La Francia ancora al centro dell’attenzione degli appassionati di motori. Dopo la 87a edizione della 24 Ore di Le Mans — andata in scena nei giorni 15 e 16 giugno e che ha visto trionfare, per il secondo anno consecutivo, la Toyota TS050 Hybrid LMP1 #8 condotta da Sébastien Buemi/Kazuki Nakajima/Fernando Alonso — è la volta dell’atteso GP di Francia di Formula 1, ottava prova del Mondiale 2019.
Palcoscenico del GP transalpino sarà, ancora una volta, il rinnovato circuito di Le Castellet-Paul Ricard (5,842 km), ritornato in calendario nel 2018. Un tracciato storico, sede di ben quindici edizioni del GP di Francia. Nella sua configurazione originale (5,810 km), il Le Castellet ha ospitato la F1 nel 1971, 1973, 1975, 1976, 1978, 1980, 1982, 1983 e 1985. Accorciato a soli 3,813 km, accoglie nuovamente le vetture di F1 dal 1986 al 1990.
Al Paul Ricard hanno vinto i più grandi esponenti della F1 e dell’automobilismo più in generale: da Jackie Stewart a Ronnie Peterson, da Niki Lauda a James Hunt, da Mario Andretti ad Alan Jones, da René Arnoux a Nelson Piquet, da Nigel Mansell a Lewis Hamilton. Tuttavia, un pilota in particolare è riuscito a dominare — più di qualunque altro — le curve ed i rettilinei del tracciato situato a pochi chilometri da Marsiglia. E quel pilota porta il nome di Alain Prost.
Il campione francese sale sul podio già nel 1982. Al volante della Renault RE30B, conclude il LXVIII Grand Prix de France (25 luglio 1982) al 2° posto, alle spalle del proprio compagno di team, René Arnoux, ma davanti ad un altro asso francese, Didier Pironi (Ferrari 126C2). L’automobilismo francese è ai suoi massimi livelli. Il primo successo non tarda ad arrivare. Nel 1983, Alain Prost domina in lungo e in largo il weekend del LXIX Grand Prix de France (14 aprile 1983). Pole-position, vittoria e giro più veloce in gara. A rendere possibile questa maiuscola prestazione, la eccellente Renault RE40. A testimoniare la bontà della monoposto francese, il 3° posto conquistato da Eddie Cheever (partito in prima fila col 2° tempo).
Per rivedere Prost firmare pole-position, vittoria e giro più veloce in gara, bisognerà attendere il 1988. Al Le Castellet va in scena il LXXIV Grand Prix de France (3 luglio 1988). Al volante della imbattibile McLaren Mp4/4-Honda, Prost regola il proprio compagno di squadra, Ayrton Senna, tanto in qualifica quanto in gara. Il duello tra Prost e Senna è memorabile: Prost, con una manovra in cui astuzia, velocità e senso tattico si sposano alla perfezione, supera tra i doppiati il futuro campione del mondo brasiliano alla curva Signes. È il giro 61. La vittoria è sua.
Nel 1989, in occasione del LXXV Grand Prix de France (9 luglio 1989), Alain Prost concede un altro assolo. Pole-position e vittoria (ultimerà gli 80 giri previsti senza mai lasciare la testa della corsa). Al volante della McLaren Mp4/5-Honda, Prost dapprima conquista la pole-position ai danni di Senna (il distacco tra i due è di appena 0,025 secondi!), quindi, in gara, infliggerà distacchi abissali a Nigel Mansell (2° su Ferrari 640; partito dalla pit-lane a seguito dell’incidente consumatosi nel corso della prima partenza) e Riccardo Patrese (3° su Williams FW12C-Renault). Senna è costretto al ritiro (rottura del differenziale) già nel corso del 1° giro. L’autore del giro più veloce in gara, tuttavia, non è Alain Prost, bensì Mauricio Gugelmin, al volante della March CG891-Judd. Quello stesso Gugelmin che, in partenza, aveva provocato la bandiera rossa ed il conseguente secondo start. Il decollo della sua celeste March ed il tamponamento di gruppo all’ingresso della S de l’Ecole rimane, ancora oggi, uno degli incidenti più spettacolari (e, fortunatamente, incruenti) della storia della F1.
In occasione del LXXVI Grand Prix de France (8 luglio 1990), Alain Prost centra una delle vittorie più fortunose della sua encomiabile carriera. Al volante della Ferrari 641, Prost scatta dalla 4a casella. Il suo compagno di squadra, Mansell, è in pole-position. La gara è incerta, palpitante, ricca di colpi di scena. Ben sei piloti si alternano alla testa della corsa: Gerhard Berger (McLaren Mp4/5B-Honda) comanda per i primi 27 giri, quindi va in testa Senna, ancora su McLaren. Mansell e Patrese comanderanno per pochi giri prima che la ruota giri a favore di Ivan Capelli (Leyton House CG901-Judd). Il bravo pilota italiano guiderà il GP per ben 45 giri (dal 33° al 77°), quindi dovrà arrendersi alle bizze della propria monoposto dopo aver a lungo accarezzato il sogno della prima vittoria in F1. Una autentica beffa. Prost scavalca Capelli e, benché in testa solo dal 78° all’80° giro, andrà a vincere il GP di Francia, consegnando alla Ferrari la vittoria numero 100 in Formula 1. Capelli, 2°, e Senna, 3°, completano il podio di un GP simbolo degli Anni ’90.
Lewis Hamilton ha aperto, grazie alla vittoria ottenuta nel 2018, il nuovo ciclo del Paul Ricard nel calendario di F1. Chi sarà l’erede di Alain Prost?