Nel momento della riconquista della leadership del campionato da parte di Valtteri Bottas, Lewis Hamilton fa una cosa a lui quasi sconosciuta, cioè autocritica.
Due primi e due secondi posti in quattro gare potrebbero essere un ottimo bottino per chiunque ma, forse, non per un cinque volte campione del mondo F1. Dopo il Gran Premio dell’Azerbaijian, l’inglese della Mercedes è apparso, se non demoralizzato, almeno insoddisfatto. Per una volta, insoddisfatto di sé stesso.
Era il GP di Cina del 2007 quando un giovane Hamilton, rookie ma in lotta per il mondiale F1, alla penultima gara gettò alle ortiche la chance di essere il primo pilota a vincere il titolo da esordiente: andò lungo al rientro ai box e finì banalmente nella ghiaia, terminando lì la sua gara. Allora, i suoi gesti all’interno della vettura, impantanata come fosse nelle sabbia mobili, e la mesta camminata verso i box, bastarono per esprimere la delusione per l’errore commesso.
A Baku, sono almeno due gli episodi che fanno rammaricare l’inglese. Il primo, e più determinante per l’esito della gara è stata la partenza. Hamilton, scattato dalla seconda posizione (e quindi dalla parte sporca della pista) è riuscito a partire comunque meglio del compagno di squadra Bottas, che era in pole position, affiancandosi a lui e battagliando ruota a ruota per le prime curve, ma non riuscendo a superare il finlandese. “Sono stato un po’ troppo amichevole con Valtteri al via – ha confessato Lewis – ne avevamo parlato prima della gara, da gentiluomini. C’è molto rispetto tra noi. Avevamo il permesso di combattere tra noi fino alla fine, ma se davanti a me ci fosse stata una Ferrari le cose sarebbero andate in un altro modo.” L’inglese ha ammesso che avrebbe potuto fare di più, ma di essere stato cauto seguendo le raccomandazioni ricevute dalla squadra. Anche se secondo Toto Wolff “a Baku non c’era nessun ordine di scuderia”, il manager austriaco ha dichiarato: “Valtteri e Lewis hanno un buon rapporto ed è una fortuna, ma dobbiamo stare attenti. Abbiamo visto tutti come i rapporti possano cambiare rapidamente. Non permetteremo che la relazione tra i nostri piloti si deteriori fino al punto da creare una ricaduta negativa sulla squadra. Se ciò dovesse accadere, abbiamo pronti cartellini gialli e rossi. Ma al momento siamo lontani da questo scenario“.
Il secondo episodio riguarda la ripartenza dopo la Virtual Safety Car, causata dall’uscita di pista della Red Bull di Pierre Gasly. Hamilton, che in quel momento era alla caccia di Bottas e quasi in zona DRS, si è ritrovato, alla fine della VSC, con circa 3.5 secondi di distacco dal finlandese. “Ho perso circa due secondi e mezzo sotto la VSC – ha dichiarato Hamilton – quindi poi ho dovuto recuperarli. Con soli 9 giri alla fine, non era così facile. È stato un mio errore, e dovrò lavorarci sopra. C’è qualcosa che si può sistemare sul volante per fare in modo che non ricapiti più.”
Anche se Hamilton si dice felice ed orgoglioso per i risultati del team dopo le quattro doppiette consecutive e si congratula con il finlandese (“Bravo lui”), è consapevole che quest’anno la lotta sarà ancora più dura ed i margini di errore più stretti. E se l’anno scorso l’avversario era il ferrarista Sebastian Vettel, quest’anno è il suo compagno di squadra Valtteri Bottas. Lo stesso che l’anno scorso gli ha ceduto più volte la strada, ma che quest’anno ha idee diverse e molto più chiare. Che si stia palesando lo scenario tanto temuto da Toto Wolf? È quello che preoccupa anche Hamilton, che ha ancora in mente il mondiale perso contro Nico Rosberg. In quel caso Lewis, più che fare autocritica, attaccò duramente la squadra, attribuendo tutta la colpa di quella sconfitta alla rottura occorsagli durante il GP di Malesia (“Tra tutti i motori Mercedes esplode solo il mio. È inaccettabile, qualcuno non vuole che io vinca”).
Se allora Hamilton aveva l’alibi dei problemi tecnici della sua monoposto, finora la W10 ha dimostrato di essere inattaccabile. E nel caso in cui Bottas dovesse continuare a stargli davanti, il cinque volte campione del mondo potrebbe iniziare ad innervosirsi, come un mortale qualsiasi!