ruote anteriori dai flussi e ridurre il “tyre squirt”, deviassero l’aria al di sopra dello pneumatico. Ferrari invece ha studiato l’ala anteriore creando una sorta di “canale” che convogliasse i flussi all’esterno anziché al di sopra, riducendo la sezione frontale di ingombro dell ala anteriore.
Nell’illustrazione abbiamo un confronto diretto fra “up-wash” Mercedes, e “out wash” Ferrari, con quest’ultima che ha i flaps nella zona della paratia quasi dal profilo quasi neutro, favorendo il passaggio d’aria.
E’ forse dovuto a questa scelta tecnica il gap fra le due scuderie?
Potrebbe essere un fattore che ha contribuito, sopratutto in Spagna, alla sconfitta Ferrari. Indubbiamente la soluzione Ferrari è molto più aggressiva e permette alla Rossa di avere anche un’ottima efficienza aerodinamica e un minor drag. Abbiamo osservato come da inizio stagione la SF90 fosse la monoposto più veloce nei rettilinei, stando stabilmente ai primi posti nella classifica dello “speed trap”. L’Alfa Romeo, che ha anch’essa un’ala anteriore a flussi esterni è stata reduce da un week end opaco in Spagna. Mentre Toro Rosso, anch’essa con medesima filosofia all’anteriore ha fatto meglio.
Per avere un paragone diretto con Mercedes, nel GP di Spagna nella classifica delle velocità di punta Mercedes non era nemmeno in top ten. Al contempo però a Barcellona Mercedes ha dato in tutto il week end una media di oltre mezzo secondo a Ferrari, solo nell’ultimo settore.
Notiamo del confronto on board del Q3 che Mercedes riesce a essere molto più efficace non solo nel mantenere la vettura più interna alla curva, ma ha anche una velocità di ingresso e uscita superiore. Rispetto all’anno scorso Ferrari nel T3 è stata più lenta, mentre Mercedes ha nettamente migliorato il proprio intertempo, nonostante i nuovi regolamenti. La differenza sostanziale sta tutta qua.
Le difficoltà della Ferrari sono quindi dovuti probabilmente a una carenza di grip all’anteriore, che non permette di avere un’adeguata velocità di percorrenza nelle curve, e contemporaneamente la SF90 patisce del sottosterzo. Il posteriore invece è ben bilanciato, e permette ai piloti di avere una guida fluida sia in trazione che in ingresso curva. Notiamo infatti come, a parte il lieve sottosterzo, Vettel non effettui nessuna alcuna correzione in fase di accelerazione. Ferrari sopratutto in questa stagione ha un’assetto rake molto marcato, mentre Mercedes è più parallela all’asfalto.
Questo problema della Ferrari lo si è riscontrato sopratutto a Melbourne, dove si era supposto anche dallo stesso Binotto che si trattasse esclusivamente di un problema di assetto. Ma il problema ha continuato a persistere nei successivi Gran Premi, nonostante anche le modifiche aerodinamiche portate a Baku e a Barcellona.
Non è dunque un problema di assetto ma, molto più grave, un problema intrinseco della SF90, nata con pregi e con grossi difetti. L’exploit del Bahrain è dovuto al fatto che il circuito, e tutte le variabili di temperature, mescole ecc, mettessero a pieno risalto le doti di questa Ferrari.
Ferrari può ovviare a questa lacuna?
La risposta è “ni”.
Ridurre i problemi della SF90 e ricondurli tutti alla mancanza di carico è sbagliato. Il grip anteriore non è solo generato dall’aerodinamica. In special modo nelle curve da media-bassa velocità, come l’ultimo settore di Barcellona, conta molto anche il grip meccanico (sospensioni). Nei test che si svolgeranno in questi giorni, Ferrari proverà un nuovo telaio e una nuova sospensione anteriore. Segno appunto che forse non è solo un problema di ala anteriore.
Anche a voler spostare direzione di sviluppo verso l’up wash, comporterebbe uno stravolgimento dei flussi che investono poi tutta la parte restante della monoposto, studiata per l’out wash. Non è detto che in Ferrari non ci stiano lavorando, ma sarebbe come portare una vettura “B”, cosa che storicamente Ferrari non ha mai fatto.
La SF90 ha il potenziale per vincere qualche Gran Premio, soprattutto in circuiti come Canada, Silverstone, Spa e Monza ma nel complesso è una Ferrari che ha dimostrato di essere concettualmente sbagliata.
Una vettura di F1 vince perché va va veloce in curva